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Sardegna

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Formazione, nuova sfida per il lavoro

formazione

Monday, March 1, 2010 - LA NUOVA SARDEGNA

L’assessore Manca: 19 milioni per fare incontrare giovani e industria

CAGLIARI. La formazione professionale cerca di radicarsi nell’esistente e per questo la novità è che il nuovo piano è stato concordato da Regione e Province con l’intento di far emergere la domanda «dal basso», dai territori. Il piano, approvato dalla giunta martedì scorso su proposta dell’assessore Franco Manca, è finanziato con fondi regionali per 19 milioni e 464 mila euro.
Quello del lavoro è un mercato davvero anomalo visto che c’è la domanda ma manca l’offerta. È per questo che tutte le iniziative degli ultimi decenni hanno cercato di modificare proprio il lato della creazione di nuovi posti di lavoro.
In Sardegna, si sa c’era stata la degenerazione del sistema formazione perché i corsi si basavano sul sillogismo, chiaramente sbagliato, secondo il quale se anche i corsi di formazione fossero stati mirati, il lavoro non ci sarebbe stato comunque. E la formazione ha rischiato di diventare per la Sardegna come il caso Alitalia per il sistema Paese se si considerano ad esempio gli esuberi calcolati in 3.500 persone.
Ora si riparte su basi diverse: la formazione deve essere commisurata sulle richieste del mercato. Le otto amministrazioni provinciali hanno analizzato il fabbisogno dei rispettivi territori e questo ha permesso all’assessore al Lavoro, Manca, di predisporre il piano annuale che individua i destinatari degli interventi, i settori economici di riferimento, i parametri di costo e la ripartizione tra le singole Province delle risorse disponibili.
Alla Provincia di Cagliari sono stati destinati 4.869.000 euro, a quella di Sassari 3.273.000 euro, a Oristano 2.173.500 euro; a Nuoro 2.148.000 euro; a Olbia Tempio 1.968.000 euro; a Carbonia Iglesias 1.914.000 euro; al Medio Campidano 1.720.200 euro; all’Ogliastra 1.399.200 euro.
«Il Piano», ha spiegato l’assessore Franco Manca, «vuole essere uno strumento che aiuti realmente la comunità isolana ad affrontare le sfide del futuro. Desideriamo fornire risposte in grado di integrarsi con le linee di intervento già avviate nella conoscenza, nell’innovazione tecnologica e nel governo del territorio. La formazione di qualità può contribuire a dare nuove opportunità ai giovani sardi e, più in generale, a quanti sono in cerca di occupazione».
Le Province dovranno affidare le attività formative con procedure di evidenza pubblica.
Il fabbisogno delle imprese è rivolto a figure professionali in possesso solo di titolo di studio secondario o post secondario. Tra le figure, secondo i corsi accreditati, troviamo, tra le altre, l’acconciatore, l’addetto alle lavorazioni meccaniche, l’addetto alle operazioni di innesto e la potatura, l’addetto all’allevamento delle api, l’operatore tecnico subacqueo.
Nel Nuorese, dove c’è un piccolo distretto dolciario, si cercano addetti alla lavorazione e alla commercializzazione dei prodotti della pasticceria; nella provincia di Olbia-Tempio tecnici del controllo della qualità nel settore lapideo, e addetti alla distribuzione di pietenze. Nel Sassarese tecnici da destinare all’agricoltura e alla zootecnia, addetti per servizi turistici e sportivi. La realtà è che c’è bisogno di «formazione vera». Il mercato del lavoro è cambiato sulla spinta delle tecnologie e della globalizzazione e prima era raffigurato come una piramide alla cui base c’erano i lavori umili, ripetitivi per i quali non c’era bisogno di studiare e poi si saliva sino ai top manager; in mezzo un livello molto vasto.
Oggi quel mercato si è tramutato in una clessidra: trovano lavoro i profili bassi e quelli che attraversano il collo della clessidra, livelli molto elevati. La fascia media, purtroppo, si ferma all’imboccatura. Mentre nell’isola è caduto a pezzi anche il sistema della formazione, nelle altre regioni c’era il potenziamento del settore. In Friuli, poi, Riccardo Illy ha valorizzato la formazione legandola addirittura alla concessione del reddito di cittadinanza alla condizione che il beneficiario seguisse appositi corsi di formazione professionale e accettasse il lavoro che gli sarebbe stato offerto in seguito.
I sindacati è su queste basi che vogliono aprire il confronto.
ALFREDO FRANCHINI