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Sardegna

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Vivere la campagna

Cantiere record, addio a tre incroci a raso

Inaugurazione al bivio per Sanluri

Dienstag, 12. Februar 2008 - LA NUOVA SARDEGNA

Inaugurazione al bivio per Sanluri con Di Pietro e il presidente dell’Anas 
Il presidente della Regione soddisfatto: «Questa volta tutto è stato perfetto, lo stesso deve avvenire per gli altri lotti»

SANLURI. La statale 131 comincia a farsi bella. E soprattutto più sicura. Come un puzzle a cui di tanto in tanto sono aggiunti altri tasselli, la “Carlo Felice” ha da ieri sei chilometri e mezzo nuovi di zecca. Sono quelli della variante dallo svincolo di Villasanta a quello di Sanluri nord, con un tragitto alternativo che allontana la cittadina campidanese dalla “131” di settecento metri, ma soprattutto elimina tre incroci a raso da brivido, spesso causa di incidenti e tragedie.
C’è da dire subito che stavolta l’Anas ha fatto le cose per bene e in fretta, grazie anche alle due imprese appaltanti (la sarda SarCoBit e la pugliese Aleandri) che hanno lavorato senza interruzioni alla realizzazione dell’opera. Potere del finanziamento cache di 34 milioni e mezzo.
Alla prima della nuova opera stradale ha presenziato un establishement istituzionale di prim’ordine: il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, il presidente della Regione Renato Soru - che da sanlurese ha fatto gli onori di casa - con l’assessore ai Lavori pubblici Carlo Mannoni, l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Mani, poi una nutrita costellazione di stellette (alti ufficiali di carabinieri, polizia stradale, guardia di finanza, vigilanza ambientale), amministratori provinciali del Medio Campidano e sindaci in gran spolvero. E ovviamente tutto lo stato maggiore nazionale e regionale dell’Anas, fiero e orgoglioso di questo nuovo prodotto finito, e consegnato al traffico automobilistico isolano.
Per il taglio del nastro appuntamento allo svincolo mediano fra le statali 131 e 197 e l’accesso a Sanluri. L’Anas ha fatto le cose in grande anche per la cerimonia inaugurale, con maxi gazebo in mezzo alla nuova supestrada ancora chiusa.
Il presidente della Regione Soru è arrivato in largo anticipo solo soletto (la sua casa è a poche centinaia di metri), mentre in perfetto orario è comparso il ministro Di Pietro, accompagnato a piedi da un collaboratore. Breve giro di strette di mano, il coro “Pauliccu Mossa” di Bonorva che gli intona «Nanneddu meu» trattenendolo per alcuni minuti all’ascolto, poi il via ai discorsi di rito.
Ha aperto il capo compartimento regionale dell’Anas Giorgio Carboni, seguito dal presidente nazionale Pietro Ciucci. «L’ammodernamento della “131” è per l’Anas una priorità e un’urgenza - ha esordito Ciucci -, ci siamo posti l’ambizioso obiettivo di innalzare gli standard di sicurezza, e più in generale il livello qualitativo e di servizio, lungo l’intera superstrada sarda. Siamo a buon punto: su un totale di 230 chilometri, settantadue sono già stati completati, trentaquattro in corso di esecuzione, centoventiquattro in fase di progettazione». E non ha mancato di sottolineare che la variante di Sanluri è stata realizzata a tempo di record: tre anni esatti.
L’aria di casa ha procurato qualche emozione al presidente Soru. «Si, mi sento emozionato perchè questo intervento riguarda direttamente il mio paese e sappiamo quanto fosse importante l’eliminazione di tre incroci a raso di estrema pericolosità». Elogi quindi per la sinergia che si è creata fra ministero delle Infrastrutture, Regione e Anas, con la conseguenza che «adesso i cantieri vengono aperti e completati, non come in passato che duravano una vita». Giusto quanto sta avvenendo - ha puntualizzato Soru - anche per il raddoppio del binario ferroviario fra Cagliari e Oristano. «A tre chilometri da qui si stanno concludendo i lavori fino a San Gavino, e poi sarà la volta di Oristano. Cagliari sarà raggiungibile da queste due stazioni in venti e quaranta minuti».
Sulla produttività della sinergia Governo-Regione-Anas si è soffermato pure il ministro Di Pietro, pronto anche a sottolineare i meriti del suo predecessore nel dicastero delle Infrastrutture. Poi una stoccata agli pseudo-ambientalisti del non fare. «Non lasciamoci abbindolare da chi fa un falso ambientalismo e blocca gli interventi, da chi dice sempre no mettendosi di traverso pur di apparire. Se fatto male, l’ambietalismo danneggia l’ambiente, se fatto bene lo migliora». 
di Luciano Onnis