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Sardegna

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DOVE Sardegna vergine - Medio Campidano

copertina DOVE
Anno 2010 -

 

Sardegna sconosciuta: sabbia vergine – C’è qualcuno qui?

È più facile incontrare aironi e cervi che un ombrellone. È la Costa Verde: 50 km di dune altissime, ginepri e asfodeli. Ecco luoghi e indirizzi giusti per prenotare una vacanza nell’ultimo paradiso mediterraneo.

Davanti, il mare. Alle spalle la sconfinata prateria di macchia mediterranea in cui si staglia la sagoma di Monte Arcuentu. In mezzo, le dune più alte d’Europa, fino a 50 metri, colline di sabbia dorata modellate dal maestrale, Patrimonio dell’Unesco. La Sardegna è più isola nella Costa Verde, una cinquantina di chilometri dai colori africani, incastonata tra Capo Pecora e Capo Frasca, colonizzata da uccelli di passo e pescatori. Lungo le spiagge bianche a perdita d’occhio non c’è traccia di camerieri in livrea con vassoi colmi di cocktail, club house blasonate, ma ci sono distese di asfodeli che spuntano nella sabbia, uccelli marini, ginepri centenari, ginestre piegate dal vento.
È un tratto di Mediterraneo spettacolare, dai colori tropicali, scoperto da poco dal turismo, guardato
per secoli con sospetto dai pastori dei vicini monti, dai pascoli aspri punteggiati di cespugli di corbezzoli, dove si distilla il miele. Torre dei Corsari, dove si trova uno dei rari insediamenti turistici, ricorda un passato fatto di incursioni dei popoli del mare (algerini e tunisini in testa). Is Arenas sono “le sabbie” in lingua sarda, nome di una frazione di Torre dei Corsari dal fascino surreale: mare blu cobalto e distesa di arena a perdita d’occhio. Fenicotteri rosa punteggiano gli stagni attorno al borgo di Sant’Antonio di Santadi, paradiso di cavalieri solitari in sella a bellissimi destrieri che avanzano nella macchia mediterranea, guadano ruscelli e infine arrivano al mare.
L’intera zona poggia su un bacino metallifero di piombo e zinco, dove per decenni sono state attive miniere tra le più produttive d’Europa: nel 2001 è stata dichiarata parco naturale.
Oggi si attraversa un paesaggio da western, ruderi di antichi villaggi, gallerie abbandonate, qualche vecchio carrello, e binari arrugginiti. Architetture di un’epoca passata, elegantissime, sui fianchi delle alte colline affacciate sul mare. Una Sardegna da scoprire, scampata per ora all’ingordigia dei palazzinari che vorrebbero campi da golf, sfilate di villette e resort cinque stelle a ridosso delle spiagge dove nidificano le tartarughe marine Caretta caretta. Qui è facile imbattersi nel cervo sardo che, dopo aver rischiato l’estinzione, è tornato a popolare la zona: oggi se ne contano oltre 1500 esemplari. Nelle fresche mattine di primavera può capitare di vedere qualche esemplare avventurarsi fino alla spiaggia. Arbus è, dal 2002, tra i dieci comuni italiani premiati con il riconoscimento “cinque vele”, attribuito da Legambiente ai mari d’Italia per l’eccellente qualità delle acque.
Il bagliore bianco di Piscinas, la spiaggia lunga dieci chilometri, appare all’improvviso dietro a una curva, in fondo all’unica sterrata (7 km) che costeggia il villaggio abbandonato di Ingurtosu, affascinante sito di archeologia industriale. Piscinas è un lembo di Sahara che scivola in mare circondato da un silenzio irreale, senza segni di presenza umana.
Fino agli anni Cinquanta era uno dei punti di partenza dei carichi di materiale estratto dalle miniere
dell’area. L’ex deposito minerario è diventato in un albergo di charme, l’Hotel Le Dune, piccola Capalbio frequentata da un’enclave radical-chic, da Giovanna Melandri a Bianca Berlinguer,
da Alfonso Signorini a Giampaolo Pansa: una bella storia di restauro nel rispetto del territorio
a cui ha contribuito la Soprintendenza ai Beni Culturali di Cagliari, che ha fornito materiali d’epoca utilizzati per le parti comuni e le bifore esterne. Ma il merito è soprattutto di Sergio Caroli, il lungimirante proprietario, ex colonnello della Folgore, figlio dell’ultimo direttore della miniera di Ingurtosu. L’aspetto dell’hotel è quello di un fortino in mezzo al deserto, l’ingresso è l’originaria galleria scavata dai minatori agli inizi dell’Ottocento; nelle pareti si aprono nicchie scavate nella roccia dove sono esposti rari minerali della zona, nel cortile silenzioso riposano reperti fenici e romani, ripescati nel tratto di mare antistante.
All’interno, mobili d’epoca e nuovi arredi, una vetrina neoliberty, il bancone di una vecchia farmacia alla reception, camere con pavimenti in ceramica azzurra e mobili in midollino e bambù,
