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Sardegna

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Vivere la campagna

Abolizione Province: la Bocconi dice, con dati alla mano, che i cittadini sono stati ingannati

sede della Presidenza della Provincia del Medio Campidano

giovedì 8 marzo 2012 - COMUNICATO STAMPA

Con le deleghe sulle attività produttive Province, Comuni e cittadini più forti

Tocco: i teorici del superamento delle province avranno il coraggio di dire che si sono sbagliati a chiederne l’abolizione?

La propaganda anti provincia ha già prodotto abbastanza confusione e scoramento. Ha prodotto una disinformazione terribile tra i cittadini. I “teorici” del superamento delle province avranno il coraggio di dire che si sono sbagliati? Che hanno messo in campo con una faciloneria da dilettanti una proposta senza conoscere il dettaglio dei costi veri? Che hanno dimostrato di non conoscere il costo raffrontato con tutto il sistema degli Enti primari e secondari? Ora che lo studio della Bocconi di Milano ha messo in evidenza i dettagli, risulta, senza tema di smentita, che le istituzioni più costose sono le regioni che assorbono il 72% della spesa di tutta la pubblica amministrazione primaria; adesso come giustificheranno il loro populismo? E’ chiaro che non è solo un problema di costi e demagogia. Lo Stato così come è organizzato - con una marea di Enti secondari, circa 7.000, che si aggiungono a quelli costituzionali, e senza un codice delle autonomie locali che dica cosa devono fare i comuni, le province e le regioni - si è incartato. E i danni prodotti dal clientelismo sfrenato sono divenuti ancor di più appariscenti. La questione vera riguarda il funzionamento dello Stato. E’ chiaro che in assenza di un “codice” le Province non possono dare il meglio di sé sul territorio e non risultano utili allo sviluppo.
Secondo una mia esperienza personale, posso dire che l’ente intermedio è indispensabile per lo sviluppo e la crescita. Può agire con interventi in grado di avere un impatto immediato sull’economia. Basta lasciare il populismo in disparte e si facciano gli interessi della gente che paga le tasse. Se rendiamo il territorio coltivato, saremo in grado di stravolgere il funzionamento di una Regione e di un Paese incartati. Con la funzione di coordinamento delle province finalizzata a rendere produttivo il territorio, possiamo rafforzare anche l’economia dei comuni e dei loro abitanti.
Altro che superamento dell’ente provincia! servono specifiche deleghe sulle attività produttive da parte della Regione. Oggi uno dei motivi di una non piena utilità delle Province è, infatti, l’impossibilità di partecipare alla produzione della ricchezza locale per rafforzare il sistema Sardegna in preoccupante fase di declino.
Classificare l’ente Provincia come una deformazione dei cosiddetti sperperi della casta è un inutile passatempo che non appassiona davvero nessuno tanto più in un momento nel quale ci sono cose ben più importanti da affrontare nel nostro Paese. Un gioco che in realtà va contro gli interessi dei cittadini per allontanarli dalle attenzioni verso i costi veri che si sostengono per le alte burocrazie dello stato e per sostenere una sovrabbondanza di privilegiati.
La proposta del superamento delle province è stata fatta ben recepire agli italiani in quanto si è privilegiata la scorciatoia aderendo alle proteste dei disoccupati e dei precari, per dire loro che si sarebbe finalmente fatto qualcosa, ma è stata data una pusillanime risposta.
Forse i proponenti dell’abolizione immaginavano di farla franca e che non ci sarebbero stati degli approfondimenti sulla questione. Però, ora i dati sviluppati della Bocconi dicono con chiarezza che i cittadini sono stati ingannati dai proponenti che si sono distinti per superficialità e pressapochismo. I sostenitori dell’abolizione, ora un po’ più nascosti, hanno dimostrato di non avere il senso dello Stato. Svendere un ente costituzionale in nome di un dato errato corrisponde ad un atto sconsiderato per gli effetti nefasti che produce su chi ci lavora e sui cittadini tutti.
Appena possibile il sistema delle province sarde è disposto a mettersi in gioco per dimostrare ai sardi che si può migliorare la funzione pubblica a favore dello sviluppo se si riconsidera il ruolo di coordinamento territoriale una risorsa a favore delle produzione di ricchezza in tempi brevi così come la situazione richiede.
IL PRESIDENTE
Fulvio Tocco