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Sardegna

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Vivere la campagna

Natura e ambiente

Copertina Natura 2008
mar 2008 -

 

La Provincia del Medio Campidano è caratterizzata da tre diverse aree geografiche che individuano tre differenti ambienti naturali che hanno determinato tre tipologie di antropizzazione.
Al centro la pianura irrigua del Campidano con le pregiate colture agricole, ad est le dolci colline della Marmilla disseminate di piccoli centri rurali, ad ovest il rilievo montuoso del Linas, bacino minerario di rilievo nazionale, che lambisce il mare con estesi deserti sabbiosi.
Nei circa 1500 Kmq. che costituiscono il Medio Campidano, sono rappresentate le principali bellezze naturalistiche della Sardegna impreziosite da due ambienti unici: Le dune di Piscinas e Sa Jara di Gesturi.

SA JARA
In lingua sarda “Sa Jara” sta ad indicare un altopiano che si erge per alcune centinaia di metri tra le colline della Marmilla. La sua conformazione è dovuta ad un lunghissimo processo erosivo del terreno circostante costituito da arenarie, marne e calcari; i fenomeni erosivi non hanno inciso sulla superficie dell’altopiano, il quale risulta così nettamente separato dal terreno circostante.
Si individuano tre Giare: Siddi, Gesturi e Serri ma quella più nota come “Sa Jara” è la Giara di Gesturi che si differenzia dalle altre per la presenza dei cavallini selvatici “is quaddeddus”.
Sa Jara si erge a forma di trapezio per 4.400 ettari ad un’altezza tra i 500 e i 600 metri.
É ricoperta da una foresta di querce da sughero mista a lecci e roverelle che si alterna a diversi laghetti stagionali i “pauli” che si ricoprono in primavera di un tappeto di ranuncolo bianco creando suggestioni di grande impatto.
Sull’orlo dell’altopiano, in posizione dominante, si ergono i ruderi di diversi nuraghi, tra i quali il protonuraghe “Bruncu Madugui”, tra i più antichi della Sardegna.

Il Gennargentu innevato fa da sfondo ad uno dei numerosi pauli che, durante l’inverno e la primavera, compaiono sulla Giara di Gesturi.

Sotto, “Sa Jara” con i suoi pendii scoscesi rimane isolata dal mondo circostante.
Questa condizione ambientale ha consentito la sopravvivenza di gruppi di cavallini selvatici di piccola statura, dalla folta criniera, dagli occhi a mandorla e dal mantello baio scuro o morello, le cui origini sono sconosciute e che rappresentano un unicum oggetto di tutela da parte delle istituzioni pubbliche. 
Attualmente si calcola in 700 circa il numero dei cavallini puri.

LA COSTA
La costa del Medio Campidano si estende per circa 50 Km. ed è compresa tra il promontorio granitico di Capo Pecora ed il tavolato di Capo Frasca. È una delle aree più integre della Sardegna ed assume, nella parte più meridionale, un aspetto quasi desertico per l’estensione inusuale delle spiagge.
Il cordone litoraneo di Scivu-S’Acqua Durci-Piscinas si estende per oltre 9 Km e si inoltra sino a 3 Km all’interno, con dune di 30/40 mt. di altezza ricoperte da ginepro coccolone e dalla macchia mediterranea, dove non è difficile incontrare il Cervo Sardo.
Più a nord ha inizio la Costa Verde, un alternarsi di tratti rocciosi e piccole calette sino alla Torre di Flumentorgiu che domina l’altra grande spiaggia “Is Arenas” anch’essa protesa verso l’entroterra per un chilometro. Il mare, data la prevalenza dei venti dai quadranti nord-occidentali, è particolarmente adatto alla pratica del surf.

La formazione delle dune sabbiose è da attribuirsi al fenomeno delle glaciazioni avvenute principalmente nelle ultime centinaia di migliaia di anni fa. Il significativo abbassamento delle acque marine fino a diverse decine di metri, ha fatto emergere ampi tratti di littorale sabbioso che i forti venti principalmente libeccio e maestrale hanno trasportato e acccumulato verso l’interno. (Testo Walter Pagano)

Lo stagno di Marceddì (in alto), al confine con la Provincia di Oristano, è una importantissima zona umida non solo per gli amanti della natura, ma anche per la rinomata produzione ittica delle sue peschiere.

Il ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus L. subsp. macrocarpa (S. et S.) Ball.) (sopra) è una specie tipica dei sistemi dunari della Sardegna. Il suo apparato radicale e la sua chioma contribuiscono in maniera decisiva nel contrastare l’erosione delle dune.

