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DOVE Sardegna vergine - Medio Campidano

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Anno 2010 -

 

Sardegna sconosciuta: piccoli capolavori – Mani di fate

Le lame damascate dei coltelli. La tessitrice che colora con mirto e sambuco. Le maestre di arazzi. La ceramista che lavora come 3000 anni fa.
Mestieri in via di estinzione? No, è l’artigianato creativo che rilancia uno stile. Apprezzato nel mondo.


Tessitrici ricercate da stilisti internazionali, ceramisti che arredano le case più belle del Mediterraneo, coltellinai: sono gli artigiani di questa terra, che si ispirano a tradizioni antichissime, rivisitandole con tocchi originali e creando autentici capolavori. L’arcobaleno delle piante spontanee raccolte in campagna è alla base delle tinte dei tessuti creati nell’atelier tra i boschi attorno a Villacidro da Veronica Usula.
S’Iscusorgiu, il tesoro nascosto, è l’insegna scritta con fili di lana colorati sul cancello d’ingresso. Il suo primo telaio lo crea a cinque anni, come la sua tela. “Con le manine grattugiavo fiori e radici per farne uscire i colori. Sapevo che dietro ogni elemento naturale c’erano altre luci”. Qua e là, matasse e mazzi di malva, alaterno, iberico, elicriso, robia, leccio. Ottiene un’infinità di colori, con sette fissatori e quattro tecniche di tintura, utilizzando ogni parte di oltre trenta piante: radici, corteccia, rami, foglie, fiori, stami, frutto, buccia, semi. La malva per il verde, la fitolacca per il fucsia, il melograno per il giallo e il grigio, l’alaterno per il giallo, con le bacche di mirto il viola, per il blu il sambuco. “Dall’axina de margianis, estraggo viola o granati luminosi e nei miei pentoloni di decotti e macerazioni finiscono anche funghi, argille e minerali”. Per creare collezioni di abiti inediti, si avvicina a una nuova tecnica: gli arazzi disgiunti.
“I fili verticali nudi e tesi creano trasparenza, profondità”, racconta. C’è tutto un lavoro di ricerca dietro l’opera di Veronica, in giro per la Sardegna e per il mondo. “Ho ritrovato i colori dei costumi
sardi nei lavori delle donne berbere di un villaggio tra Algeria e Marocco. Sono affascinata dalle popolazioni che ancoroggi vivono allo stato naturale. Dall’artigianato, dalla tessitura e dalla tintura si capisce che tutti i popoli del mondo sono nati da un unico ceppo”. I suoi tessuti, creati con un telaio del XV secolo, hanno conquistato grandi stilisti internazionali. che le hanno proposto di lavorare nei loro atelier.
Ma Veronica non ha nessuna intenzione di andarsene dalla Sardegna. “A me interessa soprattutto creare una scuola d’arte. Il telaio è alla base della vita”. Interessante, per chi volesse scoprire tutti i segreti delle erbe spontanee della Sardegna, la mostra regionale che si tiene a maggio a Ussaramanna (info: www.provincia.mediocampidano.it/eventi).
I motivi degli arazzi settecenteschi realizzati dalle tessitrici dell’isola rivivono nel laboratorio di Lunamatrona di Liana Ardu, tramandato di madre in figlia. Un metro di larghezza al massimo, secondo le misure del telaio, lavorazione con la tecnica a lauru, utilizzando lana e cotone, lino e seta, fili dorati e argentati. Un trionfo di colori in cui spiccano motivi geometrici e figure stilizzate di colombe, fiori, foglie. Il presidente del Consiglio ne ha comprato un esemplare per una delle sue dimore sarde. L’arte di accostare fili di seta, cotone e oro è alla base anche dei ricami che preziosiscono scialli, corsetti e fazzoletti dei costumi locali, tramandata nel Laboratorio artigiano di Rita Cossu a Pabillonis (tel. 070.93.53.842) e che si ritrova nelle mostre del Museo della Donna di Pauli Arbarei (tel. 070.93.41.009).
Nella tradizione artigianale del Medio Campidano non ci sono soltanto tessuti e ricami, ma anche argilla e terra cruda, elementi primari dell’architettura rurale locale. A Segariu, al Museo delle Argille (tel. 070.93.41.009), si riscopre l’antica arte dei tebajus, che facevano tegole con un impasto di argilla e paglia. Sono pezzi da museo le ceramiche create nel laboratorio di Roberta Cabiddu a Villanovaforru. Dalla grande porta a vetri del suo studio, ai margini dell’abitato, lo sguardo abbraccia tutta la pianura ai piedi della collina. Sono le ceramiche prenuragiche e nuragiche la fonte di ispirazione di questa artista che collabora con vari musei, rifornisce collezionisti dalla Germania all’Australia e interior designer della Costa Smeralda. Tra le sue mani, con gesti antichi di millenni, riprendono forma brocche, lanterne, oggetti concepiti e creati tremila anni fa, pintadere (strumenti per decorare il pane) e askos (vasi rituali) con la tecnica del colombino, sottili striscioline di argilla sovrapposte. Nel suo studio non c’è il tornio, invenzione moderna di Fenici e Romani, e i decori sono fatti con conchiglie e punzoni d’osso. Utilizza l’antichissima tecnica della cottura a bucchero, in un forno sotterraneo, senza ossigeno, per ottenere terrecotte dalle superfici nere e lucenti. Nel cassetto, un sogno: “Mi piacerebbe andare in Africa, in zone dove utilizzano ancora oggi tecniche simili a quelle che uso io”. Il tradizionale motivo della pavoncella, simbolo di fertilità, firma ciccaras (tazze e tazzine) e marigas (brocche) smaltate in vari colori in vendita da I Cotti d’Arbus. Sa bidda ‘e is pingiadas, il paese delle pentole, è Pabillonis, noto per la produzione di ceramiche da fuoco, che si possono trovare al Laboratorio Ceramica Mediterranea di Anna Cara (cell. 349.51.23.433).
Nel segno del fuoco e del metallo, anche i coltelli utilizzati nei secoli da pastori, contadini e minatori. Una lavorazione di alto artigianato a cui è dedicata Arresojas Biennale del Coltello Sardo, a metà agosto 2010 nel centro minerario di Montevecchio.
Di grande tradizione l’arburesa, conosciuto anche come “gonnese” o a “foggia antica”, con lama panciuta, manico ricurvo in un unico pezzo e due fascette metalliche alle estremità. Tra i tanti laboratori sparsi attorno ad Arbus, la Toledo sarda, c’è la celebre coltelleria L’Arburesa (tel. 070.97.56.228, cell. 347.62.88.489, www.arburesa.it) dei fratelli Pusceddu, che ha clienti come Clemente Mastella e Francesco Cossiga, Piero Fassino e Renato Soru, l’allenatore della Roma Ranieri e Vittorio Sgarbi. Coltelli che sono pezzi da collezione, come quello con lama damascata raffigurante la Natività. I prezzi variano da 30 a 400 euro, a seconda del materiale e del tipo di lavorazione. A Paolo Pusceddu si deve la realizzazione dell’esemplare più grande del mondo, 3,35 metri per 80 chili, registrato nel Guinness dei Primati, record da lui stesso superato con il
coltello di 4,85 metri per 295 chili, entrambi al Museo del Coltello Sardo di Arbus, dove si trovano pezzi di grande valore storico, come la leppa sarda, o busachesa, del XIV secolo. Al guspinese di punta e di taglio, nelle due versioni, classica e a punta mozza, compagno dei minatori di queste terre, la Coltelleria Is Lunas di Villanovaforru aggiunge una serie di coltelli artistici dal manico stilizzato e decorato con raffigurazioni di animali, aquile e cinghiali, ma anche nuraghe, pastori e cacciatori. La storia dell’isola.
Giuliana Gandini, fotografie di Ettore Cavalli

