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Sardegna

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Vivere la campagna

Artigianato

copertina
marzo 2009 -

 

L'artigianato in Sardegna è strettamente legato alle attività che un tempo scandivano lo scorrere della quotidianità. Gli oggetti allora comunemente usati, oggi sono diventati delle vere e proprie opere d'arte, da esporre con orgoglio tra le preziosità che arredano le nostre case.
Ecco alcune tra le più significative e originali produzioni artigianali del territorio della Provincia del Medio Campidano.
La Ceramica - Già nell'antichità l'argilla veniva utilizzata nella fabbricazione di vasi, orci, lampade a olio e statuine votive. Oggi diversi artisti ripropongono questo umile materiale, trasformandolo in oggetti unici e dal fascino antico.
L'Oreficeria - L:inconfondibile lucentezza dell'oro e dell'argento caratterizza un'altra produzione artigianale tipica di questo territorio. Bottoni, spille, fedi nuziali e tanti altri monili in filigrana, devono la loro bellezza e originalità alla fine eleganza di questa particolare lavorazione.
La Coltelleria artigiana - S'arresoja (il coltello), antico e fedele compagno nelle lunghe giornate trascorse in solitudine ad accudire le greggi o nel lavoro dei campi, era tra gli utensili più frequentemente utilizzati da pastori e agricoltori.
Oggi le abili mani di coltellinai esperti hanno trasformato questo strumento quotidiano da lavoro in preziosi pezzi da collezione.
La tessitura e il ricamo - Tradizione, manualità, gusto estetico sono i tre elementi fondamentali su cui si basa la produzione tessile del Medio Campidano, mentre meravigliosi ricami dalle forme e colori inimitabili rendono ancora più preziosi alcuni capi dell'abbigliamento tipico dei diversi centri di questa Provincia.
Altre lavorazioni - Chiudono questa veloce carrellata sulle produzioni tipiche di questo territorio alcune particolari lavorazioni legate a prodotti altrettanto particolari: stiamo parlando della cestineria, della scultura, della lavorazione artistica di rame e argento, dell'intaglio delle canne per la costruzione dello strumento musicale simbolo della Sardegna, is launeddas.

L’importanza che riveste il coltello nella vita agro-pastorale si riflette nelle diverse tipologie di arresojas che gli appassionati del genere possono ritrovare nelle botteghe dei coltellinai di questa Provincia. La lavorazione prevede ancora antichi procedimenti coi quali si scelgono i materiali, Si lavorano i manici in corno, si forgiano e si affilano le lame in acciaio.
Ogni coltello è un pezzo unico, con una propria identità e una propria storia legata al momento artistico del suo creatore o ad avvenimenti particolari.
Così è curioso sapere che la punta mozza de sa guspinesa, o coltello del minatore, deriva da un decreto, presto tradotto in legge, del governo giolittiano del 1908 con la quale si vietava l’uso di coltelli con la punta per far fronte ai cruenti diverbi che esplodevano tra i minatori, esasperati dalle inumane condizioni di vita imposte dal loro duro lavoro.
Arbus. patria di s’arburesa coltello a lama panciuta, ha dedicato a questo utensile un originale museo, dove il visitatore potrà ammirare antichi pezzi e inaspettate rarità: un esempio su tutti il coltello più pesante del mondo regolarmente registrato nel Guinnes del Primati del 2001; pesa ben 295 chili per una lunghezza di 4,85 metri!

Diversi secoli ía in Sardegna l a produzione di oggetti in terracotta o ceramica era limitata alle tipologie più utilizzate nella vita quotidiana: orci e contenitori per conservare diversi tipi di cibo, brocche per l’acqua, pignatte per cucinare.
I manufatti che presentavano decorazioni più ricche o forme insolite, utilizzati principalmente come oggetti rituali. riprendevano alcuni modelli importati dalle popolazioni che in quei periodi commerciavano lungo le rotte del Mediterraneo. Oggi questa apprezzata forma di artigianato produce ancora manufatti legati alla tradizione, ma la ricerca e le grandi capacità creative dei ceramisti di questa Provincia hanno arricchito tale produzione con oggetti artistici di grande pregio.
Assistere alle fasi di lavorazione dell’informe blocco d’argilla è uno spettacolo coinvolgente ed affascinante: gli armoniosi movimenti di mani, braccia e corpo dell’artigiano durante la modellazione al tornio, le articolate decorazioni fatte con semplicissimi strumenti sulle superfici ancora umide dell’oggetto, Pa magica trasformazione che avviene al buio dei forni durante la cottura, esplicano in maniera del tutto esaustiva il perché di così tanta eleganza, bellezza e originalità delle ceramiche prodotte dai nostri ceramisti.

