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Sardegna

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Vivere la campagna

Diga rovinata dalle nutrie

nutria

Wednesday, March 7, 2012 - L'UNIONE SARDA

VILLACIDRO. Un fenomeno preoccupante scoperto con lo svuotamento dell'invaso
Cede lo sbarramento sul rio Leni minato dalle tane

Sul banco degli accusati per il processo ai lavori sulla diga del rio Leni arriva un esercito di nuovi imputati. Le nutrie sarebbero colpevoli degli smottamenti sul bacino e sullo sbarramento, che hanno costretto il Consorzio di bonifica a vuotare il lago per tamponare le perdite. Lo denuncia la Coldiretti territoriale, sottolineando che quasi sicuramente l'invaso resterà semivuoto fino al prossimo autunno e i contadini non potranno seminare colture intensive.
DANNI Non è uno scherzo, il castorino originario del Sud America, che arriva a pesare 10 chili, sta provocando seri danni anche al lago di Villacidro. Importate in Sardegna negli anni Ottanta per lo sfruttamento commerciale della pelliccia, le nutrie vennero abbandonate in campagna dopo il fallimento degli allevamenti e si sono riprodotte e ambientate così bene da rivelarsi una vera disgrazia per le coltivazioni agricole e per gli argini dei fiumi, ridotti a colabrodo dalle tane scavate negli ambienti umidi.
I LAVORI Sul lago del Leni le nutrie hanno provocato smottamenti sugli argini dell'invaso e anche una parte delle perdite sul terrapieno di sbarramento: «Siamo in attesa che arrivino le gabbie per eradicare questa specie aliena e dannosissima», spiega Antonello Cadoni, responsabile della Coldiretti zonale. I lavori in corso sulla diga hanno costretto il Consorzio a vuotare completamente l'invaso da 20 milioni di metri cubi d'acqua. Adesso sulle rive asciutte si possono vedere le centinaia di tane che i roditori hanno aperto lungo il perimetro del lago.
Se le trappole permetteranno ai contadini di salvare le loro coltivazioni dagli incisivi delle nutrie, è altrettanto certo che difficilmente quest'estate gli agricoltori villacidresi potranno seminare angurie, pomodori, barbabietole e verdure: «I lavori sulla diga procedono a rilento, con pochi mezzi e pochissimi operai, gli stessi uffici del Consorzio affermano che non c'è alcuna assicurazione di invasare acqua a sufficienza», avverte ancora Cadoni, sottolineando che «l'eventuale utilizzo dell'acqua dal sistema Tirso-Flumendosa si limiterà a garantire 150 litri al secondo, troppo poco rispetto ai 350-400 necessari per irrigare in maniera omogenea tutto il comparto del Leni».
Simone Nonnis