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Sant'Antonio di Santadi

Il Santo viene accompagnato dai fedeli da Arbus a Santadi

Comune: Arbus -
Data inizio: sabato 27 giugno 2009
Data fine: martedì 30 giugno 2009

La festa di Sant'Antonio si svolge ogni anno nel mese di giugno e dura quattro giorni consecutivi. Il simulacro percorre ben 33 km. 
La processione ha inizio ad Arbus il sabato mattina e il corteo accompagnato da gruppi in costume sardo, cavalieri, "traccas" (tradizionali carri) e migliaia di fedeli, attraversa il centro abitato di Guspini e giunge fino alla frazione di Sant'Antonio di Santadi.
Il corteo si ripete in direzione inversa il martedì con l'arrivo la notte ad Arbus festeggiato con uno spettacolo pirotecnico. Una tradizione che si ripete ormai ininterrotamente da oltre 300 anni, che richiama ogni volta una folla immensa per partecipare ad un antico rito che ogni volta suscita le stesse forti emozioni. Il percorso cittadino viene impreziosito dalla tradizionale infioritura, la strada principale del paese viene ricoperta fin dalla prime luci dell'alba da fiori variopinti e odorose foglie di menta.
Anche se non è una festa tipica del paese di Guspini in quanto appartiene alla tradizione arburese, i  guspinesi hanno sempre seguito con devozione il passaggio del simulacro di Sant'Antonio da Padova è così che il cerimoniale accomuna le popolazioni del territorio.
Il primo passaggio del simulacro a Guspini si ebbe l'11 giugno del 1876. Fino ad allora gli arburesi aggiravano il paese di Guspini per "sa ia de is arburésusu". Dal passo di Génn'e Frongia raggiungevano la strada per Montevecchio in località "Perd'e cuaddu" per poi proseguire per "Mattianni" e Sant'Antonio di Santadi. Quando il simulacro transitava a Guspini numerosi guspinesi si univano agli arburesi, che per voto seguivano il simulacro. Con quelle arburesi, anche le famiglie guspinesi si univano al corteo con le loro "traccas", il carro a buoi addobbato con tappeti, arazzi e copriletto. Con questi carri-casa si trasportavano le derrate alimentari e ci si riposava durante i tre giorni di festa. Durante il viaggio di andata e ritorno, mentre i fedeli a piedi dietro il cocchio recitavano il rosario, quelli che si trovavano sui carri cantavano i "traillaillero", stornellate con tema amoroso, intonate da una voce femminile e con ritornello scandito da tutti i componenti del carro.
Nei tre giorni di sosta a Sant'Antonio di Santadi, specialmente il pomeriggio (la mattina era dedicata alle funzioni religiose), diversi cantori provenienti dai paesi della zona si esibivano in "ottavasa, torradasa e muttettusu", semplici canti che venivano improvvisati sul momento.
Is ottavasa e is torradasa trattavano argomenti diversi, come il lavoro nei campi, nelle miniere, storie fantastiche, mentre is muttettusu privilegiavano l'amore.

Galleria fotografica n. 1 - Sant' Antonio di Santadi

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