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Sardegna

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Vivere la campagna

Lezione di integrazione a scuola

bambini cinesi

martedì 7 aprile 2009 - L'UNIONE SARDA

San Gavino. Animato incontro al liceo Pedagogico sulla cultura dell'accoglienza
Tre ore di faccia a faccia tra gli studenti e don Cannavera

Botta e risposta con gli studenti del liceo Pedagogico. In cattedra don Ettore Cannavera, responsabile di una comunità di recupero.
Non la solita lezione cattedratica, ma un dibattito condiviso. Così quasi le studentesse del Liceo pedagogico e linguistico hanno partecipato all'incontro «L'inferno sono gli altri? Quando l'integrazione vince la paura: storie di vita e percorsi di accoglienza» con don Ettore Cannavera, responsabile della Comunità «La Collina» di Serdiana. Tre ore di confronto con interventi e testimonianze che hanno aperto la scuola al territorio e al dialogo con la gente. «La scuola - spiega il docente Gennaro Pinna - vuole affrontare e superare la sua crisi non indossando divise e grembiulini, ma diventando davvero palestra di vita. Oggi ci stimolano a crescere non i soliti contenuti dei libri di cui pure abbiamo bisogno, ma le storie vere e in presa diretta delle persone che ogni giorno si danno da fare nel territorio per porgere una mano a chi ha bisogno di aiuto».
Così molto toccante è la testimonianza di Angela Borghero, responsabile della Comunità via Marconi di Carbonia: «Dobbiamo costruire la cultura dell'accoglienza, ponti e non steccati. In questo non ci aiuta il capitalismo».
Poi prendono la parola Luca Pizzuto del gruppo di intervento culturale «Zorba il gatto» di Carbonia; Stella Deiana, responsabile del centro per richiedenti asilo e rifugiati della provincia di Cagliari; Paola Marras e Felix Adandedjan, rispettivamente coordinatore e mediatore culturale dello sportello polifunzionale per la mediazione della provincia del Medio Campidano.
Arriva il turno degli studenti: «Io dico sempre quello che penso - spiega Giulia - se la donna esce con tanti uomini è giudicata una poco di buono, l'uomo invece un latin lover». Don Cannavera dialoga con gli studenti, pone interrogativi ed invita alla riflessione: «Abbiamo bisogno dell'altro che è la realizzazione di me e mi fa conoscere. La diversità mi fa diventare me stesso: l'inferno è la chiusura all'altro: non divento nessuno da solo mentre l'altro mi fa conoscere. La frase di Cartesio «Penso, dunque sono» ha scatenato l'individualismo. Nella comunità «La Collina» cerchiamo la relazione con l'altro. Al termine integrazione preferisco quello di convivialità perché ognuno deve essere se stesso».
Il confronto è fondamentale come ricorda Khiyar Taoufik, docente di francese giuridico all'università di Casablanca: «Chiunque non conosce l'altra cultura pensa di essere superiore: è il caso degli antichi latini che consideravano tutti gli altri barbari».
GIGI PITTAU