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Sardegna

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Vivere la campagna

Pochi avvisi e bagnini nei 47 chilometri di litorale flagellati dal maestrale

Torre dei Corsari

Friday, September 10, 2010 - LA NUOVA SARDEGNA

ARBUS. Un mare favoloso, ma attenzione, se arriva il maestrale diventa infido. Al vento si aggiunge la conformazione della costa, alternativamente rocciosa e sabbiosa. Tre o quattro metri dal bagnasciuga, anche in condizioni di calma piatta, e non si tocca più. Il fondale inizialmente sabbioso è una trappola. Le onde arrivano e si ritirano togliendo la sabbia da sotto i piedi e creando un’azione di risucchio che in pochi attimi trasporta al largo fra mulinelli e correnti. Questo in particolare a Pistis, Torre dei Corsari, Portu Maga, Piscinas e Pistis, spiagge frequentate da migliaia di bagnanti.
Eppure nei 47 chilometri di litorale non ci sono opportune segnalazioni di pericolo né un adeguato servizio di salvamento a mare. E allora c’è da individuare eventuali responsabilità, emerse anche questa estate in più occasioni, due delle quali trasformate purtroppo in tragedie del mare: un turista tedesco morto a Funtanazza e uno studente di 17 anni di Sanluri annegato a Torre dei Corsari. Tutto il servizio di sicurezza e soccorso ricade sulle spalle (e sulle casse vuote) della Provincia e del Comune. Che fanno quel che possono fra patti di stabilità da rispettare e contributi della Regione tagliati. Il servizio di salvamento è affidato alla Protezione civile provinciale, capace di fare miracoli con i pochi mezzi finanziari a disposizione e grazie alle associazioni di volontariato. Il numero dei bagnini è stato ridotto di alcune unità - le postazioni dove sono morti il turista e lo studente di Sanluri erano fra quelle tagliate - e il servizio limitato, tanto che il 31 agosto sono stati licenziati i tredici baywatch perchè i soldi sono finiti.
LUCIANO ONNIS