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Sardegna

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Vivere la campagna

Pecora Forresa, così la identificano, dalla notte dei tempi, i nostri pastori

pecora forresa

Thursday, December 3, 2009 - COMUNICATO STAMPA

Dal maiale di razza sarda alla pecora locale, le azioni della Provincia Verde, a sostegno delle risorse territoriali

Tocco: gli agricoltori e i pastori devono essere i protagonisti del settore agricolo. L’agricoltura e l’allevamento devono rispondere ai bisogni dei cittadini in materia di sicurezza e salubrità alimentare, producendo cibi salubri e nutrienti che soddisfino la domanda del consumatore.

Sull’onda del gran bel lavoro messo in campo dalla provincia del Medio Campidano, per il rilancio del suino di razza sarda, gli allevatori della Pecora forresa di Collinas, Villanovaforuu e Sanluri, hanno chiesto l’interessamento del presidente della provincia Fulvio Tocco, per considerare nei piani di valorizzazione futuri anche le pecore di questa antica razza locale. “Si tratta di una biodiversità da prendere in considerazione” ha sostenuto Rino Putzolu, che continua la tradizione paterna mantenendo nel gregge eccellenti capi della piccola pecora cornuta. Gli allevatori di questo scampolo di Marmilla, possono evidenziare le vere caratteristiche attitudinali e di rusticità di questi capi, per averli mantenuti nel tempo all’interno delle loro greggi. Il tre di settembre U.S., il presidente Tocco, si era incontrato con alcuni di questi allevatori, acquisendo tutte le informazioni per fare una valutazione nei vari organi della provincia. A gennaio, si riparlerà di bilancio di previsione per l’anno 2010, per questo gli allevatori chiedono di pensarci. Quindi, “dopo l’interessamento per il risanamento del carciofo violetto, del melone in asciutto, del suino di razza sarda, si deve trovare la risorsa per studiare e valorizzare anche la pecora forresa”, ha sostento ancora Rino Putzolu. Il presidente si è impegnato per coinvolgere, innanzitutto i sindaci del territorio, Alessandro Collu, Mariano Pistis e Franco Cannas e poi il direttore dell’ AIPA, Raffaele Corsini e il direttore della Città del Bio Ignazio Garau, alfine di raggiungere un’intesa preliminare, che il presidente della provincia produrrà per il Consiglio Provinciale. Riconsiderare le bio diversità del territorio è l’unica via per raggiungere una sostenibilità umana ed ecologica, dove animali, vegetali, suolo agricolo e il cibo non siano considerati non solo merci ma beni comuni. E’ necessario realizzare una società sostenibile, più tollerante nel suo impatto verso la natura e i settori poveri dell'umanità, dove all'economia della crescita disordinata, subentri un'economia della valorizzazione dei prodotti locali. “La Pecora forresa - ha sostenuto Tocco - rappresenta un’intreccio di storia, cultura e natura ed è nostro dovere prenderla in considerazione per espanderne l’allevamento. Agli occhi dei curiosi, che rileggono il nostro territorio per valorizzarne la vera identità, oltre alle produzioni agricole e le varietà colturali, anche queste pecore particolari, sono parte integrante di un sistema che combina gli antichi saperi agropastorali con le potenzialità del clima e le vocazioni naturali dei suoli, modellate dalle tecniche agricole impiegate. Mangiare cibo locale significa riscoprire in quale stagione matura un frutto, in quali mesi dell’anno cresce un ortaggio, o in quale periodo si produce un tipo di formaggio, a differenza di quanto accade acquistando cibo nei grandi supermercati dove, per soddisfare le esigenze di tutti i clienti, sono importati cibi fuori stagione provenienti da altri paesi. L’agricoltura e lo sviluppo rurale devono essere posti al centro della crescita economica sostenibile insieme alle altre politiche, rafforzando il ruolo delle famiglie agricole e pastorali. La tutela dell’ambiente, del paesaggio, lo sviluppo sostenibile sono perfettamente attuabili e conciliabili anche in un contesto attuale. Occorre credere che queste azioni, oltre che produrre effetti ambientali importanti, possano generare, se ben sostenute, un efficace volano economico”.