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Sardegna

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Carciofi, spine sui bilanci: altra annata no

carciofi

Thursday, January 19, 2012 - L'UNIONE SARDA

A Samassi e Serramanna

Il caso limite, nel fallimento generale, è quello di un coltivatore di Serramanna che ha incassato appena 1 euro per una cassa di 30 carciofi. Ma per tutti gli altri i conti non è che vadano meglio, a causa del basso prezzo della merce, conseguenza del calo delle vendite (attorno al 50 per cento). L'annata no dei carcioficoltori è nei bilanci (sempre più magri) dei coltivatori. Da Serramanna il grido d'allarme arriva da Priamo Picci, dirigente della Coldiretti. «È un fallimento, tra spese di trasporto per traghetti e camion frigo, rincaro carburanti, concimi e antiparassitari i costi di produzione sono aumentati del 30 per cento, e per contro registriamo il dimezzamento dei consumi, con prezzi al produttore irrisori: 10, 20 centesimi a carciofo», commenta Picci.
Francesco Setzu, produttore samassese, fornisce anche la spiegazione della contrazione dei mercati: «La crisi generale che colpisce le famiglie ha l'effetto di spaventare i consumatori che sono portati a risparmiare. La gente, insomma, per la paura del futuro taglia anche le spese per alimentari e ortofrutta in particolare». I banchi sono ricchi di verdure e carciofi di ottima qualità, ma la gente si aggira con poche buste, semivuote. Succede anche a Serramanna, nel mercato settimanale, dove Dario Pintus, coltivatore, vende i suoi prodotti in maniera diretta: dal produttore al consumatore. «Il prezzo che ci pagano a carciofo non copre le spese», ribadisce Pintus che, come molti altri carcioficoltori, rinuncia a raccogliere il prodotto. «Non c'è alternativa», dice, «una volta detratte le spese di imballaggio e trasporto non ci resta nulla, come è successo ad un collega coltivatore che a cavallo delle festività ha imbarcato mille e cento casse incassando un assegno di 1.100 euro: un euro a cassa»«una volta detratte le spese di imballaggio e trasporto non ci resta nulla, come è successo ad un collega coltivatore che a cavallo delle festività ha imbarcato mille e cento casse incassando un assegno di 1.100 euro: un euro a cassa».
Ignazio Pillosu