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Sardegna

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Vivere la campagna

Arbus: Sant’Antonio di Santadi: 400 anni di tradizioni

giovedì 19 maggio 2011

La Festa di Sant’Antonio di Santadi è una delle processioni religiose più importanti e più antiche della Sardegna. I festeggiamenti, che si svolgono nel mese di giugno nel comune di Arbus, durano 4 giorni e iniziano sempre di sabato. L’evento si ripete da oltre 400 anni in modo pressoché immutato: vi si partecipa in pellegrinaggio scortando la statua di Sant’Antonio, trasportata da un antico cocchio trainato da buoi. Il tragitto, lungo oltre 35 kilometri, inizia ad Arbus nella chiesa di San Sebastiano e si conclude nella chiesa intitolata al Santo, nella frazione di S. Antonio di Santadi. Numerosi sono i fedeli che seguono questo rito a piedi, a cavallo o sui carri trainati da buoi.
Alle prime luci dell’alba iniziano i preparativi de “Sa Ramadura”, che consiste nel ricoprire di fiori colorati le strade su cui si svolgerà la processione. La processione è accompagnata da gruppi in costume sardo, cavalieri, suonatori di launeddas, dalla banda musicale, dal parroco e dai carri a buoi guidati da “is carradoris” addobbati a festa (traccas). La processione attraversa il centro abitato di Guspini e dopo aver percorso una ventina di km si ferma per il pranzo e per far riposare gli animali. Dopo circa due ore il corteo prosegue alla volta di Santadi. Tutta la processione è accompagnata da preghiere recitate in lingua sarda. Verso le ore 23.00 il Santo arriva alla frazione accolto dai fedeli in preghiera.
I festeggiamenti civili e religiosi durano per tutta la domenica e il lunedì: la domenica viene celebrata la funzione religiosa a cui segue la processione con il Santo portato a spalla dai fedeli in abito tradizionale; il lunedì è dedicato alla benedizione degli animali e dei campi; il martedì il Santo viene riposto nel cocchio per far rientro ad Arbus, con le “traccas” al seguito. Nel corso dei festeggiamenti sono previste manifestazioni folkloristiche, musicali e teatrali. Vengono allestite, inoltre, esposizioni, mostre e mercato di prodotti dell’artigianato sardo. Al rientro del simulacro ad Arbus, sempre accompagnato dai fedeli e dalle “traccas”, la sagra in onore del santo termina con i tradizionali fuochi d’artificio.