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Sardegna

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Vivere la campagna

Medio Campidano: Intervista a Fulvio Tocco

I-Land copertina
n. 45/2010 -

 

Recentemente riconfermato alla guida della Provincia del Medio Campidano, Fulvio Tocco, dopo aver “toccato con mano una realtà territoriale viva, dove l’attività amministrativa rappresenta un laboratorio per politiche, progetti e azioni tesi a realizzare obiettivi per la ripresa economica”, ha presentato con la nuova Giunta le linee programmatiche di governo, apprestandosi ad una dura battaglia: quella per la valorizzazione de “Su Campidanu de Mesu”.

Le linee programmatiche della nuova Giunta contengono misure volte ad incentivare l'economia locale, passando per la tutela delle produzioni locali e la valorizzazione delle razze autoctone come il suino di razza sarda, senza dimenticare il progetto “Vivere la Campagna” e le giornate di AgriCultura, fortunato connubio tra cultura ed agro-gastronomia.
La battaglia più aspra sarà quella per superare le ristrettezze imposte dal patto di stabilità, contro il quale stanno insorgendo gli enti locali, costretti a misure austere che di fatto paralizzano l'attività delle amministrazioni.
Nonostante queste difficoltà la Provincia è pronta a varare un Piano di Marketing che prevede anche il monitoraggio di tutte le branche di attività economica, in modo da poter sostenere le imprese locali e attrarre ulteriori investimenti, dando così valore aggiunto ad un turismo integrato dalla costa all’entroterra.
Il Presidente Fulvio Tocco ci ha illustrato i punti salienti del nuovo programma.

La Finanziaria di quest'anno, segnata dalla crisi globale, ha drasticamente ridimensionato le risorse a disposizione degli enti locali. Cosa prevede in concreto il “Patto di Stabilità”, di cui si sente tanto parlare? Come contate, con simili presupposti, di riuscire a promuovere il sostegno allo sviluppo?
Nel nostro territorio sono direttamente interessati, oltre alla Provincia, nove comuni, tutti in uno stato di grande sofferenza derivante dalla rigidità della norma. La gravità della situazione dipende soprattutto dal fatto che l’acuirsi degli effetti negativi del Patto di Stabilità è dovuto al fatto che le regole sono state modificate nel corso dell’esercizio di competenza, a metà anno.
E il cambio delle regole a partita iniziata è sempre poco simpatico.
A suo tempo, le province e i comuni sardi per delega o finanziamenti decretati dalla Regione hanno proceduto a gare d’appalto e all’affidamento di lavori, e oggi si trovano nell’impossibilità di onorare gli impegni con le imprese appaltatrici, che a loro volta si rivarranno sui propri dipendenti. C’è, inoltre, una grande contraddizione: da una parte il federalismo e l’autonomia impositiva vengono indicati come rimedi taumaturgici per il nostro futuro sistema politico, dall’altro lo Stato sta mostrando il volto più accentratore, rendendo tali annunci privi di ogni riscontro oggettivo. E non mi si dica che d’altronde questa è una norma europea. È una mezza verità perché ogni Paese dà un’applicazione diversa prevedendo in sede di manovra finanziaria non solo tagli ma anche finanziamenti per la coesione e lo sviluppo.

Negli ultimi 25 anni il territorio del Medio Campidano è stato sostanzialmente “emarginato” dalle politiche di sviluppo regionali. Quali azioni avete intrapreso per colmare questa lacuna?
Queste sono le ragioni fondanti della nascita della Provincia. Da subito abbiamo prestato un’attenzione nuova al mondo produttivo, soprattutto verso quelle attività primarie che negli ultimi decenni hanno progressivamente perso reddito, mi riferisco ai contadini, ai pastori e al variegato mondo degli artigiani.

In che modo, a suo giudizio, la Legge sul Federalismo inciderà sulle strategie di sviluppo regionale? E quali sono le relazioni tra il federalismo promosso a livello nazionale ed il processo di federalismo interno già in atto nella nostra Regione?
Nessuno lo dice più, ma in Sardegna con la Giunta Soru era stato avviato un processo di federalismo interno che prevedeva l’abolizione di enti e il trasferimento di competenze, funzioni e personale a province e comuni. Con la L. n° 9/2006, inoltre, si era avviato il trasferimento di funzioni dalla Regione a province e comuni. Questo processo oggi si è arrestato, con grave danno anche per l’economia dell’Isola. Il decentramento di competenze, di funzioni, di risorse materiali e umane negli enti locali è fondamentale per l’avvio celere di un processo di sviluppo.

