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Sardegna

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Vivere la campagna

L’ippica una ricchezza da consolidare

Ippodromo di Villacidro

Mittwoch, 2. Januar 2013 - COMUNICATO STAMPA

Riflessioni dopo il riconoscimento ufficiale dell’ippodromo di Villacidro
Il comparto può aiutare la ripartenza dell’economia perché la Sardegna primeggia nell’atavico rapporto uomo cavallo
Per uscire dalla crisi abbiamo bisogno di rimettere al centro la forza produttiva del territorio, la nostra vera ricchezza, quella che nell’era della globalizzazione più spinta, può darci un nuovo orizzonte in chiave ecologica ed economica. La situazione di crisi dice che nessun comparto del settore primario, piccolo o grande che sia, va tralasciato. Nulla va sottovalutato perché all’interno dei comparti, anche di quelli che possono sembrare più piccoli, può esserci la risposta che mira a rafforzare la competitività, la sostenibilità e il consolidamento della ricchezza primaria. Tra questi comparti, quello ippico troppo frettolosamente abbandonato dalla politica sarda, può tornare di grande attualità se adeguatamente sostenuto e valorizzato, perché può generare nuova ricchezza in uno dei segmenti dove la Sardegna primeggia nello straordinario rapporto uomo cavallo. Non per niente i sardi si distinguono sugli scenari ippici d’Europa contribuendo alle economie di altre regioni e di altre nazioni col loro pregiato apporto professionale. Ciò avviene, e questo deve farci riflettere, anche in mancanza di un adeguato numero di corse utili alla valorizzazione delle attività umane, zootecniche ed economiche. Queste abilità, che curiosamente da noi non hanno la giusta attenzione, continuano ad essere riconosciute a livello universale. Non aver considerato l’ippica tra la ricchezza da offrire nel mercato globale ha ridotto la Sardegna ad essere la cenerentola del Ministero dell’Agricoltura che tramite il suo ente strumentale ex Unire è stata relegata tra le regioni meno ippiche del paese con la conseguente perdita di ingenti risorse finanziarie. Su un panorama di oltre 2.000 giornate assegnate, alla Sardegna ne sono state attribuite per l’anno 2012 soltanto 20. Solo ultimamente, dopo una mobilitazione generale ne sono state aggiunte altre 4, in zona cesarini, per consentire il decollo dell’ippodromo di Villacidro. Si tratta di un dato non commisurato alle potenzialità dell’ippica sarda. Se si calcola che l’allevatore, per mettere un cavallo in corsa, investe mediamente una cifra paria a 15. 000 euro e che su ogni cavallo da galoppo si producono 1, 8 posti di lavoro, si capisce subito quale Plv scaturisce dai luoghi (ippodromi) dove sia possibile valorizzare i cavalli e le specifiche professioni. Ora, dopo il successo delle prime due giornate all’ippodromo di Villacidro, è possibile dire che il rilancio dell’ippica italiana passa anche attraverso la Sardegna, dove l’antico rapporto dell’uomo col cavallo meritano ben altra considerazione rispetto al passato. Fa piacere saper che il ministro delle Politiche Agricole Mario Catania ha confermato la tutela pubblica del comparto affidandone la gestione direttamente al dicastero, e il bilancio 2013 prevede 250 milioni di contributi, di cui 115 per il montepremi e 62 per gli ippodromi, tornando così sui livelli di due anni fa. E’ una buona base di partenza. Però la Sardegna “Terra di cavalli e terra di fantini” merita ben altra considerazione con un congruo numero di giornate aggiuntive. Il 12 di gennaio 2013, in occasione dell’ultima gara del calendario isolano, sarà presente anche Giuseppe Botti, uno degli allenatori più titolati in Italia e all’estero. Nei giorni successivi è prevista una riunione nei locali della provincia del Medio Campidano per fare una riflessione sulle prime quattro giornate e per parlare del calendario 2013. Il ragionamento sarà utile anche ai fini della sostenibilità ecologica del settore agricolo. In futuro l’UE potrebbe riservare su questo fronte il 30% dei pagamenti diretti alle pratiche che consentono un uso ottimale delle risorse naturali. Noi dobbiamo farci trovare pronti perché dopo un raccolto ne viene un altro, basta seguire le regole della natura!
Fulvio Tocco