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Sardegna

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Vivere la campagna

Storia del coltello

copertina

 

Il coltello è il primo oggetto d’uso creato dall’uomo e, dalla preistoria della selce all’attualità dell’acciaio, ne accompagna la storia.
Nel tempo, i progressi della metallurgia hanno migliorato l’efficacia dello strumento, Nell’area del Medio Campidano, le origini dell’arte della lama sono molto antiche; già in epoca nuragica. a cavallo del II millennio a.C., nell’area mineraria di Montevecchio, ricchissima di giacimenti, era nota la tecnica di produzione del bronzo, come dimostrerebbero importanti reperti archeologici.

L’attività estrattiva nelle miniere prosegue nei secoli con l’arrivo dei Fenici, dei Punici, ed è particolarmente intensa sotto i Romani, che utilizzano metalli e leghe per trasformarli in manufatti, attrezzi da lavoro, gioielli e armi
Ma è grazie all’arrivo nel guspinese dei Cavalieri di Malta, nel XIII secolo, che si affinano le tecniche di forgiatura delle lame; arte che gli stessi cavalieri hanno sperimentato in Oriente, durante le Crociate.
Nel corso dei secoli, si diffonde l’uso di un’arma, la leppa, una sorta di piccola sciabola, senza guardia, con lama fissa ricurva della lunghezza di 50-60 centimetri, utile per la difesa. ma anche come attrezzo da lavoro del pastore, del contadino e del cacciatore.
L’abbandono della lama fissa (come la leppa, la daga e su stillu) avviene nel secolo XVII, a seguito della normativa emessa dal governo spagnolo e poi piemontese, che penalizzava pesantemente l’uso di questo tipo di coltello. Al suo posto, specie tra l’800 e il ‘900, si diffonde tra pastori, contadini e minatori il coltello a serramanico, che diventa strumento indispensabile per la vita quotidiana: lo stesso oggetto serve per lavorare, per mangiare e, all’occorrenza, per difendersi.

Tra le produzioni locali giunte fino ai nostri giorni, oltre la celebre pattadese, vivono i coltelli simbolo del Medio Campidano. Il coltello arburese o gonnese, detto anche a foggia antica, con la sua lama panciuta e il manico ricurvo, di un unico pezzo, con fascette metalliche alle due estremità, usato soprattutto dai pastori per lo scuoio. Il coltello guspinese, di foggia lievemente panciuta, perfetto per l’uso polifunzionale, di punta e taglio, che esiste nelle due versioni classica e a punta mozza; quest’ultimo, compagno fedele dei minatori di queste terre, nasce per ovviare alle restrizioni del decreto Giolitti del 1908, che vietava il porto di coltelli con lama appuntita eccedente la lunghezza di 4 centimetri.