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Sardegna

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Vivere la campagna

La nuova PAC riconosce gli aiuti al reddito agli agricoltori

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giovedì 13 ottobre 2011 - COMUNICATO STAMPA

Intenzione di Ciolos è anche quella di “incoraggiare” le iniziative agro ambientali a livello nazionale, regionale e locale attraverso la lotta ai cambiamenti climatici e il ripristino degli ecosistemi.

Fulvio Tocco: La provincia del Medio Campidano ha anticipato i contenuti della riforma della politica comunitari post 2013 la Giunta regionale ne tenga conto

Martedì scorso il Commissario all’Agricoltura, Dacian Ciolos ha presentato la proposta ufficiale di riforma della politica agricola comune (PAC) alla Commissione Agri del Parlamento europeo. Si tratta di un progetto strategico per l’economia comunitaria, che si annuncia importante da una parte ma prevede anche dei forti tagli per l’agricoltura difficili da sopportare. Se si privilegiano le coltivazioni estensive l’Italia verrà sicuramente danneggiata. Di conseguenza la Sardegna lo sarà ancora di più non avendo la grossa azienda. L’idea di fondo del progetto è, infatti, una rimodulazione degli aiuti europei, soprattutto a sfavore dei Paesi che oggi godono del sostegno maggiore, come l’Italia del nord, e a favore di quelli che storicamente non sono stati sostenuti. La questione per noi sardi assume una valenza diversa, in quanto abbiamo un’economia bloccata e che può decollare solo ripartendo dalla forza strategica del territorio, troppo frettolosamente abbandonato. “Territorio - ha commentato Tocco - che può dare una mano alla ripartenza sostenibile e all’innovativa decrescita di sistema ricoltivando tutti i seminativi per produrre in casa ciò che serve per alimentare il grande patrimonio zootecnico ovino costituito da 2.700.000 capi. Animali che mangiano tutti giorni e che oltre al pascolo e a quanto si produce nelle rispettive aziende per il resto viene alimentato con granaglie, di vario tipo, che vengono importate dai mercati extra nazionali. La riforma 2013-2020, operativa a partire dal 2014 per noi sardi è di fondamentale importanza; ne va di mezzo il futuro dell’economia e delle imprese agricole che stanno pagando la crisi a caro prezzo. La Riforma in itinere va osservata e studiata con grande attenzione. Si tratta di un momento importante per il futuro dell’agricoltura sarda e sarebbe opportuno che a livello regionale si aprisse un confronto interistituzionale individuare le future strategie. In sostanza, la proposta di Ciolos estende l’ammontare degli aiuti previsti per i vecchi 15 Stati membri agli attuali 27 partner europei. Per il nostro Paese significa un taglio sui contributi a sostegno dei mercati agricoli. Per la Sardegna un’altra ulteriore penalizzazione che farà venire il mal di testa agli agricoltori e ai pastori. Dalla proposta di riforma della Politica agricola comune (Pac) post 2013 per nostra fortuna è stata stralciata, la data del 2028 come scadenza per il livellamento dei pagamenti diretti Ue agli agricoltori, che avrebbe comportato un taglio del 35% dei pagamenti italiani. Se non ci saranno ripensamenti a favore delle isole l’influenza per la nostra agricoltura sarà forte. La proposta prevede comunque un calo degli aiuti diretti all’Italia che Bruxelles quantifica solo per il 2014-2020 a -4,8%, mentre rispetto al 2013 gli analisti della stampa specializzata indicano un taglio a regime del 6,7%. In dettaglio i punti chiave della riforma sono dieci. Il primo punto è quello relativo agli “aiuti al reddito” mirati per rendere più dinamica la crescita e l’occupazione: l’aiuto di base riguarderà solo gli agricoltori in attività e sarà decrescente a partire da 150mila euro con un massimale di 300mila euro per azienda. Al secondo punto gli “strumenti di gestione delle crisi” che devono essere secondo Bruxelles più reattivi e adeguati. Al terzo punto il “pagamento verde” per conservare produttività a lungo termine tutelando gli ecosistemi in perfetta linea col progetto Vivere la Campagna della provincia del Medio Campidano. di Al fine di rafforzare la sostenibilità ecologica del settore primario e di valorizzare gli sforzi degli agricoltori in tal senso la Commissione propone di riservare il 30 per cento dei pagamenti diretti alle pratiche che consentono un uso ottimale delle risorse naturali. Al quarto punto figurano ulteriori finanziamenti, che saranno raddoppiati per la ricerca e l’innovazione. Al quinto punto la filiera corta. Intenzione di Ciolos è anche quella di “incoraggiare” – al sesto punto del documento – le iniziative agro ambientali a livello nazionale, regionale e locale attraverso la lotta ai cambiamenti climatici e il ripristino degli ecosistemi. Per rendere l’agricoltura più competitiva a Commissione propone di sostenere le organizzazioni dei produttori e quelle interprofessionali anche attraverso lo sviluppo di filiere più corte dal produttore al consumatore, senza troppi intermediari. Al settimo punto, largo ai giovani. Per Bruxelles è importante anche “facilitare l’insediamento dei giovani agricoltori”. Ottavo punto: verrà creato un “kit d’avviamento” per sostenere i progetti di microimpresa con finanziamenti fino a 70mila euro per un periodo di cinque anni. Al punto numero nove del documento redatto da Bruxelles si parla di “maggiore attenzione alle zone fragili” per evitare la desertificazione e preservare la ricchezza dei territori. Infine, al punto numero dieci si vuole spingere per avere una PAC “più semplice ed efficace”.