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Sardegna

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Vivere la campagna

L’agricoltura sta morendo nel disinteresse generale

Il Presidente Fulvio Tocco durante il convegno olivicoltura tenutosi a Gonnosfanadiga

sabato 21 novembre 2009 - COMUNICATO STAMPA

Lettera aperta del presidente della Provincia Fulvio Tocco

Di fronte al dramma che coinvolge la vita di diverse famiglie di agricoltori, ci sono i cinici di turno che alimentano voci fuorvianti sui progetti della provincia finalizzati alla coltivazione e alla cura del territorio.

Sarò ripetitivo, ma mai avrei immaginato che venire incontro alla categoria più in difficoltà del sistema economico sardo, gli agricoltori appunto, fosse considerata da alcuni un’elargizione di soldi facili. A parte la grande menzogna raccontata di recente dai nemici del territorio, si tratta di una remunerazione di 210 Euro a ettaro per chi coltiva i legumi da granella e da foraggio all’interno dell’originale progetto Vivere la Campagna, per un’estensione massima consentita di quattro ettari. Ma coloro che mettono in circolazione queste voci fuorvianti, si accorgono del dramma che coinvolge la vita di numerose famiglie di agricoltori, cadute nel precipizio della disperazione? La provincia del Medio Campidano, ha messo a punto un progetto condiviso che, con un briciolo di risorse, consente la coltivazione del territorio e nello stesso tempo di produrre in casa ciò che serve per una sana alimentazione del patrimonio zootecnico e umano. Si tratta di un laboratorio per lo sviluppo sostenibile del Medio Campidano. Da un po’ di tempo la crescita della produzione e la crescita del benessere non coincidono più in modo necessario e automatico. Al contrario: la crescita economica senza regole ambientali e sociali produce nuove povertà e nuovi squilibri e marginalità, aggrava vecchie miserie, dissipa risorse, disinveste per il futuro, distrugge ricchezze collettive edificate nel tempo (centri urbani, paesaggi, comunità, culture e saperi locali).
Vivere la Campagna, è un progetto che traccia una nuova strada, utilizzando la regola del cosiddetto de minimis primario. Oggi, infatti, in ambito comunitario è consentito per fronteggiare la crisi, di applicare i regolamenti Reg. (CE) n. 1998 del 15 dicembre 2006 e n. 1535 del 20 dicembre 2007 e la provincia del Medio Campidano, visto lo stato di difficoltà delle aziende agricole, gli ha recepiti e resi subito utilizzabili per ridare immediato impulso all’economia locale. La regola de minimis fissa una cifra assoluta (2.500 Euro per anno) quale soglia di aiuto, al di sotto della quale si può considerare come inapplicabile l’art. 87 - par. 1 del Trattato Istitutivo della CE e, pertanto, l’aiuto non è più soggetto all’obbligo della preventiva notifica alla Commissione Europea. La provincia del Medio Campidano, per limiti di bilancio, può arrivare a coprire al massimo la contribuzione di appena 800 euro per azienda e solo per questa esclusiva ragione che ai produttori è stato riconosciuto un premio per quattro ettari e non di più. Se la politica sarda recepisse l’importanza strategica di questa forma d’intervento che consente la produzione di ricchezza, e una serie di benefici specifici, lo estenderebbe sino a 10 ettari / anno nel corso di una sola annualità.
L’agricoltura sarda sta consumando se stessa, e i figli, mortificati, non riescono a mantenere in piedi le aziende ricevute dai padri. Nessuno è in grado di contrastare questa crisi. Con gli interventi straordinari invece, se ben finalizzati, è possibile aiutare le aziende affinché mantengano accesi i motori, in attesa che questa crisi passi. Il ruolo primario della pubblica amministrazione che ha a cuore i problemi sociali ed economici del territorio è quello di trovare soluzioni immediate e compatibili con le proprie risorse. La provincia ha dimostrato che si può fare. Altro che facili elargizioni … . Se immaginiamo che la PAC è a rischio, e che a breve il bilancio agricolo potrà persino essere dimezzato, con un taglio dei fondi tra il 20 e i 30 miliardi euro, come si sta anticipando, credo che fare appello al senso di responsabilità collettiva sia più che un dovere. Di fronte a questi chiari di luna, da noi, che si fa? altrove ci stanno già pensando: in Francia gli agricoltori ricevono ingenti aiuti in barba ai divieti UE; in Germania la Merkel riduce le tasse; l’Italia invece non riesce neanche a conservare i fondi per le calamità naturali. Pertanto, se teniamo buon conto di quanto sta succedendo in Europa e in Italia, trovare delle soluzioni a livello locale non è altro che un indiscutibile dovere. La provincia del Medio Campidano nel suo piccolo lo sta facendo. Quindi, cosa si può dire di un Ente che ha preso a cuore le sorti degli agricoltori, che pur non avendo delega specifica, sta sperimentando, anche per altri, percorsi del tutto inesplorati sullo scenario regionale? I contenuti di Vivere la Campagna, se estesi, possono tornare utili per tutti i sardi. Altro che di soldi facili agli agricoltori si tratta! E’ necessario imboccare, senza indugio, una nuova strada per governare il dramma della nostra agricoltura. Su questa strada la provincia è già in cammino e continuerà la sua battaglia con atti concreti. Che poi alla fine è una battaglia delle persone di buon senso.

Fulvio Tocco