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Sardegna

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Vivere la campagna

Il territorio, se valorizzato e sostenuto, può dare risposte immediate alla crisi

Presidente Fulvio Tocco

lunedì 22 aprile 2013 - COMUNICATO STAMPA

La politica si è fatta sorprendere dalle campagne contro le Province, individuate come il male del sistema, ma oggi è evidente che non c’è altro livello istituzionale che possa incidere per rimettere in moto le attività produttive con misure semplici, veloci e di facile attuazione
Oggi 22 aprile, giornata dedicata alla terra, voglio esporre una riflessione maturata in seguito al seminario tenutosi venerdì 19 u.s., presso il Centro polifunzionale del comune di Seulo, avente come oggetto la valorizzazione del maiale sardo. La riunione, organizzata per approfondimenti tecnici, si è trasformata spontaneamente in un momento di riflessione politico-programmatica. Gli allevatori intervenuti, risentiti per l’assenza di una politica suinicola regionale, hanno chiesto maggiore interesse per le attività del settore primario e, appunto, del comparto suinicolo. Non c’è stato un intervento che supplicasse un posto di lavoro per fuggire dalla campagna, bensì è emersa una gran voglia di lavorare in un comparto ben conosciuto e radicato nelle zone interne, che è riuscito a tutelare questa preziosa biodiversità animale sino ai giorni nostri. Nello specifico, è stata avanzata la richiesta di una maggiore attenzione da parte della pubblica amministrazione per la rimozione del blocco delle vendite degli insaccati fuori dal perimetro isolano, nonché sul controllo dei prezzi delle granaglie per favorire la competitività del comparto. Ecco perché il seminario sulla valorizzazione del maiale sardo, ben introdotto dai tecnici di Agris e Laore, ha avuto una valenza di gran lunga più ampia rispetto alle aspettative degli organizzatori.
Dalla riflessione, maturata in poche ore in tale contesto, ho ricavato gli elementi che mi spingono ad affermare che per uscire dalla crisi del capitalismo, che ultimamente ha lasciato a casa migliaia di lavoratori dipendenti ed autonomi, è necessario rilanciare l’economia reale, quella collegata alla terra che consentirà di recuperare la capacità produttiva del territorio. Oggi solo il territorio, con tutte le sue potenzialità, può dare risposte concrete e immediate alla crisi. Considerando che all’orizzonte non si scorgono altre possibilità occupazionali che suppliscano la perdita dei posti di lavoro, lo Stato e le Regioni devono valutare questa possibilità prima che sia troppo tardi. Le Province, in seguito alla riforma dell’assetto istituzionale, con l’applicazione di regole chiare, semplici e trasparenti, hanno la dimensione adeguata per stimolare nuove opportunità di lavoro nel settore primario ed ambientale fuori dagli schemi paralizzanti della burocrazia, poichè sono in grado di elaborare e attuare progetti di carattere collettivo che consentano l’ulteriore crescita del Made in Sardinia con una forte radice ecologica ed identitaria.
La politica, negli ultimi anni, si è fatta sorprendere dalle roboanti campagne contro le province, individuate come il male maggiore del sistema da parte delle lobby economiche e politiche, ma oggi è evidente che non c’è livello istituzionale che possa ritenersi indenne dalle responsabilità della perdurante recessione economica. Gli sprechi sono rilevabili in ogni ambito istituzionale, e non esclusivamente in comuni e province; si nascondono anche, ad esempio, nell’inefficiente impiego delle risorse umane della pubblica amministrazione. Per cui immaginare la ripresa economica con la rinnovata funzione degli enti intermedi che operano attuando progetti collettivi, in stretta collaborazione con le amministrazioni comunali, non è una proposta peregrina. I dettagli dicono che si può fare. Le province possono favorire uno snellimento del sistema regione, una semplificazione della burocrazia, e permettere che il territorio venga coltivato e custodito per produrre ricchezza e occupazione stabile.
La Sardegna ha bisogno di questo.
Fulvio Tocco