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Sardegna

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Vivere la campagna

Dedicato un bassorilievo al glorioso cavallino della Giara

bassorilievo in bronzo che rappresenta un gruppo di cavallini della Giara in una giornata di trebbiatura realizzato dal dottor Mario Cancedda

Monday, March 1, 2010 - COMUNICATO STAMPA

Fulvio Tocco: Questa lapide mi ricorda i giorni in cui la vita costava poco

Mario Cancedda, un eclettico veterinario, ha dato in dono alla provincia del Medio Campidano, un altorilievo della trebbiatura in bronzo con i cavallini della Giara. I cavalli, oggetto della fusione, sono condotti da un decano dell’altipiano, buonanima, Vinci Remigio di Tuili. La foto è stata scattata nell’anno 1956 da Amelio Mulargia,docente universitario, novantaduenne, ora residente a Bologna.

Sanluri, ci sono voluti 6 volontari della Protezione civile per scaricare negli uffici della presidenza, una fusione in bronzo dei caratteristi cavallini della Giara, mentre trebbiano il grano, legati tra di loro, e condotti magistralmente da un allevatore di Tuili, buonanima, Remigio Vinci. La donazione l’ha fatta il professor Mario Cancedda, in segno di riconoscimento alla provincia del Medio Campidano che ha preso in mano la bandiera della biodiversità nell’anno internazionale di celebrazione. Mario si occupa dei cavallini e dell’altipiano da 40 anni. In pochi possono vantare questo curriculum. "Ricevere il bassorilievo in bronzo che rappresenta un gruppo di cavallini della Giara in una giornata di trebbiatura - dice Il Presidente Fulvio Tocco – rappresenta un onore per la Provincia che intende privilegiare la testimonianza e il ricordo, che vide protagonista la popolazione rurale della Marmilla egli anni cinquanta. Questa lapide - ha commentato commosso Tocco, mi ricorda i giorni in cui la vita costava poco. Eppure questi allevatori della Giara hanno dato alla Marmilla un’identità che la fa riconoscere nel mondo intero. La Giara, è l’altipiano basaltico più rinomato della Sardegna. Se è considerato per la sua natura selvaggia e per le particolari biodiversità animali e vegetali che incorpora, si potrebbe chiamare, senza essere smentiti, l’altare del silenzio. Ma l’altipiano è famoso soprattutto per la presenza di una reliquia vivente unica, che ne caratterizza ancora oggi il paesaggio: i cavallini selvatici. Si tratta di un cavallino autoctono di “razza giarae”, vera testimonianza vivente del cavallo primitivo che ci riporta a una storia risalente a ben 2500-3000 anni a. C.; per questi animali non erano necessari i ripari in pietra e per questa ragione i loro sorveglianti, i basonis, svolgevano la loro mansione di custodia, senza dimora, sull’intero altipiano. Questa razza si distingue in tre diverse sottorazze: il cavallo sardo propriamente detto, l’acchettone e l’acchetta. Ora, questa razza, è immortalata in una bella fusione, color oro, su un negativo in resine da dentista realizzato direttamente dall’eclettico Mario Cancedda per la Provincia”. “E’ un dono che ho voluto fare alla Provincia verde che si accinge a celebrare l’Anno internazionale della biodiversità nella famosa località di Montevecchio”, ha commentato contento il professore.

La carta d’identità del donatore
Il dottor Mario Cancedda si è laureato in Medicina Veterinaria nel1967 presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Sassari. Dal marzo 1967 all’ottobre 1968 è Assistente Incaricato presso la cattedra di Ostetricia e Ginecologia Veterinaria. Dal novembre 1968 al gennaio 1969 è assistente incaricato presso la cattedra di Patologia Speciale e Clinica Chirurgica Veterinaria. Assistente Ordinario presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Sassari.. Negli anni 1970/ 1978 gli è stato attribuito il premio di operosità scientifica. Ha ricoperto i seguenti incarichi d`insegnamento presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Sassari: Zoognostica, Zootecnia, Tossicologia Veterinaria, Farmacologia e Farmacodinamia Veterinaria, Anatomia e Fisiologia degli animali domestici. Chemioterapia Veterinaria, "Zootecnica Speciale", Corso di Laurea in “Produzioni animali”“Gestione e allev.to degli equini” OZIERI anno 2006-2007.