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Sardegna

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Vivere la campagna

All'appello mancano duemila abitanti: andati via per lavoro

giovani

Freitag, 16. Januar 2009 - L'UNIONE SARDA

Provincia Allarme-spopolamento

Dal cartone alla pelle: cambia il materiale e la forma, ma la valigia gli abitanti del Medio Campidano continuano a prepararla come cinquant'anni fa. Quasi un cittadino al giorno parte alla ricerca di un lavoro e di un futuro migliore. Per la maggior parte giovani. E così, dai 105.400 del 2001 a gennaio del 2008, il territorio è precipitato a 103.436 residenti. Meno 1.964, dunque. A determinare il forte calo non è tanto il saldo naturale, che pure limitatamente all'ultimo anno fra 734 nati e 948 segna un meno 214, ma quello fra arrivi e partenze.

Uno spopolamento da rosso fisso in ben 25 Comuni. San Gavino (da 9.460 a 9.112) con la perdita di 348 abitanti registra la differenza maggiore, seguito da Arbus (da 7.021 a 6.716), meno 305. Al terzo posto Serramanna (da 9.541 a 9.344) con 201 emigrati. A Guspini (da 21.995 a 12.517) ne mancano all'appello 178, mentre a Villacidro (da 14.732 a 14.572) sono scesi di 160 unità. Per tutti gli altri Comuni l'emorragia si ferma al di sotto dei 100 residenti. Eccezione fatta per Las Plassas che, dopo l'incremento del 2005, si è assestato a 269 abitanti. Villanovaforru (da 700 a 689) è il paese che si spopola meno. Tre i centri che demograficamente registrano il segno più: Samassi, Gonnosfanadiga e Sanluri.

La crescita maggiore è a Samassi con più 87 (da 5.274 a 5.361); Gonnosfanadiga (da 6.970 a 7026) aumenta di 56 inquilini; Sanluri, capoluogo di provincia, (da 8.519 a 8.548), sale di 29. Unico dato in controtendenza sono gli stranieri: fra il Campidano e la Marmilla da un centinaio sono passati a 584. E se il numero degli abitanti è uno dei parametri per stabilire lo sviluppo del territorio, non c'è da stare molto allegri.
Ancor di più se si pensa che il fenomeno è in costante crescita: sempre più vecchi, sempre meno giovani. Cervelli in fuga obbligata ed intere famiglie che abbandonano il paese natio. Che fare? «Agricoltura ed allevamento», sostiene il presidente della Provincia Fulvio Tocco, «sono i settori di rifugio. Quelli che nei momenti di grande crisi sono sempre stati i motori di rilancio. Quelli che assorbono una grossa fetta di mano d'opera, uscita da altre attività. Oggi ancora di più. Non l'abbiamo scoperto noi. A livello mondiale si stanno studiando le strategie per rimettere sui mercati i prodotti della terra. Non lasciamoci sfuggire questa opportunità».
SANTINA RAVÌ