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Sardegna

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Vivere la campagna

Una pecora nera arreda la casa

Pecora nera di Arbus

mercoledì 29 aprile 2009 - L'UNIONE SARDA

L'ovino di Arbus era in via di estinzione: un progetto di ripopolamento ha ottenuto grande successo
Imprenditrice nel mercato del manto lavorato

La lana - lavorata con latte, olio d'oliva, miele e liscivia - arreda la casa, impreziosisce i gioielli, abbellisce il legno, il ferro, entra nella linea beauty, copre le saponette. Non solo: ha capacità di isolamento termico, acustico e di purificazione dell'aria
Meglio la tanto bistrattata pecora nera di quella bianca. È così l'ovino di Arbus, messo da parte per parecchio tempo, è di nuovo al centro dell'interesse. Ormai in via d'estinzione, in appena tre anni ha più che raddoppiato le presenze: da 200 che erano nel 2006 sono passati a 500 esemplari. A suscitare attenzione è soprattutto il suo manto naturale. Una lana che, infeltrita con latte, olio d'oliva, miele e liscivia, arreda la casa, impreziosisce i gioielli, abbellisce il legno, il ferro, entra nella linea beauty, copre le saponette, evitando schiuma e riducendo il consumo dell'acqua. Non solo: ha capacità di isolamento termico, acustico e di purificazione dell'aria. Quindi dà una mano ai problemi ecologici ed ambientali. Da non dimenticare le corna che diventano manici di coltelli. E le mammelle che si adattano meglio alle moderne mungitrici. Da qui l'idea di un vero e proprio business. La prima a pensarci fu Daniela Ducato, di Guspini. «Ho sempre pensato - racconta - che con la lana della pecora nera, bella, morbida, soffice, naturale, si possono fare tante cose. Ho iniziato a studiare e viaggiare. Sono stata in Turchia ad apprendere tecniche e segreti. Dieci lunghi anni di sperimentazione. Ora il sogno è realtà: una pecora per addobbare la casa, per rispettare l'ambiente, per difendere la salute. Il metodo è semplice: si lavorano i fiocchi di lana con umidità, calore e pressione. Ottenuto il tessuto, si passa alla colorazione con prodotti vegetali di scarto: carciofi, ciliegie, bucce d'arancia e quant'altro possa finire nella pattumiera di casa». L'ultima conquista è il brevetto per una pergamena che contiene alghe arrivate dal Giappone. «L'iniziativa- spiega l'esperta - è stata di un gruppo di architetti giapponesi. Loro hanno messo le alghe, noi il resto: il prodotto finito è un vero incanto».
Presupposti perché si possa davvero conquistare il mercato mondiale. Intanto ha conquistato l'Europa. C'è il progetto Med-laine che ha avuto l'okay dal Fondo europeo di sviluppo regionale. Un milione e mezzo di euro per il recupero delle razze ovine autoctone, dei tessuti artigianali e di materiali per la bioedilizia. Azioni e percorsi sono stati al centro di un incontro a Sanluri, coordinato dal presidente della Provincia Fulvio Tocco. Soddisfatto l'assessore alle Attività produttive Mario Vacca. L'ovino nero deve a lui il ritorno sulle montagne di Arbus. «L'obiettivo - dice - è entrare a far parte del Piano di sviluppo rurale ed ottenere così un contributo di 20 euro per capo. La speranza, invece, rimane quella di un valore aggiunto ai nostri prodotti, in grado di compensare i sacrifici e gli investimenti, rendendo più remunerativa la pastorizia e l'agricoltura».
SANTINA RAVÌ