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Sardegna

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Vivere la campagna

I tagli aggravano la crisi: con il lavoro precario cresce la disoccupazione

Sede del Consiglio Provinciale a Villacidro

sabato 24 luglio 2010 - LA NUOVA SARDEGNA

Dal confronto fra la Provincia e i sindacati un quadro desolante per l’economia del territorio

SANLURI. La situazione economica e sociale nel Medio Campidano è stata esaminata dalla giunta provinciale e dalle organizzazioni sindacali territoriali. Dal confronto è emerso un quadro a tinte perlomeno grigie e in buona parte anche fosche. Alla crisi che da almeno vent’anni investe la provincia si è aggiunta adesso la tegola della recente manovra finanziaria del governo nazionale.
Il Medio Campidano, così come un po’ tutto il territorio nazionale, è a rischio tracollo e non si vede all’orizzonte, nonostante gli inviti che arrivano dall’alto e pensare positivo, la maniera di come venirne fuori. Giunta provinciale e sindacati sono concordi che bisogna comunque reagire e già questo è un segnale di volontà e di speranza. Basterà per non soccombere definitivamente?
La base della discussione è stata univoca: la manovra finanziaria del governo, elaborata per risanare i conti dello Stato rischia di essere una cura peggiore del male per il suo riflesso negativo, taglio drastico degli appalti pubblici e degli investimenti, che si scaricheranno inevitabilmente sulle imprese e sui livelli occupativi in una situazione già critica.
Nel già debole tessuto del Medio Campidano le difficoltà generali si faranno sentire ancora di più, su questo la giunta provinciale (con il presidente Tocco erano presenti gli assessori Simona Lobina, Fernando Cuccu, Nicola Garau e Michele Cuccui) e le segreterie sindacali (Edoardo Bizzarro, Efisio Lasio, Caterina Cocco, Gianluigi Marchionni, Giuseppe Ledda) sono stati pienamente concordi. Fra le province sarde quella del Medio Campidano è fra quelle che stanno peggio. Un tasso di disoccupazione del venti per cento, scarsa qualità del lavoro per lo più precario e mal retribuito, elevato indice di vecchiaia e di povertà, un alto tasso di spopolamento e di emigrazione, il reddito medio al di sotto della media regionale, una ridotta dimensione delle imprese. La grande industria è solo un ricordo ed è rappresentata esclusivamente dalla Keller che però, pur con godendo buona salute, ha dovuto ricorrere alla cassintegrazione tecnica per un anno dei suoi dipendenti.
LUCIANO ONNIS