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Sardegna

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Vivere la campagna

Il genetista Luigi Tacchi a Villacidro

suino di razza sarda

lunedì 21 settembre 2009 - COMUNICATO STAMPA

Nel Medio Campidano ci sono ancora i maiali con la criniera sovrapposta al normale mantello di razza sarda.

Una biodiversità che farà parlare a lungo, in tutto il mondo, degli allevatori e dei suini di Villacidro. La Convenzione sulla Biodiversità, elaborata a Rio de Janeiro nel 1992, afferma il valore intrinseco di questi animali plasmati dalla natura e non dall’uomo.

In questi giorni il genetista Luigi Tacchi, insieme al ricercatore Sebastiano Porcu e al tecnico dell’APA di Nuoro Silvio Pistis, hanno accompagnato il presidente della Provincia del Medio Campidano Fulvio Tocco e l’assessore del Comune di Villacidro Dario Piras, in un sopralluogo per la verifica della biodiversità suinicola locale. Questa volta è toccato all’allevamento dei fratelli Piras di Villascema, una nota località di querce di Villacidro, dove sono presenti esemplari di suini bradi rispondenti ai progenitori della pura razza sarda. Il genetista ha potuto accertare che in quell’allevamento ci sono esemplari nobili e senza contaminazioni di selvaggio che è il dato imprescindibile per il riconoscimento di razza. Tocco che in quell’azienda c’era già stato e si era intrattenuto a parlare con Giuseppe Piras, vera memoria storia di rilevante interesse zootecnico, considerati gli elementi raccolti, ne ha voluto informare tempestivamente Luigi Tacchi dell’ANAS di Roma, un tecnico con i fiochi che di genetica se ne intende veramente e Sebastiano Porcu di AGRIS. Tocco, alcuni giorni prima, aveva potuto osservare i maiali con la criniera sovrapposta al normale mantello di razza. Una scoperta sensazionale che qualifica ulteriormente il piano suinicolo provinciale. Una biodiversità che farà parlare a lungo degli allevatori di Villacidro, in qualità di custodi di queste genetiche, per averle ricevute in dono, dai loro nonni. La Convenzione sulla Biodiversità, elaborata a Rio de Janeiro nel 1992, afferma il valore intrinseco della diversità biologica e dei suoi vari componenti: ecologici, genetici, sociali ed economici, scientifici, educativi culturali, ricreativi ed estetici; Giuseppe Piras, non la conosce ancora questa convenzione, ma può dire di avere in casa gli esemplari che quel trattato protegge. La convenzione, infatti, riconosce inoltre l'esigenza fondamentale per la conservazione della diversità biologica che consiste nella salvaguardia in situ degli ecosistemi e degli habitat naturali, col mantenimento e ricostruzione delle popolazioni di specie vitali nei loro ambienti naturali. Di conseguenza, il comune di Villacidro, ha l’opportunità di rendere possibile in quel sito l’allevamento della razza sarda deliberando in merito le regole alle quali devono adattarsi gli allevatori di montagna. Questa è la dimostrazione che quando un progetto viene approfondito con grande rigore scientifico, come sta facendo da due anni il presidente della Provincia Tocco, le strade per rendere produttivo il territorio, mantenendo l’allevamento tradizionale con gli animali rustici, nei luoghi d’origine, sono possibili da percorrere senza ricorrere a forzature amministrative. Tacchi, durante la visita è stato un vulcano d’informazioni ribadendo che la biodiversità è la varietà delle forme di vita vegetali e animali presenti negli ecosistemi del pianeta. Villacidro è uno di questi luoghi fortunati. Sono convinto, ha ribadito con convinzione Luigi Tacchi che se avessimo trascurato questa razza per altri tre o quattro anni, i danni sarebbero stati incalcolabili per l’uomo. Forse non avremo perso la razza sarda, ma di sicuro alcune sue varianti. “Le varietà genetiche si perdono anche in questo modo - ha affermato caparbiamente Tacchi. -La sopravvivenza di ogni specie dipende dalla varietà di popolazioni che la compongono. La biodiversità degli ecosistemi è riferita ai diversi ambienti in cui la vita è presente: in questo caso la montagna e la foresta”. La distruzione di questi ambienti comporta il rischio di estinzione delle specie che vi abitano. Chi incendia annualmente i monti di Villacidro, produce danni incalcolabili. Cancella per sempre parti di natura vegetale e animale. Cancella la biodiversità locale.