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Sardegna

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Vivere la campagna

Agli allevatori del maiale a pascolo brado va il titolo di facilitatori della ricerca scientifica. Domenica a Villacidro, località “Villascema” il taglio del nastro

suino di razza sarda

giovedì 26 novembre 2009 - COMUNICATO STAMPA

Un Meeting in riconoscimento agli allevatori di suini all’aperto che, con grande ostinazione e costanza, hanno custodito scrupolosamente il patrimonio genetico che è stato utilizzato dai ricercatori di Agris per far riconoscere ufficialmente la razza sarda.

Domenica 29 novembre il parco di Villascema, in agro di Villacidro, passando per la strada di Monti Mannu, ospita il primo Meeting del suino di razza sarda. La prima edizione si apre all’insegna della crisi del comparto suinicolo che comprende un importante indotto. «Il momento per la filiera suinicola è durissimo - ha sostenuto il presidente della provincia Fulvio Tocco -ma spetta alla pubblica amministrazione, trovare nuove formule per sostenere gli allevatori della razza sarda”. “Grazie alla loro audacia le nuove generazioni possono godere di questa antica genetica - ha commentato con soddisfazione l’assessore dell’agricoltura Dario Piras. “Per tale ragione, questi allevatori di Villacidro, meritano rispetto e considerazione - ha rafforzato il presidente Tocco. Non si può giocare quando si fa promozione. Il Meeting è anche il miglior riconoscimento che il Comune di Villacidro, l’Associazione allevatori di Cagliari e la Provincia del Medio Campidano, potessero fare per chi ha gelosamente custodito queste reliquie genetiche.
È una crisi che non sembra finire mai, i costi di produzione sono da tempo al di sopra dei ricavi, mettendo alle corde anche le migliori realtà suinicole nazionali. Indubbiamente il meeting apre i battenti in uno dei momenti più difficili che la filiera si sia trovata ad affrontare. Eppure, proprio questo avvenimento può e deve rappresentare un momento di svolta, un’iniezione di fiducia e ottimismo: sarà l’occasione per impostare per i prossimi anni a Villacidro, patria del suino di razza sarda, una vetrina di quanto di meglio la suinicoltura sarda è in grado di esprimere, in termini di attrezzature, di genetica, di know-how, di ricerca. Per questa ragione sarebbe stata auspicabile una maggiore sensibilità da parte degli uffici preposti a facilitare la buona riuscita dell’iniziativa. Questo, sarebbe tornato utile a tutti. Promuovere nuove opportunità di lavoro spetta a tutti sardi. Per il momento l’unica buona notizia arriva dalla Provincia del Medio Campidano che con un pacchetto di misure finanziarie, organizzative e formative, intende dare una mano ai produttori per rilanciare il suino di razza sarda sull’esempio di quanto è stato fatto a suo tempo nella provincia di Siena. A partire dal 2010, il bilancio della Provincia dovrà contenere delle risorse per sostenere gli allevatori, che hanno avuto la bontà di conservare la razza sarda. Queste iniziative, ora sono possibili grazie ai cosiddetti “proprietari dei maiali scarmigliati”, così come alcuni “focosi” chiamano gli allevatori della razza sarda. Ma la riconsiderazione delle biodiversità animali a livello planetario ha dato ragione agli allevatori, considerati dai maldicenti, “antidiluviani”.