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Sardegna

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Vivere la campagna

Inserto Gente Viaggi

Copertina Inserto Gente Viaggi
- 2008 - Hachette Rusconi

 

L’altopiano primavera. Paesaggi ancora inviolati, animali allo stato brado e magnifici tramonti infuocati rendono la meta imperdibile

Un concentrato di primavera. La Giara di Gesturi, un altopiano nel cuore della Sardegna più introversa, è una sorpresa per chi ci arriva la prima volta, meglio se dopo l’inverno. Vale a dire che non c’è descrizione che valga l’emozione di vederla coi propri occhi con i cavallini selvatici che si abbeverano a stagni coperti di fiori bianchi e alberi ombrosi sotto cui si trova riparo dal sole, che in questa stagione può già scottare. L’altra giara, quella vicino di Siddi, è invece un percorso nella macchia mediterranea con i ginepri contorti e le pale di fico d’india che trovano spazio tra i crepacci per porvi radici. 

La terra piatta del Medio Compidano è così, si srotola per chilometri sul livello del mare per poi innalzarsi all’improvviso, come nella Marmilla che pare un nuraghe geologico, poco lontano da quello di Barumini che gli uomini costruirono a sua somiglianza. Se il primo è emblema naturale del territorio, l’altro è il simbolo di un’epoca, quella nuragica appunto, e in quanto tale è diventato anche Patrimonio dell’’Umanità. Per conoscere questa piccolo provincia sarda appena nata dal punto di vista amministrativo, ma ben definita dal punto di vista paesaggistico, è meglio muoversi in auto. Solo così si potrà seguire l’istinto per scoprire a ogni svolta un percorso verso paesi nascosti, paesaggi magnifici, antiche dimore trasformate in accoglienti alberghi, agriturismi, bed&breakfast. Se dall’entroterra si va verso il mare, e so per caso volessimo giocare a “isolopoli”, ogni carta degli imprevisti ci porterebbe a una nuova sorpresa: hai vinto un soggiorno a Guspini, dove l’hotellerie raggiunge il lusso delle cinque stelle, oppure hai conquistato un aperitivo sulla spiaggia di Piscinas, uno degli spettacoli più belli sul Mediterraneo, che all’ora del tramonto infuoca la sabbia e le dune di vermiglio prima di lasciare che il buio inghiotta il sole. Qui fino a pochi decenni fa c’erano solo le miniere e la vita era dura: niente “gin&cola” comodamente seduti a vedere il giorno che svanisce. 

I frequentatori di questi lidi erano gente che faticava dall’alba, uomini che appena nasceva il giorno s’imbucavano nel sottosuolo alla ricerca di minerali (dalle miniere fra le più produttive d’Europa si estraeva blenda e galena da cui si ricava zinco e piombo). Ma non significa che nella zona non ci fosse spazio per il piacere.
Le acque calde che sgorgano vicino a Sardara ne fecero in poco tempo una località di svaghi e di cura.II gioco continua e ogni lancio di dadi non può che riservare qualche sorpresa. Provate a farlo, basterà la sorte a guidarvi in questa terra di cui solo gli déi possono aver creato la regola.