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Sardegna

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Vivere la campagna

Il biomonitoraggio dell’area mineraria e costiera del Medio Campidano

locandina biomonitoraggio

Wednesday, January 27, 2010 - REDAZIONE

Il biomonitoraggio è uno strumento innovativo che consente di valutare gli effetti dell’inquinamento ambientale attraverso l’uso di organismi biologici. Le sostanze inquinanti possono infatti indurre modificazioni morfologiche, fisiologiche e genetiche a livello cellulare, di singolo organismo, ma anche di popolazione e di intere comunità. Rispetto alle tecniche analitiche tradizionali, il biomonitoraggio ha il vantaggio di fornire stime sugli effetti combinati di più inquinanti sugli esseri viventi con costi di gestione limitati e la possibilità di coprire con relativa facilità vaste zone e territori diversificati. Con tale intento l’Amministrazione Provinciale sta supportando un progetto pilota che coinvolge i ricercatori del Dipartimento di Protezione delle Piante dell’Università di Sassari, dell’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del CNR di Sassari e del Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Vita dell’Università del Piemonte Orientale. Le attività in corso di svolgimento nelle aree minerarie di Ingurtosu-Montevecchio e nel corrispondente tratto di Costa Verde, hanno lo scopo di rilevare la presenza di metalli pesanti utilizzando alcuni dei più diffusi bioindicatori terrestri (le api, le formiche e i ragni) e marini (le comuni cozze) associati a tecniche analitiche e di studio avanzate sia in fase di monitoraggio sia di valutazione dell’impatto ambientale degli inquinanti. Un altro obiettivo è quello di definire meglio, dal punto di vista qualitativo, alcune componenti dell’artropodofauna dell’area mineraria, ponendo così le basi per uno studio della loro dinamica e per l’individuazione delle specie più sensibili ai fattori di inquinamento.
I primi risultati suggeriscono come i diversi approcci seguiti consentono di delineare un quadro completo dell’impatto delle attività minerarie che si sono susseguite nel corso di circa un secolo sulla natura circostante e di valutare inoltre la capacità degli organismi di riconquistare gli ambienti degradati delle discariche abbandonate da circa 40 anni.