qualche bel pezzo dell’Ottocento. Sulla spiaggia, guarda a ovest la monumentale scultura L’ara del sole di Pietro Cascella. Il must è il mare, a due passi. Bastano poche bracciate con maschera e pinne per scoprire il relitto di una nave inglese che da duecento anni sta di fronte a Piscinas col suo carico di piombo, il fasciame in vista e il cannone che sbuca dalla sabbia. Per i più attivi, l’hotel organizza
escursioni agli insediamenti minerari in moto o fuoristrada, trekking a cavallo, uscite in gommone, battute di pesca, immersioni. Sulle dune ci si può arrampicare facendosi strada tra profumati lentischi piegati dal maestrale, gigli marittimi e gialli papaveri. Al mattino sulla sabbia si riconoscono variegate impronte, segno di una vivace vita notturna. Quella di laboriosi scarabei, volpi indolenti e conigli selvatici, e, naturalmente, del cervo.
Sulla strada per Ingurtosu si può mangiare al Camping Sciopadroxiu, case in pietra nella macchia con vista sul mare e ristorante di specialità sarde. Piscinas non è l’unica attrazione della Costa Verde. Tutto il litorale è una sfilata di spiagge caraibiche, da raggiungere con un saliscendi tra entroterra e costa perché non esiste una litoranea che le collega tutte. La star è Scivu, una delle più belle del Mediterraneo, nascosta tra la colonia penale di Is Arenas e le falesie di Capo Pecora che gli abitanti della zona chiamano Perdas ’e Alba, una distesa di grossi massi ovali biancheggianti,
scolpiti dal mare e dal vento, adagiati in calette dove si specchiano le scogliere. Ad Arbus si imbocca la statale 126 per Fluminimaggiore: Scivu è a una quindicina di chilometri di tornanti, una
lunga lingua di sabbia dorata, paradiso dei surfisti, circondata da alte rocce di arenaria sormontate
dalla macchia mediterranea, distese di cisto rosa e giallo, qualche gregge. Quasi onirica al calar del sole, quando si tinge di sfumature rossastre. Ritornando verso Arbus, vale una sosta l’agriturismo Rocce Bianche. Camere arredate semplicemente, ma grandi e climatizzate, piscina in giardino.
Qui si scoprono i sapori della cucina tradizionale, dai ravioli di ricotta o di patate fatti a mano, le verdure dell’orto, il maialetto arrosto, il cinghiale, l’agnello, dolci sardi fatti in casa e mirto.
In zona hotel e ristoranti sono pochissimi, quasi spartani. Un’eccezione è il Tarthesh, a Guspini.
Varcando la porta di legno antica della hall si entra in un giardino scenografico, palme, vasche e
acqua che scorre, prati verdi e alberi ai bordi di una grande piscina. Qua e là tappeti sardi, divani
e puff, musica esotica e chill out, camere arredate con tocchi etno-chic. Su richiesta, escursioni a cavallo e massaggi. A una decina di chilometri da Guspini, il centro minerario di Montevecchio
è l’avamposto per conquistare altre spiagge. Qui, dalla ristrutturazione di un edificio minerario circondato dai boschi, è nato la Miniera Fiorita, turismo rurale essenziale ma accogliente, dove si assaggiano le specialità tipiche della Sardegna e dell’Arburese: il maialetto e il capretto allo spiedo, i ravioli locali e i caratteristici malloreddus. Non si resterà delusi neppure all’Oasi del Cervo, agriturismo nei cui dintorni si avvistano questi animali.
Vi si producono verdure, si allevano capre, e si apprezzano i piatti della proprietaria, che fa tutto a mano: dal pane ai malloreddus, dai culurgiones (quadrati ripieni di ricotta) alla fregola, la tipica pasta, servita al sugo di porcini. In direzione Costa Verde, alla fine di una strada tortuosa, Portu Maga è una località turistica sorta negli anni Novanta come villaggio vacanze sulle pendici delle colline che guardano il mare. Tre chilometri di spiaggia punteggiata di rocce piatte dove si scoprono gli occhi di santa Lucia, conchiglie con riflessi di madreperla. Un paradiso per i bambini, grazie all’acqua trasparente e bassa, e per emozionanti immersioni in fondali ricchi di pesci con il Diving Center Costa Verde (cell. 338.85.85.504, 340.08.98.907), l’unico della zona. Un’altra meraviglia della costa, la spiaggia di Funtanazza, si raggiunge da Montevecchio: sabbia granulosa, circondata da scogli fondali abbastanza bassi. Sul mare si affaccia il ristorante La Terrazza (tel. 070.97.70.76), che usa solo prodotti della zona: piatto della casa, le saporite lasagnette Medio Campidano. Tunaria
è un villaggio di pescatori a qualche chilometro da Torre dei Corsari. Anni fa qui c’era la tonnara di Flumentorgiu, venduta negli anni Settanta alla società Porto Palma, l’altro nome attribuito a questo luogo. Alla spiaggetta di sabbia mista a ciottoli si arriva attraverso sentieri che partono dal paesino. L’acqua cambia colore a seconda delle ore della giornata: una sinfonia di turchese, smeraldo, azzurro pallido. Ma il vero spettacolo di tutta la Costa Verde è il tramonto che incendia di vermiglio, ocra e rosa sabbia, scogli, ciottoli. Si placano le onde, si ferma la corsa del libeccio
e del maestrale, i venti dell’Ovest.
Giuliana Gandini

