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Sardegna

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Tutti pazzi per lo zafferano Dop

zafferano

Donnerstag, 5. Februar 2009 - L'UNIONE SARDA

San Gavino. Ma alcuni insistono perché il Comune tenti di ottenere la denominazione comunale
I produttori: è arrivato il momento di unirci

Dopo la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Europea, i produttori di San Gavino studiano la strategia per presentarsi uniti sui mercati nazionale e internazionale. E ottenere il giusto ricavo da un prodotto molto gradito dai consumatori.
Unirsi per valorizzare le opportunità del riconoscimento del marchio Dop per lo zafferano di Sardegna. È la strategia condivisa dalla maggior parte dei produttori sangavinesi, che non vogliono lasciarsi sfuggire questa occasione per lanciare l'oro rosso sul mercato nazionale e internazionale. Ne è convinto Gavino Inconis, vice presidente del consorzio di tutela dello zafferano: «Sono soddisfatto - spiega - per il fatto che il percorso sia arrivato alla fine. Non è facile mettere d'accordo tutti, ma questo riconoscimento avrà dei vantaggi come è successo per lo zafferano di San Gimignano e per L'Aquila che, insieme a quello umbro, arrivano a costare anche 30-35 euro al grammo. Purtroppo lo zafferano si continua a vendere per due soldi nonostante l'alta qualità sia riconosciuta da tutti. Dobbiamo vendere il prodotto per quello che vale e l'unico sistema è consorziarsi. Sulla strada della commercializzazione possiamo fare molto di più: la responsabilità maggiore ricade su noi produttori. Noi come Slow Food stiamo vendendo lo zafferano sul mercato sardo a 12 euro, ma al Salone del Gusto di Torino si arriva anche a 15».
Un appello a lavorare insieme perché da soli non si va da nessuna parte. Ed è entusiasta anche Marco Ennas, presidente della Pro Loco, che da 18 anni organizza la sagra dello zafferano: «La pubblicazione sulla Gazzetta Europea è un punto di arrivo, ma ora bisogna cercare di camminare tutti insieme associandoci e trovando una struttura commerciale per vendere lo zafferano. I produttori potrebbero affidarsi ad un'unica struttura commerciale per piazzare il prodotto sul mercato. È un'occasione da non lasciarsi sfuggire. Lo zafferano sangavinese non è un prodotto da grande distribuzione: si deve puntare sull'alta ristorazione dove è già conosciuto. Il Comune dovrebbe incentivare le associazioni a portare il prodotto oltre Tirreno nelle tante fiere italiane e non».
San Gavino con venti ettari coltivati, cento produttori e oltre 200 chilogrammi di zafferano è la capitale dello zafferano, ma ci sono ancora tante difficoltà. «Siamo - aggiunge Franco Sanna - troppo parcellizzati: dobbiamo superare in campanilismo. Lo zafferano da solo non basta: deve essere collegato ad altri i prodotti da inserire in un unico paniere. In questo senso la Dop può avere effetti positivi, ma lo zafferano deve essere affiancato da prodotti tipici come riso, salsiccia, panettone. Il prezzo sul mercato sardo è di 6 euro, 10 è già troppo. I politici possono darsi da fare per mettere insieme queste ditte aiutandole a trovare una loro collazione sul mercato».
Ma c'è anche chi è assai critico verso la Dop come Antonio Casti, un produttore esperto di storia locale e della Sardegna: «Questo marchio - sostiene - non ci aiuta perché si parla di prodotto sardo mentre il nome di San Gavino, che può vantare una lunga tradizione, è scritto con caratteri microscopici e quasi scompare mentre sono un sostenitore della Denominazione Comunale, (la De.Co.). la commercializzazione va rafforzata: il Comune è totalmente assente. I turisti che cercano zafferano non sanno a chi rivolgersi».
GIGI PITTAU