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Sardegna

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Vivere la campagna

Cgil Cisl e Uil, e rappresentati istituzionali del Medio Campidano: “Puntare su settore primario come volano della ripartenza dell’economia

agricoltore

giovedì 22 novembre 2012 - COMUNICATO STAMPA

IL MEDIO CAMPIDANO PER UN NUOVO “PIANO VERDE”: LA RICHIESTA SARA’ RIVOLTA ALLA GIUNTA REGIONALE PRIMA DEL PROSSIMO BILANCIO

IL RIORDINO ISTITUZIONALE NON PUÒ PRESCINDERE DALLA PROMOZIONE DELLO SVILUPPO

“Una ‘riforma verde’ della Politica Agricola Comune (PAC) dell’Unione Europea che fronteggi la crisi economica ed ecologica, dirottando i finanziamenti dalle produzioni intensive ad alto impatto ambientale alle piccole aziende agricole multifunzionali, in grado cioè di garantire modelli di produzione e di consumo sostenibili e fornire servizi ambientali e sociali economicamente efficienti e rispettosi della biodiversità, delle risorse naturali e del paesaggio”. E’ la richiesta rivolta al Governo Monti, al Parlamento europeo e alle Regioni dalle associazioni che riuniscono ambientalisti, mondo scientifico, agricoltori, e condivisa dal tavolo di coordinamento della Vertenza del Medio Campidano.

Unendosi ai predetti principi, nei primi due tavoli di concertazione e di coordinamento svolti nelle ultime settimane, i rappresentati dei sindacati e delle istituzioni territoriali hanno deciso che la ripresa va stimolata puntando decisamente sul rapido sviluppo del settore primario. La Provincia Verde, con i suoi 1500 km quadrati, se sostenuta da un Piano straordinario finalizzato alla coltivazione di tutte le superfici agrarie disponibili, può dare un valido contributo per fronteggiare la crisi economica ed ecologica della Sardegna. Per questa ragione, sindacati e istituzioni all’unisono intendono formulare la richiesta alla Regione autonoma della Sardegna di un intervento straordinario, finalizzato alla ripresa dell’economia locale da implementare seguendo la formula già sperimentata con il progetto Vivere la Campagna, che garantisce i tempi di attuazione equivalenti ai cicli biologici delle colture praticate. Infatti, solo con il mantenimento di una rapida tempistica di progetto e di erogazione si può stimolare una grande partecipazione alla crescita produttiva anche con misurate risorse finanziarie.

Più precisamente, sostenere in forma straordinaria, con la regolamentazione del de minimis primario, la coltivazione massima di dieci ettari per azienda agricola di cereali e legumi permetterebbe lo sviluppo di politiche produttive, industriali, commerciali e di consumo di ampio respiro. Il sostegno attraverso il de minimis consente agli industriali trasformatori di acquisire la materia prima dai mercati locali ai prezzi praticati dai grandi mercati concorrenti. Per le aree a vocazione diversa da quella dei seminativi si punta, con la stessa formula, alla piantumazione delle superfici che si prestano alla coltivazione delle piante da frutto o cespugliose, secondo le aspirazioni dei singoli proprietari coltivatori. Con queste due possibilità colturali saranno incentivate le agricolture delle cosiddette “Tre Terre” (Marmilla, Campidano e Linas), vale a dire di pianura, di collina e di montagna, sostenendo, inoltre, le attività di trasformazione finalizzate alla valorizzazione di tutti prodotti dell’agricoltura con l’obbiettivo di chiudere le filiere direttamente sul territorio. Per i seminativi l’obbiettivo prevede la coltivazione di 15.000/ 20.000 ettari l’anno, per cinque anni, con un sostegno finanziario annuo di 4/5 milioni di euro da erogare alle aziende agricole regolarmente iscritte. La stessa somma, e per il medesimo periodo, si potrebbe utilizzare per la messa a dimora di piante d’olivo, mandorlo o di fruttiferi vari al fine d’intensificare il “Paniere verde” anche dopo la fase del riordino istituzionale. Una cifra più contenuta di risorse dovrà essere riservata per incentivare le micro filiere (animali o vegetali), come lo zafferano o quant’altro l’iniziativa contadina ed imprenditoriale ritenga utile per ampliare la base produttiva.

Il tavolo tecnico sarà al lavoro lunedì 26 novembre, alle ore 10, a Sanluri, dove tra l’altro si terrà l’incontro con i rappresentati delle organizzazioni professionali agricole al fine di completare la prima fase. “La crisi - hanno detto i rappresentati dei sindacati e delle istituzioni nazionali, regionali, provinciale e comunali - impone di dare una priorità assoluta, nell’utilizzo delle risorse pubbliche, ad obiettivi di interesse collettivo come la salvaguardia delle attività produttive, dell’ambiente e alla creazione di nuova occupazione per i senza lavoro e i giovani. Promuovere e sostenere le imprese agricole e zootecniche, le attività di trasformazione, commercializzazione e consumo, creando ricchezza e lavoro, è la strada migliore per perseguire questi obiettivi”.
I temi della Vertenza Medio Campidano, successivamente, saranno oggetto di un Consiglio provinciale aperto al fine di rendere partecipata ad ogni livello la stesura del documento finale da inviare alla Giunta Regionale.