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Sardegna

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Vivere la campagna

L'Archeologia

Medio Campidano - L'Archeologia
n. 26/2009 -

 

Le radici dell'identità della Sardegna, "Sardità", risalgono al II millennio a.C., allorché in tutta l'Isola è andata affermandosi una civiltà che delineò una diversa caratterizzazione del territorio nell'area Mediterranea. Non è ancora chiaro come si sia sviluppata la civiltà nuragica e quali apporti esterni abbiano influito, certo è comunque che il fenomeno architettonico rappresentato da oltre 8000 nuraghi diffusi in tutta l'Isola costituisce un unicum, sconosciuto altrove. Le prime costruzioni megalitiche rinvenute risalgono al 1800 a.C., come il proto-nuraghe Bruncu Madugui nel territorio di Gesturi. Si tratta di un edificio a forma conica privo di copertura, ma la tecnica costruttiva e la posizione in cui sorge anticipa i nuraghi. E' significativo infatti che sia stato scelto un sito dominante una vasta area sottostante; dal bordo della Giara a circa 500 m di altezza si controlla buona parte della Marmilla. Tutti i nuraghi hanno la stessa caratteristica di sovrastare il territorio circostante. L'evoluzione costruttiva con l'adozione della falsa cupola (tholos) che copriva il cono dell'edificio è datata intorno al 1500 a.C., allorché all'edificio conico furono addossate due o più costruzioni laterali (lobi) meno elevate, ed infine è stato eretto un antemurale più basso che contribuiva ad assicurare una maggiore capacità di difesa. Ne è risultata una costruzione imponente (come a Barumini, Gesturi, Villanovafranca, Mogoro e Villanovaforru per citare i più noti) che fa da contrasto con i poveri villaggi che si ergevano ai piedi di quella che era una vera e propria casa fortezza dei capi tribù. Il Medio Campidano vanta ai piedi della Giara la presenza della più alta espressione della civiltà nuragica, dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità: la Reggia "Su Nuraxi" di Barumini, il sito archeologico più visitato della Sardegna. Costruito a partire del 1450 a.C., ha una torre centrale alta 20 m, ai lati 4 torri di 15 m di altezza ed infine un antimurale di 10 m. Ai suoi piedi un villaggio, i cui resti descrivono l'articolazione e la vita sociale della popolazione di quel tempo. A qualche centinaio di metri, "Su Nuraxi e' cresia", che costituisce un unicum per essere inglobato all'interno del Palazzo Nobiliare, Casa Zapata, del XVI secolo. La visita di questo monumento è assai suggestiva per l'innovazione dei percorsi interni, che consentono di visitare dall'alto le possenti strutture del nuraghe, tra una serie di vetrine espositive dei reperti ritrovati durante gli scavi. Di grande rilevanza sono altresì i complessi archeologici di "Genna
Maria" a Villanovaforru e"Su Mulinu" a Villanovafranca. Entrambi i nuraghi sono situati su alture dominanti: il primo dai suoi 408 m slm si affaccia da un lato sulla Marmilla, dall'altro può controllare tutto il Campidano centrale sino al Golfo di Oristano. Una minuziosa raccolta di reperti documenta gli scavi e le attività delle popolazioni che abitarono il sito. Il nuraghe "Su Mulinu" risale al 1500 a.C. ed è una testimonianza dei diversi tipi di architettura nuragica che si svilupparono nel tempo. Qui è stato rinvenuto un esempio di altare
nuragico della prima età del ferro dove, con molta probabilità, venivano compiuti riti sacrificaIi. Il culto dei morti delle popolazioni del neolitico (III secolo a.C.), è documentato dalle domus de janas ricavatenella roccia come quella di Sa Domu e S'Orcu di Setzu e Monte Luna di Senorbì. Contemporanea ai nuraghi era la costruzione megalitica delle tombe dei giganti. In quella di Siddi, il corpo principale absidato è lungo oltre 15 m, la camera, larga poco più di 1 e lunga 10 m, è rettangolare e sulla sinistra si apre una celletta forse riservata a defunti illustri e ad accogliere arredi funebri; la facciata ad esedra ricorda la protome taurina. Un'altra imponente
tomba dei Giganti è a Gonnosfanadiga in località San Cosimo, mentre quella di Lunamatrona, Su Cuaddu e Nixias, colpisce per la stele scorniciata a doppia traversa e portello, a Collinas sono visibili le due tombe affiancate di "Sedda e sa Caudeba". Il monumento meglio conservato che testimonia l'elevato grado raggiunto dall'architettura religiosa è il pozzo sacro di Santa Anastasia a Sardara. Il culto dell'acqua, diffuso in tutta l'Isola, ha prodotto monumenti rilevanti. Il complesso di Sardara, peraltro inserito in un ambientesuggestivo, è costituito da un vestibolo al livello del suolo, aperto all'esterno, una scala a rampa unica ed una camera a tholos che ricopre il pozzo. Molti dei reperti rinvenuti durante gli scavi sono conservati nel Museo di Villa Abbas di Sardara. Nella seconda metà del I millennio a.C. la civiltà nuragica si è intrecciata con i Fenici prima ed i Punici poi, che frequentavano la costadella Sardegna e che fondarono diversi centri senza peraltro penetrare profondamente all'interno dell'Isola. Anche nel Medio Campidano sono state rinvenute tracce di questi due popoli. Una estesa necropoli è stata rinvenuta a Villamar in pieno centro abitato: nei pressi del "Quartiere Maiorchino" sono state riportate alla luce numerose tombe a camera in buona parte intatte, con arredi funerari costituiti da ceramiche ed amuleti. Poco distante (20 km) nel territorio di Senorbì è presente in località "Su Teru" l'importante necropoli di "Monte Luna", utilizzata sicuramente nel V e IV secolo a.C.; è una necropoli ipogeica scavata nel calcare e nel tufo, i cui scavi hanno portato alla luce numerose tombe a pozzo con celle laterali, a fossa, a cassone ed a cisto litica. Gli abbondanti corredi funerari (ceramiche, brocche, lucernai, gioielli e monili) sono conservati nel Museo Nazionale di Cagliari e in quello di Senorbì. Anche il successivo periodo romano è attestato in molte località, tra tutte la città di Santa Maria di Neapolis in territorio di Guspini (Santa'Antonio di Santadi) ai bordi dello stagno di San Giovanni. A 3km da Sardara sono ancora utilizzate le antiche terme (III-I secolo a.C.), Aquae
Neapolitane, citate da Tolomeo e oggi note come "Terme di Santa Maria Acquas".