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Sardegna

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Vivere la campagna

La lotta al doping comincia sui banchi delle scuole medie

ciclisti

giovedì 27 novembre 2008 - L'UNIONE SARDA

Provincia Progetto di Regione e Coni

Fate in modo che gli alunni del biennio delle superiori del Medio Campidano stiano lontani dal doping: per avere oggi scolari più sani e domani sportivi migliori. È questa la filosofia che ha ispirato il progetto “Doping... sei... in... forma?”. Iniziativa di Regione, Provincia e Coni. In programma una serie di lezioni fra i banchi delle 11 scuole provinciali. Con professori d'eccezione: il magistrato Paolo De Angelis; un esperto in scienze e tecnica sportiva, Simone Piredda; un responsabile dell'area medica, Luisa D'Alussi. E ieri, insieme agli insegnanti interessati, si sono incontrati a Sanluri, alla Provincia, per definire modalità e tempi di attuazione. Attorno al tavolo gli assessori allo sport e alla pubblica istruzione Fabrizio Collu e Rossella Pinna, i presidenti provinciale e regionale del Coni, Emidio Vacca e Gianfranco Fara.
«Non illudiamoci», ha detto Vacca, «anche nel nostro territorio il doping ha cominciato a farsi strada. È ancora sommerso. Rischia di venire a galla quando è troppo tardi. L'obiettivo è evitare che questo accada». Come? «Innanzitutto», ha spiegato De Angelis, «è necessario che i ragazzi siano informati e sensibilizzati, anche dal punto di vista giuridico. Ma soprattutto che imparino a conoscere le insidie con cui il fenomeno si presenta».
Parola d'ordine: prevenire. «Dobbiamo preparare i nostri alunni», ha puntualizzato l'insegnante Giuseppe Mulas, «ad entrare nelle palestre private, pronti a capire che dietro i cosiddetti aiuti dei più anziani o degli stessi compagni più grandi si nascondo reali pericoli».
Il presidente regionale del Coni ha parlato di programma innovativo perché è la prima volta che si rivolge a un target così giovane, dai 14 ai 16 anni. «Vuole essere il primo passo - ha detto - per poi magari proseguire su altre necessità: dalle dipendenze in genere all'anoressia, alla bulimia, all'obesità. Garantiamo il nostro appoggio». La docente di educazione fisica Santuccia Floris ha posto l'accento sulle responsabilità delle famiglie: «Queste azioni ci permettono d'intervenire su un doppio binario: figli e genitori. Perché è certo che una serie di comportamenti devianti, legati ad aspetti di esasperazione dello sport, come ad esempio l'agonismo precoce, sono spesso dovuti ad atteggiamenti diseducativi dei genitori che spingono i figli ad accedere allo sport dei campioni solo per un'immagine sociale».
SANTINA RAVÌ