INDIRIZZI

DOVE DORMIRE
Hotel Le Dune
Di charme, ricavato dai depositi ferroviari della miniera, vista mare.
Indirizzo: spiaggia di Piscinas di Ingurtosu, tel. 070.97.71.30,
www.leduneingurtosu.it.
Prezzi: doppia in 1/2 pensione da 83 € a persona;
su prenotazione, menu abbondante 33 €. C/credito: Mc, Visa.
Agriturismo Rocce Bianche
Nel verde di una sughereta, camere semplici ma spaziose, ottima cucina tipica.
Indirizzo: tra Arbus e Fluminimaggiore (km 74,5), tel. 070.97.56.127,
www.bidderdi.it.
Prezzi: doppia in 1/2 pensione da 62 € a persona. C/credito: no.
La Miniera Fiorita
B&b di qualità, aperto tutto l’anno.
Ristorante con specialità locali.
Indirizzo: Montevecchio, tel. 070.973167, cell. 347.17.40.011,
www.hellosardinia.com.
Prezzi: doppia b&b da 70 €, su prenotazione menu tipico 23 €. C/credito: tutte.
Hotel Tarthes
Camere e suite una diversa dall’altra, grande giardino, ristorante tipico (aperto agli esterni su prenotazione), pezzi di antiquariato dal mondo. Escursioni e lezioni di cucina. Aperto da maggio, su
prenotazione a Pasqua.
Indirizzo: via Parigi 1, Guspini, tel. 070.97.29.000,
www.tartheshotel.com.
Prezzi: doppia b&b da 140 €. C/credito: tutte.

DOVE MANGIARE
L’Oasi del Cervo
Agriturismo con prodotti doc, ottima cucina casalinga e 12 camere, altre 6 in una struttura adiacente. Aperto tutto l’anno.
Indirizzo: località Is Gennas, Montevecchio, cell. 347.30.11.318,
www.oasidelcervo.com.
Orari: su prenotazione. Prezzi: menu tipico 23 €; doppia b&b da 56 €. C/credito: no.
Sciopadroxiu
Case in pietra nella macchia con vista sul mare.
Aperto tutto l’anno.
Indirizzo: Marina di Arbus, loc. Piscinas (strada Ingurtosu- Piscinas), cell. 349.77.07.938.
Orari: 12.30-15, 19.30-20 (mai chiuso), d’inverno su prenotazione.
Prezzi: da 20 €. C/credito: tutte.
Ristorante Torre dei Corsari
Ottima cucina di pesce e specialità sarde.
Indirizzo: località Torre dei Corsari, via della Torre, tel. 070.97.70.28.