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Il pianto dei sindaci: Comuni al verde

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Friday, October 22, 2010 - L'UNIONE SARDA

Provincia. Vertice tra gli amministratori locali: chiedono una deroga al Patto di stabilità
Sotto accusa la norma che li obbliga a chiudere in pareggio

Tagli all'assistenza e ai servizi. L'elenco delle rinunce nell'incontro tra gli amministratori comunali. «Non possiamo più andare avanti»
Il sindaco di Gonnosfanadiga, Nino Zanda, denuncia i tagli «agli interventi per le cosiddette povertà estreme». A Guspini, a restare al palo, sono «i progetti di sviluppo e di occupazione», pensati, e previsti anche nel programma elettorale, dalla giovane assessora alle Attività produttive Enrica Olla. «Sospeso», a Serramanna, «un progetto di sostegno alla disabilità che prevedeva corsi di nuoto per gli handicappati».
OSTAGGI Storie di ordinarie rinunce, e tagli, nei Comuni "ostaggio" del Patto di stabilità. Il dispositivo, di ispirazione comunitaria che obbliga i Comuni con oltre 5 mila abitanti al saldo del bilancio in pareggio o positivo. Una norma rigorosa che preclude le possibilità di spesa dei Comuni. «Anche se abbiamo i soldi in cassa», ha precisato l'assessore provinciale Nando Cuccu in un incontro tra amministratori svoltosi l'altro ieri a Serrenti. «Per i Comuni è impossibile onorare gli impegni finanziari verso imprese e fornitori. Se la Regione non sblocca i trasferimenti ai Comuni la situazione si fa insostenibile», ha avvertito Luca Becciu, sindaco di Serrenti.
I TAGLI Al netto delle opinioni politiche sul campo, vittima del Patto di stabilità, a Serrenti resta «la mezza dozzina di imprese beneficiarie dei finanziamenti della Piano occupazione della legge 37, ancora senza un euro, e un taglio di 600 mila euro all'anno nei trasferimenti da Stato e Regione». Su un bilancio, come quello di Serrenti, di 6 milioni di euro non è una cifra di poco conto. Mantenere in equilibrio il bilancio, così, è un'impresa. A Serramanna, a parte il nuoto negato ai disabili, per pareggiare il bilancio, ha detto il sindaco Sandro Marongiu, «abbiamo dovuto vendere i lotti artigianali e il mercato civico, chiedendo agli acquirenti di pagare subito». «Siamo d'accordo sul principio della sobrietà del Patto», ha commentato Nino Zanda, «ma con questo meccanismo andiamo in bancarotta e non perché non abbiamo i soldi».
IGNAZIO PILLOSU