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Sardegna

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Vivere la campagna

Fuoristrada 4/2008

copertina Fuoristrada
n. 4/2008 - Edisport Editoriale Spa

 

Sulla via dei carbonai

Un percorso alternativo che ricalca alcune mulattiere, o vie carrettabili, tracciate dai carbonai toscani a fine dell’Ottocento, mentre disboscavano le rigogliose foreste che vestivano di verde il Monte Linas, per ricavarne il carbone che avrebbe alimentato le ferrovie del Continente.
Il percorso di forte interesse paesaggistico si snoda sul Monte Linas che appunto significa il “monte della legna da ardere”. Il carbone, infatti, in passato risultava essere uno dei prodotti più esportati dall’isola. 
Il Monte Linas è il massiccio granitico più elevato della Sardegna meridionale che domina imponentemente il sud-ovest isolano. Il rilievo, fra i più antichi dell’Europa, è ricco di sughereti e lecceti, cascate, endemismi botanici e di una ricca fauna selvatica rappresentata da: cinghiali, gatto selvatico, riccio, volpe e soprattutto una folta colonia di cervi sardi.
Durante il tragitto, sono notabili le tracce dell’attività umana che testimoniano l’intensa produzione di carbone. In spazi pianeggianti, spogli di vegetazione e riparati dal vento, ci s’imbatte nelle aie carbonili dalla classica forma circolare sorretta da muretti a secco, ricoperti da una terra nera, ricca delle ceneri residuate dal fuoco delle carboniere. 

Il paesaggio di tipo alpino, si sviluppa all’interno dei comuni di Gonnosfanadiga e Villacidro, caratterizzato da montagne selvagge e ricco di gole fluviali. Una volta raggiunto il paese di Gonnosfanadiga, rinomato per la qualità del suo olio e del suo pane, si percorre la strada principale, ci si dirige verso la sua periferia, in località Santa Severa, ove si trova l’omonima chiesetta campestre. La chiesa sorge nel sito di un’antica necropoli romana. L’edificio venne probabilmente edificato dopo l’anno mille e fu ristrutturato verso il 1700. 

Dopo circa 800 metri si svolta a sinistra (sud), in corrispondenza di una curva (dove la strada, che continua verso destra, ovest, dà su una discesa) e si prosegue in viva salita, con stretti tornanti e solo brevi tratti pianeggianti. La strada abbastanza scoscesa, ma facilmente percorribile, procede lungo i ripidi fianchi della montagna fra i 700 e gli 800 metri sul livello del mare. Seguendo il sentiero 106 proveniente da Gonnosfanadiga che attraversa il Passo su Filini, Su Nuraxi de Toguro, Genna Su Padenti, Genna Nurratta ed il Rio Linas, dopo circa 12 km, si giunge all’Ovile Linas a 724 metri, la strada pur essendo privata il suo accesso è consentito. Fra Su Nuraxi de Toguro e Genna Nurratta vi sono delle sbarre che vengono aperte quotidianamente dalle 6 alle 18.00. Da qui lo sguardo può spaziare abbracciando le cime di Punta Perda de Sa Mesa a 1236 metri, regalando emozioni senza pari. 

Da visitare: 
Monti Mannu, Lago Leni, Cascate Piscin’Irgas ; Cascata Sa Spendula, Cascata S’acqua cotta, Parco Perd’e Pibera, le Vie dell’Acqua: Is Funtanas

Percorsi Trekking: 
Sentieri: 105, 108, 109, 110, 111, 112, 113, 114, 115 – I punti di partenza sono da: Gonnosfanadiga, Villacidro e Montevecchio