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Sardegna

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Vivere la campagna

Nel Medio Campidano le grandi sagre delle Olive di Gonnosfanadiga e del Carciofo di Samassi rappresentano un’importante vetrina del territorio, con benefici sul piano economico, ambientale e sociale

Fulvio Tocco - Presidente della Provincia del Medio Campidano

Monday, November 26, 2012 - COMUNICATO STAMPA

LE SAGRE AGROALIMENTARI CUSTODISCONO LA CULTURA DEL CIBO E DELLE RELAZIONI SOCIALI

“Dopo aver visitato la XXVI Sagra delle Olive, che si è svolta dal 23 al 25 novembre nel comune di Gonnosfanadiga, è possibile affermare che attraverso le giornate di AgriCultura, promosse per cinque anni dalla Provincia, è stato conseguito un importante risultato: quello di far apprezzare e rendere nota la qualità dell’olio, del pane, degli insaccati, dei prodotti della tradizione locale e accorciare la filiera tra produttore e consumatore”. Lo ha dichiarato il presidente della Provincia del Medio Campidano, Fulvio Tocco, secondo il quale “Le sagre agroalimentari che, inserite in quel programma, univano i 28 comuni della provincia in un percorso culturale ed enogastronomico, hanno saputo mettere in atto strategie volte a sfruttare al meglio le potenzialità peculiari delle diverse aree territoriali. Lo testimoniano, appunto, la fiera dell’olivo di Gonnosfanadiga e del carciofo di Samassi, nelle quali un pregiato prodotto della terra funge da traino di numerosi prodotti della tradizione culinaria e culturale della Sardegna”. Il numero crescente di presenze, provenienti anche da zone relativamente distanti, è espressione della tendenza sempre più diffusa alla riscoperta e alla reinterpretazione dei valori identitari legati alla produzione e al consumo di cibo buono e locale. E’ vero che l’attuale quadro normativo nazionale, col Decreto Legislativo 18/5/2001, n. 228 "Orientamento e modernizzazione del settore agricolo", permette la vendita dei prodotti locali direttamente nelle aziende agricole o in luoghi adibiti alla loro distribuzione, sia in forma stanziale che itinerante; tuttavia, le sagre, con il coinvolgimento degli enti pubblici e delle forme associazionistiche, non solo consentono la promozione collettiva dell’offerta locale ma diventano anche strumento di promozione delle relazioni sociali e di trasmissione della cultura del cibo e dei saperi legati alla coltivazione della terra. Così, alla sagra dell’olive i più piccini hanno potuto osservare, attraverso gli addobbi vegetali, il percorso di produzione dell’olio, a partire dal campo coltivato dal contadino sino al prodotto imbottigliato, fresco e salubre, destinato al consumatore. I sistemi agroalimentari locali rivestono un ruolo cruciale nella promozione dello sviluppo sostenibile dei territori, come è stato riconosciuto a livello europeo, nazionale e regionale. In particolare, la loro valorizzazione potrebbe presentare vantaggi non trascurabili da un punto di vista economico, ambientale e sociale. Economico, in quanto le varie tipologie di filiera corta, tramite l'eliminazione di uno o più passaggi intermedi, potrebbero garantire un reddito più equo agli agricoltori e rivitalizzare le economie locali. Ambientale, in quanto accorciando le distanze fra il luogo di produzione e il luogo di consumo dei prodotti alimentari, si ridurrebbero le emissioni di anidride carbonica. Infine, sociale, poiché le relazioni sociali basate sulla fiducia fra produttore e consumatore da un lato, maggiore conoscenza e valorizzazione delle risorse territoriali dall’altro, possono essere considerate come beni pubblici alla pari della preservazione del paesaggio e della biodiversità. Pertanto, le sagre testimoniano l’importanza e l’utilità dell’agricoltura per la rinascita dell’economia locale: ecco perché devono essere preservate nel tempo e adeguatamente sostenute.