La Provincia del Medio Campidano può vantare un ricchissimo patrimonio culturale. Cosa è stato fatto fino ad oggi, e cosa avete ancora in programma per valorizzarlo?
Non c’è dubbio che abbiamo un patrimonio di grande pregio, a partire dal sito Unesco di Barumini. Nei pochi anni d’attività della Provincia l’attenzione verso il nostro patrimonio è stata forte e continuativa. Partendo dal concetto di “Provincia Nuova”, riteniamo che il Patrimonio culturale accanto alle Biodiversità siano elementi essenziali per lo sviluppo del territorio. Abbiamo cercato di supportare le entità minori e le nostre eccellenze attraverso diversi progetti importanti come: “Sadel” e “Ricette per Poveri”, per il recupero di archivi storici e privati nel territorio; il progetto per le scuole “Fattorie Didattiche”; “un’Isola in Festival”; il “Premio Letterario Giuseppe Dessì”; la “Borsa di Studio per Pianoforte Stanislao Silesu” e molti altri. Oggi stiamo lavorando in un’ottica di sistema per la creazione di un “Piano Provinciale unico per i Beni Culturali e i Luoghi della Cultura” che comprenderà quattro sottosistemi: museale, archivistico, bibliotecario e teatrale.
Inoltre, grazie al programma Master&Back, è stato potenziato con due figure specialistiche l’organico dell’Area Cultura.

Uno dei punti fondamentali della politica di sviluppo della vostra Provincia è stato, fin dall’inizio, la promozione turistica del territorio, aspetto imprescindibile per evitare lo spopolamento dei centri rurali. Cosa state facendo, in concreto, per attirare i turisti nel Medio Campidano? Continuerete secondo il modello “Sa Corona Arrubia” o avete in serbo altre strategie? In che modo, in particolare, state perseguendo un modello di turismo “sostenibile”?
Il turismo nel Medio Campidano è fondamentale per la metodologia che abbiamo applicato, rendendolo integrato con il mare, l’ambiente, i beni culturali, l’artigianato artistico, le biodiversità e le eccellenze agroalimentari attraverso l’azione del Paniere. Stiamo integrando inoltre le specificità di quelle che chiamo “le tre terre” che sono alla base della Provincia: la Marmilla, il Campidano e il Linas. Hanno identità differenti, e queste, nel loro insieme, ci consentono di presentare un’offerta di tutto rispetto. Certo, il ritardo storico non si può colmare con la bacchetta magica, pensi che abbiamo soltanto 2.800 posti letto.

Un altro settore centrale per l’economia del vostro territorio, e della Sardegna in genere, è quello agro-pastorale. Come è nato il progetto “Agricultura” e quali sono le sue finalità?
Siamo partiti dalla nostra matrice identitaria principale: la ruralità. Storicamente questo territorio produceva derrate alimentari sia per la città di Cagliari sia per quello che in passato veniva indicato con l’espressione, ormai desueta ma sempre efficace, di “Capo di Sopra”. Le nostre leguminose rappresentavano la frazione proteica sia ad uso umano che animale, un alimento fondamentale negli scambi tra i Sardi. Oggi è un tema di nuovo attuale perché consente di affrancare contadini e pastori dall’uso di concimi chimici, di nutrire con alimenti tracciati i consumatori e di rimettere in moto un’economia rurale diventata incredibilmente marginale.
AgriCultura non è un programma di sagre, ma uno strumento e un sistema di valorizzazione delle produzioni agroalimentari e dell’artigianato identitario.

Il programma “Vivere la Campagna” promosso dalla Provincia del Medio Campidano è stato adottato anche dalla Provincia di Cagliari. Le buone pratiche fanno proseliti? Quali dovrebbero essere gli obiettivi della “Conferenza Agraria”, che si propone come il proseguimento ideale di questa strategia di sviluppo?
Sì, la Provincia di Cagliari ha capito l’importanza del Piano. Se solo la Regione mettesse un po’ di risorse nella disponibilità delle province si rimetterebbe in moto un mondo rurale ormai allo stremo. La Conferenza Agraria è l’occasione per discutere sul sistema agroalimentare e sulle possibili strategie di sviluppo rurale da attuare nell’immediato e post 2013. La Conferenza sarà lo sviluppo naturale del programma “Vivere la Campagna” e dei piani di valorizzazione di comparto utili alla chiusura delle filiere.

Valorizzare la cultura locale vuol dire anche promuoverne le tradizioni gastronomiche. È in quest'ottica che la Provincia ha portato avanti negli ultimi anni un piano per la rivalutazione del suino di razza sarda, dello zafferano, del melone coltivato all'asciutto e di varie peculiarità agroalimentari mediocampidanesi.
Intendete perseguire l’obiettivo della riscoperta e tutela di altre varietà/razze tipiche del territorio?

