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Sardegna

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Vivere la campagna

Nuove regole per i volontari

Protezione Civile Provincia Medio Campidano

sabato 4 giugno 2011 - L'UNIONE SARDA

La Provincia stabilisce i criteri di assegnazione: mai più soldi a pioggia
Ecco l'albo delle associazioni: pronti 600 mila euro

Il cuore grande del Medio Campidano è un esercito di 10 mila volontari. Pulsa e cresce nei 28 Comuni della Provincia, alimentando quotidianamente ben 279 associazioni: 112 operano nella sanità, 5 nella promozione sociale, 1 di auto mutuo aiuto, 25 nel settore folcloristico, 5 nella cultura, 21 nella musica, 100 in attività di teatro, spettacolo e beni culturali. Una realtà importante, sopravvissuta grazie ad un sostegno economico della Provincia di poco più di 600 mila euro. Fondi distribuiti a volte a pioggia, a volte in base all'ordine di arrivo della richiesta, altre in base ai bisogni e alle attività programmate. Inevitabili malumori e polemiche: «A noi pochi spiccioli, ad altri somme consistenti». Ora non più: il Consiglio provinciale ha appena approvato un regolamento che dà vita all'Albo delle associazioni e delle Organizzazioni di volontariato.
IL CAMBIO Niente è lasciato più al caso: da oggi solo chi è iscritto nell'apposito registro potrà vantare diritti e accedere a qualsiasi forma di risorsa. Fra i requisiti c'è l'obbligo di operare senza fini di lucro, di avere una sede legale nel Campidano, un atto costitutivo, uno statuto, un proprio bilancio e relazionare sulle attività svolte. I gruppi folk in particolare dovranno produrre materiale documentario e fotografico, possedere un'assicurazione estesa a tutti i soci, obbedire ad un disciplinare di decoro e portamento, pena la cancellazione dall'Albo.
IL RECORD «Siamo la prima Provincia», dice l'assessore al Turismo, Michele Cuccui, «dotata di un Albo delle associazioni. Nel 2011, anno europeo del volontariato, ci è sembrato doveroso ricordarci di loro, ponendo al centro dell'attenzione il lavoro silenzioso svolto con discrezione e determinazione. L'obiettivo è monitorare e valorizzare tutte le forme di associazionismo nella stessa identica maniera. Senza privilegiarne alcune e penalizzarne altre».
Santina Ravì