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Sardegna

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Vivere la campagna

Le province di Cagliari e Carbonia – Iglesias hanno adottato Vivere la Campagna

Le province di Cagliari e Carbonia – Iglesias hanno adottato Vivere la Campagna

domenica 18 novembre 2012 - COMUNICATO STAMPA

L’ORIGINALE PROGETTO FAVORISCE LA RIPRESA DELL’AGRICOLTURA ISOLANA, INCENTIVANDO LA COLTIVAZIONE DEI CAMPI PER LA PRODUZIONE DI UNA SANA ALIMENTAZIONE ZOOTECNICA 

Contrariamente allo scetticismo di alcuni, ora “Vivere la Campagna” è patrimonio di mezza Sardegna. La provincia del Medio Campidano, il cui territorio è destinato ad essere accorpato ad altro al termine del processo di riordino istituzionale, lascerà la sua traccia sulle attività produttive, ambientali, alimentari e culturali. Infatti, al progetto finalizzato al recupero dei seminativi e alla rinaturalizzazione del suolo con le immissioni di azoto naturale, attraverso la coltivazione di ampie distese di legumi, si sono interessate sia la provincia di Carbonia - Iglesias, sia quella di Cagliari, adottandolo integralmente anche con la sua fortunata denominazione. “L’impostazione - ha commentato il Presidente Fulvio Tocco, ideatore dell’originale progetto - è finalizzata al ritorno immediato dell’investimento pubblico con ricadute positive sull’ambiente, sulla zootecnia e nel complesso sulla bilancia commerciale sarda.

Le tempistiche sperimentate dalla provincia del Medio Campidano hanno incuriosito un po’ tutti, sia sullo scenario nazionale che su quello regionale. Il progetto inizia e termina seguendo il ciclo biologico della pianta: questo è stato il segreto che ha coinvolto più di un migliaio di agricoltori nella coltivazione dei legumi, garantendo la proteina vegetale destinata al grande patrimonio zootecnico sardo”.

Di recente Vivere la Campagna è stato sottoposto all’attenzione dell’assessore dell’Agricoltura della Regione, Oscar Cherchi, che ha voluto conoscere i risultati del testaggio per esaminarne la possibilità di adozione ed estensione come progetto regionale. Ora, si spera che ad un raccolto ne segua un altro e un altro ancora e che quel progetto possa assumere un significato strategico attraverso il coinvolgimento, oltre che dei contadini e dei pastori, degli industriali, dei commercianti e della pubblica amministrazione che ha il dovere prestare la massima attenzione per la salvaguardia e la valorizzazione del paesaggio agricolo sardo.