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Sardegna

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Vivere la campagna

Più sicura la strada per San Gavino

manutenzione strada

Dienstag, 18. Januar 2011 - L'UNIONE SARDA

Sardara. Il progetto della Provincia approvato dall'amministrazione comunale

L'allargamento e la messa in sicurezza della strada Sardara-San Gavino diventa realtà. Da un'unica carreggiata di appena 5 metri, con una corsia per ogni senso di marcia, si passa a un tracciato largo 8,5 metri, con la realizzazione di una banchina transitabile e due rotatorie in corrispondenza degli incroci con i viottoli di campagna.
L'intervento, inserito nel Piano dei lavori pubblici 2011, è stato approvato dal Consiglio provinciale, assieme a una variazione di bilancio di 100 mila euro e un mutuo con la Cassa depositi e prestiti di un milione e 900 mila euro. Si tratta di un percorso di 6 chilometri, il più trafficato del Medio Campidano, arteria di collegamento con le scuole, l'ospedale, la ferrovia e l'immissione sulla 131 degli automobilisti del centro-sud dell'Isola. Un viavai di auto, pullman, camion, trattori, ciclomotori e persino biciclette. E la zona diventa spesso purtroppo teatro di gravi incidenti e di vittime spezzate.
«La situazione della strada», spiega l'assessore ai Lavori pubblici, Gigi Piano, «è un'urgenza. Lo era anche quando sei anni fa è nata la Provincia, tant'è che il primo cantiere è stato proprio su questo tratto. La abbiamo asfaltata e dotata di segnaletica. Siamo convinti che tutta la viabilità del Campidano, 300 chilometri di asfalto, sia una priorità vera, fatta di lavoro concreto, importante per costruire il futuro».
Né è convinto anche il sindaco di Sardara, Giorgio Zucca, che si dice soddisfatto per il via libera alla soluzione di una vecchia problematica. «Quando è nata la Provincia», ricorda il primo cittadino, «ero fra i banchi dell'opposizione. La prima interrogazione in assoluto fu per richiamare l'attenzione sulla pericolosità della Sardara-San Gavino. Ne seguirono altre. Le promesse e gli impegni non son mancati, ma i risultati concreti sì. Ben vengano anche a distanza di anni. Con la speranza che non si traducano in campagne elettorali».
SANTINA RAVÌ