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Sardegna

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Vivere la campagna

Aiuti agli agricoltori e agli allevatori

pastore

mercoledì 20 ottobre 2010 - COMUNICATO STAMPA

L’aiuto di stato di portata limitata fino a 15.000 euro a beneficiario è una misura temporanea, che può essere concessa fino al 31/12/2010

Tocco: Più deleghe e risorse alle province contribuiranno ad attenuare la pressione, dei produttori in crisi, sul sistema regione lento e tradizionalista.

Per rendere chiaro il quadro degli interventi contributivi possibili da parte dell’amministrazione pubblica per attenuare il fenomeno della crisi del settore primario è opportuno, visto il susseguirsi di voci non sempre ben informate, precisare che dall’ 8 luglio 2010 anche l’Italia potrà applicare l’aiuto straordinario fino al 31 dicembre 2010. Da questa data è consentito alla pubblica amministrazione di erogare agli agricoltori e agli allevatori aiuti di stato di portata limitata fino a 15.000 euro a beneficiario. Si tratta di un provvedimento (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 maggio 2010) che si presenta come una sorta di de-minimis agricolo che permette di concedere anche aiuti al funzionamento delle imprese agropastorali. Il provvedimento non deve però essere recepito come un de-minimis tout court che può essere concesso fino a 7.500 euro/beneficiario in tre anni entro una soglia massima nazionale fissata per l’Italia a 320.505.000 euro. Si tratta, infatti, di una misura temporanea, che può essere concessa fino al 31/12/2010, per la quale l’Italia non è sottoposta ad un tetto massimo. Qualora la regione sarda sbrogliasse la matassa, raschiando il fondo del barile, e decidesse di applicare l’aiuto straordinario a favore delle aziende agro pastorali, i beneficiari prima della concessione degli aiuti saranno tenuti a presentare una dichiarazione scritta che informi su eventuali importi de minimis ricevuti a partire dal 1° gennaio 2008. Infatti l’aiuto sarà limitato a un massimo di 15.000 euro per beneficiario, nel triennio dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2010, detratti gli aiuti de minimis eventualmente già percepiti dall’agricoltore nello stesso periodo. Questo dato è importante soprattutto per le aziende ricadenti nella provincia del Medio Campidano dove i contadini e i pastori hanno percepito per quegli anni un piccolo contributo, riferito alla coltivazione delle granaglie e delle foraggere, col progetto Vivere la Campagna. Si è trattato di un progetto, dove si è sperimentata l’applicazione del de-minimis primario seguendo i tempi del ciclo biologico dei vegetali coltivati e non quelli lenti e improduttivi della burocrazia regionale. La normativa ha previsto che la misura sia attuata dalle autorità locali e regionali e dagli enti pubblici, in accordo con il principio di sussidiarietà. Spetterà alle autorità che erogheranno l’aiuto (in via principale regioni ed enti locali, perché enti maggiormente a contatto con le realtà agricole) decidere sotto quale forma concedere il contributo. Potenziali beneficiari della misura saranno ovviamente le imprese attive del settore agropastorale. Gli aiuti dovranno essere aperti a tutti gli agricoltori senza esclusione alcuna. Così come richiesto dalla Commissione europea, l’Italia si è impegnata perché i destinatari siano individuati secondo criteri oggettivi e non discriminatori, tra gli agricoltori maggiormente colpiti dalla crisi economica in corso. Anche i sindaci del Medio Campidano che a partire dalla prossima campagna agraria 2010/2011, hanno deciso di integrare con risorse comunali il progetto Vivere la Campagna, hanno stabilito unanimemente che gli aiuti dovranno essere aperti a tutti gli operatori del settore, senza esclusione alcuna, secondo criteri oggettivi e non soggettivi, tra gli agricoltori e i pastori residenti nel territorio provinciale. Il regime dell’aiuto deve essere inteso a carattere straordinario finalizzato a sostenere il settore primario in difficoltà.