Si, ribadisco che tutte le azioni appena richiamate sono strategiche per il futuro di questo territorio. Tutto ciò ci identifica già come “Provincia Verde”, che non è solo uno slogan ma sottende una
realtà e un modo di stare in campo.

Tra le linee programmatiche della Provincia rientra anche l’organizzazione di una “Conferenza sull'Ambiente del Medio Campidano”. Quali tematiche dovrebbe affrontare?
La Conferenza dovrà essere impostata su temi tecnici e scientifici relativi all’ambiente costiero, montano, collinare, dei parchi e delle zone umide, interessando studiosi di alto profilo isolani, italiani e stranieri. I temi dell’ambiente e della ruralità devono camminare parallelamente perché sono due facce della stessa medaglia.

Nell'ottica della riduzione dei costi la Regione sembra poco propensa alla realizzazione del nuovo ospedale di San Gavino, che dovrebbe soddisfare almeno in parte le esigenze di assistenza sanitaria sul vostro territorio. Che risposte date ai cittadini che anche per prestazioni di modesta complessità sono attualmente costretti a recarsi presso altre ASL?
Sull’Ospedale la Regione ha preso degli impegni. Non penso verranno disattesi. L’argomento costituisce una sorta di nervo scoperto e perciò sul tema c’è un controllo sociale sempre vivo. Pensi che si è formato un comitato spontaneo che sulla questione “Ospedale” ha raccolto più di undicimila firme. Noi, assieme ai Comuni, faremo la nostra parte come abbiamo sempre fatto finora, e saremo incondizionatamente dalla parte degli interessi dei cittadini, chiunque governi.

Quali sono i piani della Provincia per quanto riguarda il miglioramento della rete stradale e delle infrastrutture in genere?
Abbiamo già investito per mettere in sicurezza l’intera rete stradale. Abbiamo le risorse e alcuni appalti sono già in corso. Vede, questo è un esempio concreto degli effetti nefasti del Patto di Stabilità: rallenta o blocca gli investimenti, con grave danno per le opere, per gli enti locali, per le imprese, per i lavoratori e, quindi per i cittadini.

E per quanto invece attiene le politiche per il lavoro e l’occupazione, come pensate di affrontare la gravissima crisi in atto? Avete in programma azioni a sostegno delle fasce più deboli? In che modo ritenete di poter sostenere il sistema industriale del vostro territorio, con particolare riferimento alla situazione della Keller di Villacidro?
Il nuovo orizzonte di sviluppo che vogliamo per la provincia non può prescindere dal sistema industriale esistente. Proporremo insieme alle altre Province sarde un tavolo regionale tecnico per dare finalmente attuazione alla L.R. n. 20, 5 dicembre 2005, “Norme in materia di promozione dell’occupazione, sicurezza e qualità del lavoro. Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro” e per il trasferimento delle risorse previste.
La Keller attraversa una crisi finanziaria, dovuta anche a fattori contingenti, ma come impresa industriale può avere ancora un futuro e garantire lavoro e reddito ai circa 350 lavoratori di Villacidro e a quelli dell'indotto, sulla base di un portafoglio commesse valorizzabile in circa 70 milioni di euro, cui si sommeranno ulteriori 25 milioni circa per contratti in corso di acquisizione. L’azienda ha presentato, lo scorso 6 Luglio, presso la sede della SFIRS, il piano industriale per il quadriennio 2010-2013. Tale piano prevede la concentrazione di tutti gli investimenti sullo stabilimento sardo di Villacidro. Si è in attesa che gli Istituti di Credito isolani eroghino la liquidità necessaria.

Com’è strutturato il vostro servizio di Protezione Civile e quanto sono importanti per il suo funzionamento le associazioni di volontariato?
È strutturato da un lato nella Sala Operativa Provinciale e dall’altro nella Colonna Mobile Provinciale di Protezione Civile, che rappresenta l’unione di tutti i mezzi, le attrezzature e le risorse umane disponibili in caso di necessità e urgenza. Tutto il sistema provinciale è supportato dalle Associazioni di Volontariato che ne costituiscono il braccio operativo. Attraverso il coordinamento, la formazione e l’utilizzo delle Associazioni di Volontariato, la Provincia può svolgere appieno i propri compiti e garantire alla comunità e al territorio un insieme di servizi che senza il volontariato non si potrebbero assicurare. La nostra Protezione Civile è intervenuta con efficacia anche fuori dalla circoscrizione provinciale, come ad esempio in occasione dell’alluvione di Capoterra e del terremoto in Abruzzo.