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Sa Corona Arrubia, più ricca la mostra degli Etruschi

Museo de Sa corona arrubia

giovedì 10 aprile 2008 - L'UNIONE SARDA

Archeologia Duecento nuovi pezzi

La prima parte della mostra sugli Etruschi, comprendente 500 pezzi tra urne di terracotta, maschere con chiodi bronzei, coperchi di sarcofagi, statuette, attica, anfore, calici di bucchero, medaglioni, olla d'impasto e a bottiglia, olpe etrusco-corinzia, vasi, dadi in osso, astragali, sferette d'impasto, piatti, bracieri d'impasto, armi, gioielli e molti altri reperti ancora, raccolti in tre sezioni (Spirito, Terra, Vita), era stata inaugurata in dicembre, nel Museo del Territorio Sa Corona Arrùbia di Lunamatrona. Dopodomani, un altro capitolo di non minore importanza verrà aggiunto a questo bell'allestimento dedicato alla storia del popolo più importante e famoso dell'Italia preromana.
Il pubblico potrà questa volta ammirare 200 pezzi tra corredi funebri, ripostigli, reperti ritrovati nelle aree di santuari, scoperti in tombe rinvenute in Toscana, a Ponte Cagnano, ma anche in Sardegna, nelle zone di Cagliari, Oristano e Sassari. «Quello che questa mostra vuole raccontare è l'interazione culturale», ha dichiarato l'architetto Eugenio Martora della Contemporanea Progetti (società che ha ideato e curato tutta l'iniziativa), nel corso della presentazione svoltasi ieri a Cagliari nei locali dell'Exmà. «La mostra archeologica viene spesso percepita come qualcosa di distante. Credo che con questa iniziativa venga invece testimoniato un aspetto diverso: un'idea culturale e didattica che trova un naturale sbocco nell' approfondimento scientifico».
Il tema dei rapporti tra nuragici ed etruschi, che sta alla base di questa sezione, verrà sviluppato facendo riferimento a un periodo ben preciso, compreso tra la fine dell'età del Bronzo e l'inizio di quella del Ferro. «L'intento è stato quello di illustrare i rapporti tra le due sponde del Tirreno proprio in questo arco di tempo, a quell'epoca molto stretti», ha ricordato l'archeologa Paola Falchi, curatrice della mostra con Marco Milletti. «Per questo motivo, abbiamo voluto contestualizzare i reperti esponendoli insieme al contesto del ritrovamento. Nel caso di quelli scoperti in Etruria, ad esempio, abbiamo portato tutto il corredo funerario, che in genere si ritrova all'interno dei corredi funerari delle tombe villanoviane, in cui erano inclusi i reperti nuragici».
Sul rapporto tra sardi ed etruschi si è poi soffermato anche Paolo Bernardini, direttore del Museo archeologico cagliaritano. «Il rapporto tra sardi ed etruschi si inquadra in uno straordinario Mediterraneo arcaico, estremamente mobile e dinamico, dove però non ci sono solo i due popoli che ho appena citato, ma anche mercanti ed esploratori che vengono dall'Oriente, i greci e quelle altre popolazioni che tutte insieme daranno vita a un circuito internazionale del commercio dei metalli. Un rapporto che nascerà prima di tutto sotto il profilo economico e che poi diventerà anche culturale, lasciando un segno profondo nelle sorti del Mediterraneo di questa età. Ma un aspetto importante lo si vedrà anche in un periodo successivo a questo, quando nuovamente, Etruschi, Sardi e Cartaginesi, saranno i protagonisti del mutamento delle sorti del Mediterraneo, che interessi politici porteranno a una divisione». Presenti alla conferenza anche il sindaco di Lunamatrona Alessandro Merici e Daniele Mascia, in rappresentanza del consorzio Sa Corona Arrubia.
CARLO ARGIOLAS

 

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