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Sardegna

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Keller, si apre uno spiraglio

Stabilimento Keller

Mittwoch, 21. September 2011 - L'UNIONE SARDA

VILLACIDRO. L'incontro col ministro dei Trasporti sulle ipotesi di rilancio
Vertenza a una svolta, oggi nuovo round a Roma

Testa a testa Regione-Governo sulla crisi della Keller di Villacidro. Ieri il presidente Ugo Cappellacci e gli assessori dell'Industria, Alessandra Zedda, e del Lavoro, Antonello Liori, hanno incontrato a Roma il ministro dei Trasporti. Dal vertice con Altero Matteoli, sono emerse impressioni positive: «Abbiamo illustrato tutte le ipotesi sul tavolo, registrando segnali di apertura da parte del ministro, molto disponibile a seguire la vertenza», hanno commentato il governatore e gli assessori. Oggi è previsto un nuovo round di incontri nelle stanze del governo.
VERTICE Ottimismo condiviso dal sindacato, che si attende risposte concrete dal summit romano: «Il fatto stesso che il vertice prosegua non è un cattivo segnale - sottolinea Mauro Branca, della Fim Cisl - soprattutto perché il ministero può incidere sul comportamento di Trenitalia».
Per i lavoratori la questione è assolutamente chiara: più che la soppressione del traghetto Golfo Aranci-Civitavecchia, il vero problema della Keller è sempre stato il trasporto su rotaia: «Le nostre carrozze viaggiano come merci e in Sardegna le tradotte (i treni merci) sono state soppresse - spiega Branca - perciò diventa critico portare a compimento le commesse dei clienti.
TAVOLI A Roma si lavora su due tavoli separati: da un lato il gruppo guidato da Cappellacci che sta cercando di portare a casa un risultato positivo per rilanciare la fabbrica di treni, dall'altro l'azienda sta dialogando con il ministro dello Sviluppo economico per sanare la ferita siciliana. Il governo regionale palermitano si sta infatti prodigando per reinserire i lavoratori nel ciclo produttivo e pare ci sia un società interessata a rilevare la fabbrica di Carini.
MANAGER Ma che la Keller fosse in difficoltà da tempo è il classico segreto di pulcinella. Lo sapevano tutti e lo dimostra il fatto stesso che dodici mesi fa l'azienda abbia presentato un piano di rilancio: «Non esclusivamente dalla gestione dei manager - spiega Branca - benché siano necessari dei riassetti interni». Il piano di rilancio venne comunque approvato dal ministro Paolo Romani, con la benedizione di Bruxelles: «Logico, era un progetto di sviluppo con tutti i crismi, ma poi è arrivato il gran rifiuto di Trenitalia ».
I TRENI Per ripartire serviva un portafoglio di ordini, un mutuo consistente e la ricapitalizzazione dell'azienda, requisiti necessari a portare avanti le commesse. Che in fondo non mancano, visto che ci sarebbe da lavorare sui treni per la Cagliari-Sassari e su quelli per le FdS. E poi ci sono le commesse per le Ferrovie Nord Milano.
Simone Nonnis