INDIRIZZI

DOVE COMPRARE
Atelier S’Iscusorgiu
Laboratorio di tessitura e tintura naturale di Veronica Usula.
Indirizzo: via Carmine 97, Villacidro, cell. 338.32.03.107.
Orari: meglio telefonare per appuntamento. C/credito: no.
Liana Ardu
Arazzi lavorati al telaio manuale.
Indirizzo: via Tuveri 1b, Lunamatrona, tel. 070.93.97.16.
Orari: su appuntamento. C/credito: no.
Laboratorio Roberta Cabiddu
Ceramica nuragica e varia, a partire dai ciondoli da 5 €.
Indirizzo: via Argiolas 24, Villanovaforru, tel. 070.93.00.001.
Orari: meglio telefonare, laboratorio annesso alla casa. C/credito: no.
I Cotti d’Arbus
Lavorazione artigianale della ceramica.
Indirizzo: via Repubblica 44, Arbus, cell. 349.26.16.873.
Orari: 9-12.30, 16.30-20; sab. 9-12.30 (chiuso dom.). C/credito: no.
Coltelleria Is Lunas
Artigianato artistico di qualità.
Indirizzo: località Santa Marina, Villanovaforru, tel. 070.93.00.033.
Orari: 8.30-13, 16.30-19.30; merc. 8.30-13; dom. su appuntamento (chiuso mai). C/credito: no.

INFORMAZIONI UTILI
Museo del Coltello Sardo
Una selezione di 400 esemplari, da quelli antichi alla produzione contemporanea.
Indirizzo: via Roma 15, Arbus, tel. 070.97.59.229, cell. 349.05.37.765,
www.museodelcoltello.it. Ingresso: gratuito.