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Sardegna

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Vivere la campagna

Il suino di razza Sarda una biodiversità da riconsiderare. Se ne parlerà domenica 29 novembre, ore 10 a Villacidro (località Villascema)

suino di razza sarda

martedì 24 novembre 2009 - COMUNICATO STAMPA

Perché i vecchi porcari possono portarci nel futuro

Il riconoscimento della razza è stato raggiunto in seguito agli studi portati avanti dall’Istituto Zootecnico e Caseario per la Sardegna (Agris) nell’ambito del progetto comunitario INTERREG III dal tema “L’allevamento suino in ambiente Mediterraneo”. Ora la provincia del Medio Campidano intende sviluppare un Piano di valorizzazione. In Sardegna l’allevamento ha origini antichissime: nella Giara di Setzu, Tuili e Gesturi sono evidenti i segni dell’uomo allevatore. Per il periodo medievale, intorno al XIV sec., vi sono numerose testimonianze scritte che regolano l’allevamento suino nella “Carta de Logu” della Giudicessa Eleonora D’Arborea.
Gli allevatori di maiali all’aperto considerati nell’era industriale degli antidiluviani, ora nella società dell’informazione, vantano un credito sociale speciale per aver custodito sino ai giorni nostri questi animali che assomigliano a veri e propri fossili viventi.
Ora questi animali possono essere osservati negli allevamenti di Giacomo Vacca, Giuseppe Piras, Efisio Piras, Gianni Muscas, Antioco Muscas, Enrico Pittau e Annalisa Lecca. Gli allevamenti vengono seguiti con interesse dal presidente della provincia Fulvio Tocco, che in questi quattro anni ha prestato la massima attenzione alle risorse del territorio, verranno inseriti in un Piano di valorizzazione provinciale. La razza suina Sarda è stata riconosciuta ufficialmente l’8.06.2006 col D.M. n. 21664 (successivamente modificato dal D.M. n. 24089 del 18.12.2006). Essa viene inserita tra le razze suine autoctone nazionali che finora comprendevano la Cinta Senese, Mora Romagnola, Nero Siciliano, Casertana e Calabrese. Per questa ragione la provincia del Medio Campidano ha organizzato il primo meeting a carattere promozionale. Nel decreto vengono riportati i caratteri morfologici seguenti:
TIPO: Taglia piccola con scheletro solido
MANTELLO E PIGMENTAZIONE: Cute pigmentata almeno parzialmente. Mantello di colore vario:nero, bianco, rosso, grigio, fulvo, unito o pezzato. Setole folte e talvolta ondulate o arricciate che ricoprono abbondantemente il corpo. E’ presente una criniera dorsale con setole lunghe. E’ possibile la presenza di un ciuffo lombare.
TESTA: Di medio sviluppo, profilo fronto-nasale rettilineo; orecchie pendenti in avanti o lateralmente. E’ possibile la presenza di tettole.
COLLO: Corto e robusto
TRONCO: Poco sviluppato, linea dorso-lombare rettilinea o leggermente convessa, groppa inclinata; spalle leggere, torace poco sviluppato, cosce scarne. Coda lunga con setole che, talvolta, formano una caratteristica coda “cavallina”.
ARTI: Corti e robusti
CARATTERI SESSUALI: NEL MASCHIO: testicoli ben pronunciati; capezzoli in numero non inferiore a 8. NELLA FEMMINA: mammelle in numero non inferiore a 8, con capezzoli normali ben pronunciati e pervi.

Domenica 29 novembre, a Villacidro nella caratteristica località Villascema, strada per Monti Mannu sarà il noto genetista zootecnico Luigi Tacchi dell’ANAS, ad illustrare agli interessati le caratteristiche di razza. Per conto delle Città del Bio parlerà invece il direttore Ignazio Garau, un piemontese di origini sarde, che ormai segue da diversi anni la politica della Provincia Verde, in virtù di un protocollo d’intesa stipulato tra la provincia del Medio campidano e le Città del Bio. La rivoluzione del cibo riparte dal recupero della civiltà contadina. Questi saperi rurali potrebbero segnare la strada di un nuovo sviluppo della Sardegna, ormai sempre più dipendente dal mercato delle importazioni. Con quest’idea si porta avanti la via delle antiche culture che forse potranno, indicarci un nuovo sviluppo che potrà tornare utile all’uomo e all’economia locale.