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Sardegna

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Vivere la campagna

Una casa per gru e aironi

gheppio

Mittwoch, 31. August 2011 - L'UNIONE SARDA

SANLURI. Iniziativa di Comune e Provincia: si punta sul turismo naturalistico
Stagno di Sebazo, al via il progetto di recupero

Habitat ideale per animali particolarmente rari e a rischi odi estinzione, il vecchio stagno Sebazo di Sanluri si prepara a diventare un'oasi di protezione faunistica. Primo passo: la Provincia del Medio Campidano dà il via libera al progetto e inserisce nel Piano faunistico-venatorio l'area come "Zona di ripopolamento e cattura". Che impone maggiore tutela del territorio e stop alle doppiette per sei anni. Il tempo necessario a creare le condizioni utili per permettere agli animali che vi abitano di riprodursi e svilupparsi nel loro habitat naturale.
IL PATRIMONIO Una fauna ricchissima di uccelli, alcuni stanziali altri migratori, molto più presenti nell'antichità, ma mai scomparsi del tutto, neanche dopo la bonifica di un secolo fa. Fra il verde dei campi coltivati e non molto lontano dalle case sparse, infatti, è possibile osservare la presenza della piccola fauna, varia e vitale, selvaggia e indisturbata, unico proprietario del paesaggio umido. C'è la gru coronata, l'airone bianco, cinerino e tarabuso, la poiana, il falco pellegrino, il pollo sultano, il gheppio, la gallina prataiola.
IL TURISMO «L'obiettivo», spiega il sindaco Alessandro Collu, «è rilanciare la zona sulla ruota del turismo come settore di sviluppo e di occupazione. Qualcuno dirà che penso in grande, se in un futuro non troppo lontano vedo una Santa Gilla o un Molentargius con il marchio campidanese. Ne sono convinto: sarà così». Per il primo cittadino le premesse ci sono tutte. «È vero- spiega- che i confini naturali dello stagno sono stati alterati nel corso degli ultimi decenni, a causa delle opere di bonifica, cui hanno fatto seguito la costruzione di infrastrutture di servizio, l'espansione di attività agricole, l'urbanizzazione delle aree limitrofi con oltre 500 abitanti, in prevalenza sarde, ma anche venete e friulane, ma nessuno può negare che una buona fetta di terra ha conservato i requisiti di zona umida. Basti pensare alle caratteristiche del terreno, ai confini delimitati da canali di raccolta delle acque, alle presenza di un'idrovora in perenne funzione, alle piogge che ricreano l'habitat di una volta».
IL PROGETTO Collu rassicura tutti quanti, in particolare i residenti: «Il sito sarà solo maggiormente protetto, difeso dagli spari delle doppiette ed abbellito dalla vista di uccelli acquatici, rari in tutta l'isola. Per il resto nulla cambia: ciascuno potrà continuare a coltivare la sua terra». Ci sarà anche l'occhio vigile della Provincia. «Il divieto di caccia», spiega l'assessore all'Ambiente, Giuseppe de Fanti, «è la strategia più adeguata per la protezione e la conservazione in situ delle specie a rischio di estinzione. Diminuendo la pressione venatoria, sarà più facile proteggere flora e fauna e favorire il percorso della natura».
Santina Ravì