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Sardegna

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Vivere la campagna

Il mondo dell’ippica del Medio Campidano manifesta a Roma

Ippodromo di Villacidro

giovedì 12 gennaio 2012 - LA NUOVA SARDEGNA

Tra i motivi della protesta c’è anche l’ippodromo quasi dimenticato

SANLURI. Il comparto ippico sardo non galoppa e neppure trotterella, è fermo al palo e paga ancor più di quello nazionale una crisi che con i tagli ai contributi preannunciati dal governo Monti rischia di diventare devastante. Se ne è parlato ieri a Sanluri in un’assemblea che, promossa dal presidente del Medio Campidano e dal sindaco di Villacidro, Teresa Pani, ha visto la partecipazione di rappresentanti dell’intero settore ippico regionale.
Una folta delegazione del mondo sardo dei cavalli sarà presente oggi a Roma alla manifestazione nazionale davanti a palazzo Chigi per chiedere al Governo di mantenere in piedi e caso mai rivitalizzare il comparto che ruota attorno all’ippiche.
L’iniziativa del presidente del Medio Campidano e del sindaco Pani ha due motivazioni precise: la prima è che l’allevamento equino è tradizione diffusa nel territorio mediocampidanese (con relativi ritorni economici), la seconda che a Villacidro è stato costruito un ippodromo costato circa 8 milioni di euro di denaro pubblico e che a tre anni e mezzo dal taglio del nastro (bisognava farlo, c’era di mezzo una campagna elettorale) non ha ancora aperto i battenti. Tutto perchè l’Unire, ente nazionale delle corse sportive, non ha mai inserito l’impianto di Villacidro nel calendario delle gare sportive associate alle scommese e ai gran premi nazionali e internazionali.
All’incontro di Sanluri sono arrivati esponenti del settore ippico da ogni angolo della Sardegna e questa e’ stata la dimostrazione della crisi che sta attraversando il settore. «Quando una riunione preparatoria è così affollata - ha commentato il presidente del Medio Campidano -, è la dimostrazione che c’e’ voglia di lottare per difendere il lavoro. In questo caso autonomo e dipendente insieme. Ma se s’indeboliscono gli ippodromi di Chilivani e Sassari, e su quello di Villacidro si ritarda l’apertura, il sistema ippico sardo, oggi agonizzante, rischia di prendere la via del definitivo declino». Gabriella Masuri, dell’Assogaloppo, ha sollecitato il collaudo dell’impianto di Villacidro dopo le richieste di adeguamento chieste dall’Unire (indicate nel dettaglio dal sindaco Pani), mentre Mario Cossu, a nome dell’Anacaad, ha invitato alla linea unitaria nel portare avanti le iniziative future. «Intorno agli ippodromi sardi ruotano un alto numero di cavalli e altrettanti operatori del comparto fra allevatori, proprietari, maniscalchi, agricoltori e trasportatori di cui bisogna tener conto», ha concluso Fulvio Tocco.
LUCIANO ONNIS