Particolari ciottoli granitici arrotondati ricoprono ampi tratti delle insenature prossime al Capo Pecora che delimita a sud le lunghe spiagge sabbiose. (Testi Walter Pagano)

LA MONTAGNA
Tra la costa e la pianura del Campidano si erge il gruppo montuoso del Linas, il più elevato del sud Sardegna. Le parti più elevate sono coperte da gariga e bassa vegetazione, dove troviamo rari endemismi tra i quali elicrisum montelinasum, intervallate da vallate con boschi di lecci, querce e tassi; a sud il paesaggio si fa più aspro e le rocce granitiche, dell’Oridda e Punta Camedda, tra le quali imponenti cascate e fitti boschi, rendono il percorso più impegnativo. Molti i sentieri tracciati seguendo in buona parte i percorsi dei boscaioli e dei minatori. I punti di partenza dei percorsi montani naturalisitci e paesaggistici sono a Perd’e Pibara (Gonnosfanadiga) ed a Cantina Ferrari (Villacidro). Altri numerosi sentieri si snodano da Montevecchio a Ingurtosu (Guspini e Arbus) e consentono la visita dei principali siti minerari: pozzi, gallerie, laverie, accumuli di scorie, magazzini, edifici abbandonati sono immersi in un paesaggio ed in un silenzio irreale. Frequentata da una colonia di 600/700 capi, il Cervo Sardo è visibile anche intorno ai centri minerari. La montagna con i suoi boschi ed una ricca macchia mediterranea ospita in particolare: cinghiali, volpi, martore e, nei cieli, il falco pellegrino, la poiana e l’aquila reale.

In Sardegna il tasso (Taxus baccata L.) è una specie piuttosto rara, che vive abbarbicata in stazioni fresche ed ombrose di alcune montagne dell’Isola, tra le quali anche il Monte Linas.
Era conosciuto anche come albero della morte a causa della tossicità di un alcaloide, la tassina, contenuta nelle foglie, nella corteccia, nei rami e nei semi. Solo la polpa del coloratissimo frutto, chiamato arillo, è priva di tale sostanza.

Un superbo esemplare maschio di cervo sardo (Cervus elaphus L. subsp. corsicanus Erxleben)  una delle specie tipiche della fauna sarda. Il numero delle ramificazioni nel palco di corna del maschio indica l’età dell’animale. Nella sua dieta è compresa anche la salsapariglia (Smilax aspera L.) una pianta lianosa tipica della macchia e delle foreste di leccio. (Testi Walter Pagano)

Il discoglosso (Discoglossus sp.) è uno degli anfibi che si possono incontrare in questo territorio.
Nonostante il suo aspetto tozzo e bitorzoluto possa far pensare il contrario, esso non è un rospo.
Dal punto di vista sistematico, infatti, tra loro vi è la stessa differenza che vi può essere tra un cane e una foca!

Non è raro trovare tra le foglie e l’erba alta le testuggini (Testudo sp.), simpatici rettili che con la loro vita al rallentatore, caratterizzano la fauna delle campagne.
Oltre alla loro proverbiale longevità (raggiungono facilmente i 60-70 anni di vita) è interessante sapere come è formata la loro “casa” corazzata. Il carapace (la parte superiore) e il piastrone (la parte inferiore) sono costituiti da circa 60 piastre ossee rivestite esternamente dagli scudi, larghe lamine cornee che, per numero, forma e colore, variano a seconda della specie.

Le specie di rapaci che sorvolano i cieli azzurri di questa Provincia sono piuttosto numerose.
Capita spesso di poter osservare con incanto qualche falco pellegrino (Falco peregrinus Tunst. ssp. brookei Sharpe) immobile che scruta dall’alto la sua futura preda. (Testi Walter Pagano)

Spesso la Natura offre alcune curiosità che generalmente sfuggono all’osservatore distratto: l’ipocisto (Cytinus hypocistis L..), ad esempio, è una particolare pianta parassita del cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis L.).

Le orchidee sono una delle attrazioni naturalistiche che questo territorio offre a visitatori e appassionati.
Il genere Ophrys L. (Ophrys tenthredinifera Willd.) è uno dei 16 censiti nell’Isola.
Durante lunghi periodi di selezione naturale, alcune parti del fiore hanno acquisito una forte somiglianza con gli insetti impollinatori, spesso caratteristici di ciascuna specie.

Il fior di legna (Lymodorum abortivum (L.) Swartz)  è una delle numerose specie di orchidee che si possono ritrovare in queste aree. Il suo colore violaceo e l’assenza di clorofilla, indicano la sua natura parassita.

L’endemismo sardo Bellium crassifolium Moris è uno dei numerosi che caratterizzano la particolarissima flora dell’Isola.
Di frequente queste piante singolari fanno di luoghi inaccessibili e apparentemente inospitali, il loro habitat ideale.  (Testi Walter Pagano)

La Marmilla è un areale agricolo collinare. Le colline delle Marmilla sono coltivate in “asciutto”: cereali, leguminose,zafferano ed erbe officinali spontaneee, hanno qualità organoletiche particolari, così come l’olio degli oliveti impiantati molti secoli addietro.  Il Castello di Las Plassas.

Nel Museo Naturalistico Territoriale del Consorzio Sa Corona Arrubia a Villanovaforru, il visitatore può conoscere molte delle bellezze archeologiche e naturalistiche della Sardegna.
Nell’immagine sono riprodotte alcune vetrine espositive dedicate alla flora dell’Isola. (Testi Walter Pagano).