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Sardegna

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Vivere la campagna

La sfida della competizione territoriale parte dalle Province

delegazione del Consiglio provinciale di Sassari e una rappresentanza del Consiglio provinciale del Medio Campidano

Friday, July 15, 2011 - COMUNICATO STAMPA

Sanluri. Riunione tra le delegazioni del Consiglio provinciale di Sassari e Medio Campidano. Con 8 milioni di euro l’anno è possibile mantenere i motori accesi dell’agricoltura. Di fronte all’inerzia della giunta regionale, le province sono in movimento per sostenere la coltivazione del territorio finalizzata alla ripresa dell’economia regionale.

L’ agricoltura sarda, se sapientemente aiutata, può uscire dalla crisi in tempi brevi. Di questo si è parlato durante l’incontro che si è tenuto a Sanluri, tra una folta delegazione del Consiglio provinciale di Sassari e una rappresentanza del Consiglio provinciale del Medio Campidano.
“È stata una mattinata di confronto vero – ha commentato il presidente della Provincia del Medio Campidano Fulvio Tocco - sui temi dello sviluppo e della funzione che possono assumere le provincie per evitare il declino del sistema Sardegna”. Il tema centrale della giornata di ieri è stato, “Vivere la Campagna” una buona pratica da mutuare da parte delle province della Sardegna. Alcuni giorni prima, sul medesimo tema, si era già espresso positivamente il presidente della Provincia di Carbonia Iglesias Tore Cherchi: “mutueremo questo progetto in quanto è una buona pratica da ripetere”. Dopo questa virtuosa esperienza che ha coinvolto, nel Medio Campidano oltre 1.270 imprenditori agricoli, le due province si sono raffrontate per fare fronte comune nei confronti della giunta regionale e della politica regionale affinché si riveda in Sardegna il complesso sistema delle deleghe. Ma che si riveda prima di tutto la delega delle attività produttive, visto e considerato che li Sistema regione, ha fallito il suo compito; non produce sviluppo da oltre trent’anni, ossia dai tempi che furono approvati dalla Programmazione i cosiddetti progetti di comparto. Gli amministratori sassaresi hanno ascoltato con vivo interesse la presentazione del progetto da parte di Fulvio Tocco presidente della Provincia Verde che ha portato delle testimonianze concrete sulla funzione insostituibile dei contadini e dei pastori per favorire la ripresa dell’economia locale e la conservazione degli ecosistemi. Ma con gli interventi di Antonio Faedda, Gianni Senes, Grazia Onida, Angelo Sini, Daniele Arca, Paolo Bussu, Giuseppe Marras, Franco Corda, Michele Posadinu, Antonio Canu, Gavino Sale, Giovanni Moro e Antonio Giuseppe Mellino si è capito subito che la delegazione sassarese avesse le idee chiare. Conoscevano a menadito il progetto “Vivere la Campagna”. Il dibattito si è sviluppato poi sulle esperienze dei Piani di valorizzazione, del Paniere della provincia Verde, sull’ istituzione del Mercato Rurale “Le tre Terre” e sull’ esperienza che si sta portando avanti in collaborazione con l’Agenzia Laore sul tema delle Fattorie didattiche, questione che ha relazionato, con dovizia di particolari, l’assessore Gianluigi Piano.
L'importanza delle vaste alleanze interprovinciali è stato sottolineato dal vicepresidente del Consiglio provinciale di Sassari Antonio Faedda e dalle dichiarazioni convergenti fatte da parte dei consiglieri delle due delegazioni che in coro hanno rimarcato l'importanza di sviluppare il sistema territoriale e sostenere le filiere produttive mettendo in atto una strategia come quella prodotta dalla provincia del Medio Campidano. Il dibattito, nella fase conclusiva, e' stato animato da interventi di amministratori che hanno sollevato le criticita' con le quali si scontrano nell'amministrazione quotidiana delle loro realtà locali, e le problematiche pratiche che derivano dai vincoli del’iniquo patto di stabilità. Il dibattito ha confermato, che Vivere La Campagna è un Piano virtuoso che va oltre l’agricoltura. Si tratta di un progetto di grande rilevanza politica realizzabile a costi contenuti e a ritorni immediati. Basterebbero 8 milioni di euro l’anno per coltivare 30.000 ettari. L’incontro ha confermato la determinazione degli enti intermedi sardi a interpretare in positivo il malessere di agricoltori e pastori, che da nord a sud dell’Isola registrano una situazione socio-economica insostenibile, e le province, paradossalmente per i suoi detrattori, è l’ente fatto su misura per calare le politiche regionali concretamente nei territori. Ma la Regione Autonoma della Sardegna a differenza delle Regioni ordinarie non ha decentrato le deleghe alle Province. Un altro paradosso si chiede, giustamente, più autonomia e decentramento allo Stato, ma parimenti, non la si rende agli enti locali territoriali della nostra Isola.