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Sardegna

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Vivere la campagna

A spasso tra l’età nuragica e il primo rinascimento (Villamar, Villanovafranca, Las Plassas)

Veduta dal Castello di Las Plassas

Prima tappa dell’itinerario è il paese di Villamar, raggiungibile dalla S.S.131 attraverso la S.S. 197. Il nucleo storico del paese sorge tra due fiumi il Riu Mannu e il Riu Cani. Presumibilmente furono la posizione geografica, il terreno fertile e la presenza dell’acqua a favorire la stabilizzazione di gruppi umani sin dal III millennio a.C.; sono molteplici ed importanti le tracce archeologiche relative a diverse epoche che provengono dalla zona.
Il periodo storico che maggiormente ha caratterizzato il centro per floridezza e vivacità fu l’età a cavallo tra basso medioevo e rinascimento, in particolare XIV, XV e XVI sec. In questo periodo Villamar o Mara Arbarey, come veniva chiamato, era un feudo popoloso, crocevia delle rotte commerciali legate al grano tra le isole del Mediterraneo. A testimonianza di ciò, si registrò intorno al XV sec. un cospicuo flusso di coloni dall’isola di Maiorca che si insediarono nel paese fondando un quartiere oggi denominato borgo maiorchino, nel centro storico, che ancora porta tra gli edifici le tracce del passato. A testimonianza e conoscenza di questa importante stagione storica, nella Casa Maiorchina è stata allestita una mostra permanente intitolata "Sulla via del grano". Qui si snoda un percorso che partendo dalla ricostruzione della Mara Arbarey propone i documenti pertinenti le presenze iberiche.
Ulteriore segno della prosperità del periodo sono i numerosi edifici religiosi e la vivacità artistica che li caratterizza. Delle otto chiese esistenti, quattro nell’abitato e quattro campestri, solo due sono tutt’ora agibili e oggetto di culto. La chiesa di San Pietro, risalente al XIII secolo è costruita in stile romanico - pisano. Presenta importanti motivi decorativi influsso di maestranze arabe e conserva al suo interno delle rilevanti sculture lignee. Tra tutte spicca quella seicentesca di San Pietro in abiti pontificali, dorata e damascata.
La Parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista, risale nel suo impianto originale romanico al XIII sec. ma fu integralmente ricostruita in stile tardo-gotico nel XVI sec. Il suo interno è ricco di preziosi arredi sacri: la bussola lignea, il reggi acquasantiera, il fonte battesimale. Tra le statue lignee spicca quella della Madonna d’Itria dorata e damascata del primo seicento. Notevoli sono anche gli arredi pittorici come la Pala dell’Assunta, attribuita all’artista algherese Francesco Pinna e il Polittico, dipinto a olio su tavola contenente la scultura settecentesca lignea del Redentore. Tra tutti spicca per rilevanza e grandiosità il Retablo della Vergine del Latte collocato sull’altare maggiore. L’opera, identificabile nello stile tardo – gotico con ascendenze iberiche è stata dipinta nel 1518 da Pietro Cavaro, massimo esponente della Scuola cagliaritana di Stampace,
Oggi agli occhi del turista il paese di Villamar si distingue per le sculture e l’arte muralistica che lo arredano e colorano. L’arte dei murales, sviluppatasi dalla seconda metà degli anni ’70, nasce grazie all’attività di artisti locali come Antonio Cotza e Antonio Sanna e di un’artista cileno, esule politico, Alan Joffré. La loro è un’arte ad ampio respiro, non solo di carattere pittorico ma anche sociale e politico.

