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Sardegna

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Vivere la campagna

In Sardegna il lavoro non c'è

agricoltura

Monday, February 27, 2012 - COMUNICATO STAMPA

INDISPENSABILE RECUPERARE LE RISORSE FINANZIARIE PER LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE

Il Consiglio regionale recuperi le risorse per incentivare la coltivazione della campagna e i ritorni sull’economia isolana saranno immediati e per tutti

Dobbiamo dirlo senza tergiversare, in Sardegna il lavoro non c'è più. I dati attuali sono rappresentativi. I giovani e i disoccupati di ogni età hanno perso la speranza di trovarne uno qualsiasi in tempi ragionevoli. I numeri ci dicono che da questo grave problema bisogna ripartire. La pubblica amministrazione ha il compito di riequilibrare la distribuzione del reddito anche attraverso iniziative a carattere straordinario, finalizzate e a termine che non cozzino comunque con le norme dell’Europa e con le regole di un virtuoso delle risorse pubbliche. Le risorse non vanno distribuite per fare assistenzialismo ma per produrre ricchezza, lavoro e sostenibilità sul mercato globale. Mercato che da una parte offre grandi opportunità e dall’altra, oggi, s’innerva in ogni angolo dell’economia isolana rendendola insostenibile. Per queste ragioni diventa indispensabile recuperare le risorse finanziarie per sostenere le nuove vie dello sviluppo strategico.
Certo su ogni euro investito ci deve essere un ritorno in termini, ambientali, ecologici, economici ed occupazionali. Ognuna di queste voci deve essere misurabile in maniera semplice e chiara. Oggi c’è chi da un valore monetario anche all’ambiente che si salvaguarda.
Nella programmazione regionale la prima voce da tenere in considerazione è proprio il lavoro. Sul mercato globale si vive solo se si hanno pesi e misure da contrapporre altrimenti si resta schiacciati da chi ha tanto da offrire. E’ vero, la crisi è internazionale. Di fronte a questo tragico scenario noi che facciamo? Dobbiamo obbligatoriamente sapere da dove riprendere il percorso! Di fronte alla recessione è necessario ripartire da ciò che si ha e noi abbiamo intatta la risorsa terra, una risorsa di pronto utilizzo che se ben considerata può garantirci ritorni immediati sull’economia isolana. Come punto di partenza basterebbe un patto tra pubblica amministrazione, produttori agricoli, importatori, trasformatori e operatori commerciali del settore delle granaglie.
Se necessario inventiamoci delle filiere che possono tornare utili all’economia della Sardegna. Questo, secondo il mio punto di vista, è uno dei percorsi da attuare in tempi rapidi se si vuol ripartire nella creazione del lavoro. Il consumo delle granaglie di ogni genere lo possediamo in casa. Lo abbiamo in forma semplice e in forma elaborata (mangimi). Quasi cinque milioni di capi di bestiame (di cui 3.400. 000 di pecore e capre) possono essere alimentati quotidianamente con le granaglie locali in un processo virtuoso, consapevole e sostenibile. Un piano quinquennale di produzione sorretto dalle regole del de minimis primario ci consentirebbe di produrre ricchezza, lavoro, occupazione e prodotti ad alto valore aggiunto certificabili dal punto di vista qualitativo nel mercato globale. Per far questo bisogna promuovere la coltivazione della campagna ad ogni costo. Su ogni ettaro coltivato s’ipotizzano 10 giornate lavorative. Dobbiamo coltivare tutta la campagna. Dobbiamo coltivare l’educazione al lavoro che è un altro problema serio. La crisi ci dice che ogni angolo possibile della Sardegna va coltivato. Per iniziare basterebbe un investimento annuale di 25 milioni di euro l’anno per alimentare un sistema che può avere dei ritorni straordinari e nello stesso tempo l’avvio di un volano che rimetta in moto l’economia gestendo seriamente la filiera anche con le risorse umane disponibili della pubblica amministrazione. Non ci si meravigli di questa proposta perché la stessa Unione Europea, accortasi che non si hanno le scorte necessarie di granaglie in caso di bisogno, sta proponendo le incentivazioni (600 euro per ettaro) per recuperare alla produzione i seminativi. Da noi per iniziare ne basterebbero 250 per ettaro. In questi giorni di dibattito il Consiglio regionale può determinare una nuova via dello sviluppo partendo proprio da un comparto del settore primario e dalle cose che i sardi sanno fare bene.

Presidente della Provincia
F.to Fulvio Tocco