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Sardegna

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Appello ai Consiglieri Regionali: una partita può essere vinta anche in “zona Cesarini”

Il Presidente Fulvio Tocco

mercoledì 8 maggio 2013 - COMUNICATO STAMPA

Il Consiglio Regionale, impegnato in questi giorni nella discussione della legge finanziaria 2013, può ancora individuare le risorse finanziarie che occorrono ad incentivare la coltivazione totale dei seminativi e ridurre le importazioni delle granaglie, che stanno impoverendo la zootecnia isolana.  Cereali, legumi e foraggi possono essere coltivati nell’isola con la finalità di soddisfare le esigenze degli allevatori. In termini sportivi le soluzioni in extremis venivano chiamate  “in zona Cesarini”, in onore della grande mezzala della Juventus.  Eppure, gli effetti di una simile decisione sarebbero immediati: il tempo della semina e il tempo del raccolto segnerebbero i tempi della ripresa economica sarda, e gli allevatori sardi, di fronte alla scelta tra granaglie d’origine incerta e scarsa qualità e quelle prodotte in Sardegna, opterebbero  a favore di quelle buone, sane, sicure. Oggi, purtroppo, va di moda parlare di green economy e di sostenibilità ambientale. Temi attualissimi, è vero, ma sempre discussi nell’orizzonte di un'economia speculativa e di un modello di sviluppo fondato sul mito della crescita illimitata. Si tratta di un modello che ha creduto e crede che la tecnologia sia sempre e comunque in grado di sopperire a qualsiasi problema di scarsità di risorsa o inquinamento. Ma la salubrità e il sapore dei cibi non  si piegano a quest’idea. Il vero problema, e ce ne stiamo accorgendo oggi più che mai, è che questo sviluppo è stato possibile solo a caro prezzo per l’umanità: al prezzo di forti diseguaglianze, nello spazio e nel tempo e al prezzo del consumo irreversibile di risorse fondamentali (fossili, acqua, suolo). Una situazione insostenibile. Ancor più insostenibile per la Sardegna che ricorre alle importazioni per alimentare quello che rappresenta il secondo patrimonio zootecnico italiano per numero di capi.
E' anche per questo motivo che sarebbe opportuno abituarci a nuovi stili di vita e di consumo, a nuovi modelli sociali ed economici. Questa è un'epoca in cui siamo obbligati ad essere creativi. Per la fortuna di tutti, i sardi hanno ancora la memoria del lavoro dei campi secondo i canoni ecologici, e le Istituzioni devono tenere conto di questo dato anche nelle decisioni politiche. Gli agricoltori, gli allevatori e le aree rurali, a partire da quelle marginalizzate dallo spopolamento, possono essere la sorgente dove sperimentare una nuova politica dei tempi, dei modi, delle forme e di nuovi comportamenti. Non potrebbe essere diversamente, visto che l’agricoltura produce quanto è più necessario e vitale, ovvero il cibo, ed ha un elevato valore ambientale e culturale.
La speranza è che i consiglieri regionali di tutte le forze politiche comprendano questo passaggio storico, evitando di giocare in difesa. Non si può pensare a politiche che mirino alla sola sopravvivenza del settore o alle sole risorse di provenienza. Un finanziamento straordinario contenuto, utilizzato con la formula dell’extra legem, può essere molto più utile dei tanti programmati. Anche il recupero di metodi e valori tradizionali non deve essere concepito come un ritorno all’agricoltura dei padri, ma come innovazione supportata dalle regole della natura, della comprensione e dai nuovi saperi a beneficio di tutti.
Fulvio Tocco