Oltre alla tessitura di tappeti, arazzi e copricassapanca, nel Medio Campidano sono rinomati i meravigliosi ricami che impleziosiscono i costumii tipici: scialli, fazzoletti, corpetti sono resi ancor più eleganti dal cangianti riflessi che fili di seta, cotone e oro scelti con perizia dalle ricamatrici. creario sotto la luce intensa del sole di Sardegna. Nell’ampia offerta che l’artigianato di questa Provincia offre ai visitatori non potevano mancare gli splendidi gioielli in filigrana. Questa finissima lavorazione si afferma nell’Isola nel periodo Rinascimentale e tuttora, nella maggior parte delle botteghe artigiane. si effettua rigorosamente a mano, modellando e assemblando con sottili saldature piccolissimi elementi ricavati da fili doro o d’argento in genere non più spessi di mezzo millimetro! Tra i gioielli in filigrana più tradizionali ricordiamo le fedi sarde, bottoni, le spille. Gli orecchini e i pendenti, spesso resi ancor più pregiati da perle, corallo, cammei e altre pietre preziose.

Alcuni artigiani del Medio Campidano esprimono la loro vena artistica lavorando anche la dura roccia. Nelle immagini in alto e a destra possiamo ammirare alcuni esempi di come lo scultore sia riuscito ad estrarre da semplici blocchi di trachite una raffinata mescolanza di estro creativo, tradizione e cultura. Con ogni probabilità una delle forme più antiche di artigianato che ancor oggi caratterizza questi territori, è quello legato alla costruzione de is launeddas, strumento a fiato i cui suoni arcaici e melodiosi richiamano remoti scenari di questa meravigliosa Isola. Is launeddas sono uno strumento musicale a fiato che risale certamente al periodo nuragico, come testimoniato da un noto bronzetto itifallico; strumenti molto simili erano in uso nelle culture Celtiche, Medio Orientali e Nord Africane. Sono costituite da tre canne di diversa lunghezza e spessore: su basciu o tumbu (senza fori genera la nota tonica), sa mancosa manna (accompagna la melodia ed è legata a su tumbu con dello spago impregnato di pece) e sa mancosedda (produce la melodia ed è libera). Is launeddas si suonano con la difficile tecnica del “fiato continuo” e la melodia è generata dalla vibrazione delle ance (cabizzinas) ricavate direttamente su ciascuna canna. Interessante il metodo con cui si effettua l’accordatura dello strumento: essa avviene ponendo delle piccole quantità di cera d’api sopra ciascuna ancia. Le tecniche costruttive sono gelosamente custodite dai maestri: in genere, solo in età avanzata essi tramandano tali segreti a pochi giovani che hanno dimostrato di essere in grado di amare e saper apprendere le difficili abilità necessarie a suonare questo strumento dalle melodie tanto misteriose quanto armoniose.

Altri campi in cui gli artigiani esprimono tutte le loro capacità artistiche e manuali sono la cestinerai, dove sapienti intrecci di fibre vegetali danno forma a recipienti di tutte le forme e dimensioni, e la lavorazione a sbalzo di preziose lamine in argento e rame. Alcuni appassionati, grazie a meticolose ricerche e a fedeli riproduzioni, danno finalmente risalto a oggetti con cui intere generazioni hanno trascorso gran parte della loro infanzia: i giocattoli. Sino a qualche decennio fa i bambini, talvolta aiutati dai genitori, dovevano provvedere alla realizzazione dei propri balocchi; dando sfogo alla fantasia trasformavano gusci di frutta secca, canne, lunghi bastoni e quant’altro offriva loro la quotidianità in meravigliosi oggetti di svago, di divertimento e di crescita.