Proseguendo sulla S.S.197 e poi sulla S.P. 36 si arriva alla seconda tappa dell’itinerario, dedicata a Villanovafranca ed in particolare alle sue evidenze storico-archeologiche. Tra i numerosi siti archeologici il paese è ben noto per il complesso nuragico Su Mulinu maestoso esempio di architettura nuragica e preziosa testimonianza degli aspetti religiosi e di culto di questa civiltà. Ubicato nei pressi del centro abitato, è costituito da una fortezza composta da un bastione trilobato e dalla cinta antemurale con torri e cortine munite di feritoie.
Il sito è molto interessante poiché testimonia l’evoluzione delle tecniche costruttive nuragiche: dalle camere allungate, alle volte a tholos, alla stanza rettangolare con la copertura in piattabanda, alle torri circolari di epoche diverse per finire con le costruzioni più tarde di età sardo punica e romana.
Oltre alle particolarità costruttive l’eccezionalità del Nuraghe Bianco è data dalla presenza di un altare in pietra arenaria, collocato nel vano E all’interno del bastione centrale. L’altare rappresenta uno degli elementi di culto principali dell’età nuragica e offre la possibilità di approfondire gli aspetti legati alla sfera religiosa di queste società. Scavato a vasca, è una straordinaria opera di scultura che probabilmente riproduce lo schema planimetrico e lo sviluppo in elevato del lato nord del bastione del nuraghe. Indubbiamente, il culto nuragico associato all’altare prevedeva sacrifici di animali, offerte di primizie e la consacrazione di oggetti preziosi. La celebrazione dei rituali avveniva in occasione di periodi dell’anno legati alle attività dell’agricoltura, presumibilmente in corrispondenza del solstizio d’estate. I reperti recuperati negli scavi del complesso nuragico “Su Mulinu” sono custoditi nell’omonimo Museo Civico Archeologico che occupa un edificio del XIX secolo, l’ex Monte Granatico nel centro del paese.
L’esposizione comprende una raccolta che spazia dall’età preistorica a quella altomedievale organizzata per sezioni tematiche. La prima raccoglie i reperti ceramici, metallici, vitrei e litici di tutto il territorio, la seconda zona raccoglie i reperti ritrovati nel nuraghe.
L’ultima sezione è dedicata ai non vedenti e si compone di un ripiano tattile con le copie dei materiali esposti, di un plastico ricostruttivo e di un tabellone in “braille” contenente informazioni sulla fortezza nuragica.

L’itinerario si conclude seguendo il tracciato della S.S. 197 con il paese di Las Plassas, per ammirare in posizione arroccata su un colle conico il Castello di Marmilla, risalente al XII sec.
Data la posizione è facile intuire il rilevante ruolo strategico – militare che la roccaforte svolse in età medievale, parte della cerniera difensiva del giudicato di Arborea. Alcuni ambienti interni, le torri, i magazzini, la corte sono stati riportati alla luce dagli scavi archeologici ma il sito non è visitabile. Prossimamente, verrà inaugurato il Museo del Castello di Las Plassas, racconterà della vita quotidiana del castello, della sua storia, dell’economia sarda fra il XIV ed il XVI secolo.

Contatti di riferimento:

Quartiere Maiorchino e Casa Maiorchina:

  • Riferimento: Comune di Villamar
  • Indirizzo: P.zza Prazza de Corti, 1 - 09020 Villamar (VS)
  • Tel./Fax: +39 070 93 06 91 - +39 070 30 69 317-320 - +39 070 93 06 01
  • e-mail: segrateria1.villamar@tiscali.it
  • web: www.comune.villamar.vs.it

Parroco di Villamar:

  • Tel./Fax: +39 070 93 09 051

Parco Archeologico "Su Mulinu":

  • Riferimento: Soc. Coop "Il Coccio"
  • Tel./Fax: +39 070 93 67 458
  • e-mail: ilcocciopicoop@tiscali.it

Parco Archeologico "Su Mulinu":

  • Indirizzo: P.zza Risorgimento - 09020 Villanovafranca (VS)
  • Tel./Fax: +39 070 93 67 458
  • e-mail: ilcocciopicoop@tiscali.it

Comune di Las Plassas:

  • Indirizzo: via Cagliari, 18 - 09020 Las Plassas (VS)
  • Tel./Fax: +39 070 93 64 006 - +39 070 93 64 606
  • e-mail: comunedilasplassas@libero.it