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Comune:
Sardara -
Data inizio: mercoledì 17 settembre 2008
Data fine: martedì 23 settembre 2008
La storia della festa di Santa Mariaquas e della chiesetta campestre affonda le sue radici molto in là nel tempo, per questo ci scuserete se talvolta ci affideremo ai ricordi e alla tradizione piuttosto che alle fonti documentarie, che specialmente per il periodo più antico restano ignote.
La presenza del culto dedicato alla SS. Vergine nell'area termale di Sardara (chiamate nel periodo romano Aquae Neapolitanae) risale verosimilmente ai tempi precedenti l'anno Mille, forse già in conseguenza dell'Editto sulla libertà religiosa del 313 d.C. (Editto di Milano o Editto di Costantino).
Nei lavori di restauro svolti nel 1984 sono state rinvenute alcune tombe che la tradizione vuole siano di Chisiano e Passo, soldati dell'esercito
di Sant'Efisio, martirizzati a Sardara il 6 novembre del 310, secondo un antico manoscritto martirologio della Chiesa Sarda.
Il titolo originario della Santa era Panaghia glaktotrophusa, di chiara tradizione bizantina, che fa supporre l'esistenza della chiesetta in quel periodo.
Sul finire del periodo medievale, che in Sardegna coincide con il termine del periodo giudicale, numerosi villaggi scomparvero.
Tra questi anche Villa Abbas, che si era sviluppato intorno alla chiesetta e all'area termale. Rimase però la struttura dell'edificio di culto, probabilmente abbellita durante il periodo giudicale.
Durante il periodo spagnolo venne realizzata la statua, che ancora oggi troneggia sull'altare, databile tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Seicento. Un riferimento storico preciso riguardante la statua risale al 1652, quando Sebastiana Pichoni, sposata con Antiogo Peligas, lascia una donazione di 83 starelli di grano per l'acquisto di una statua della Madonna di Loreto alta quanto Ia statua di Santa Mariaquas, e per la realizzazione di due corone di legno dorato da destinare a quest'ultima (una per la Madonna e una per il Bambino).
Durante una delle ultime incursioni saracene, o probabilmente a causa di un impoverimento di tutta la zona dovuto a una carestia, la statua venne nascosta tra i ruderi delle antiche terme.
Il suo ritrovamento avvenne forse in maniera fortuita, forse invece sulla spinta della memoria dei sardaresi che mai dimenticarono la loro venerazione per la Madonna delle Acque. La chiesetta subì degli imponenti lavori di restauro, quasi una ricostruzione, intorno al Settecento.
Sotto l'episcopato di mons. Giuseppe Maria Pilo (1761 - 1786) la stessa statua venne restaurata: furono rifatte le dita mancanti a Gesù Bambino e ripulito il volto della Madonna. La statua venne chiusa in una nicchia di legno con sportello vetrato, e ne venne vietato l'uso di trasportarla in paese. Infatti il simulacro che oggi si trova sull'altare venne successivamente spostato solo in casi di estrema necessità, come in annate di particolare carestia e siccità.
Sempre dalla relazione della visita pastorale di mons. Pilo ricaviamo una prima certezza sui festeggiamenti in onore di Santa Mariaquas, in particolare sulla sagra autunnale con le celebrazioni nel santuario campestre.
La data mutò diverse volte nel tempo, fino all'ultima fissazione al penultimo lunedì di settembre per evitare le coincidenze con le aItre feste del territorio.
Secondo le note del Liber Chronicus, scritte dal rettore Diana all'inizio del Novecento, la festa e la conseguente sagra con processione da Sardara al Santuario e viceversa, così come oggi la conosciamo, è da far risalire al 1870, anno in cui il vescovo di Ales-Terralba mons. Zunnui Casula, presente a Roma per il Concilio Vaticano I indetto da Pio IX, e in fuga dalle cannonate dell'esercito unitario che puntava alla conquista della città per completare l'unificazione italiana, acquisto per conto del rettore di Sardara Sisinnio Garau un simulacro processionale della Madonna da utilizzare per i festeggiamenti di Santa Mariaquas.
Possiamo dunque far risalire al 1870 la data certa della festa secondo le modalità che oggi conosciamo, seppure con modifiche rispetto al tracciato originario e alle eccezioni che nel tempo si sono consolidate in tradizione.
La Sagra poi acquistò maggiore importanza grazie anche alla piantumazione del boschetto di eucalipti e alla nascita dello stabilimento termale ad opera della ditta Birocchi- Asproni. La tradizione invece della sagra di maggio, la cosiddetta festa dei pastori, è da far risalire alla metà del secolo scorso.
Qualche anno dopo fu realizzato anche il cocchio processionale, probabilmente sotto il rettore Giuseppe Caddeo (18721886), su ispirazione di altre carrozze presenti sul territorio.
Nel 1927, durante i festeggiamenti di settembre, l'edificio subì un pauroso incendio che ne distrusse il tetto e gran parte dei suppellettili.
La statua della Madonna fu salvata grazie alla preziosa opera del carabiniere Francesco Loche, nativo di Tonara, che riuscì a portarla in luogo sicuro. Nel successivo anno, grazie all'opera del rettore Carmelo Susanna, il santuario fu ristrutturato, assumendo le dimensioni e la struttura attuale.
Nel 1949 il vescovo di Ales - Terralba Mons. Antonio Tedde elevò a Santuario Mariano Diocesano la chiesa di Santa Mariaquas al termine della grandiosa Peregrinatio Mariae, e nel 1981, con l'autorizzazione della Congregazione per il culto divino, Santa Mariaquas diventa Patrona Principale della diocesi di Ales - Terralba.
Ma gli onori per la Madonna delle Acque non si fermano: il 22 maggio 1988 con una solenne concelebrazione presieduta da mons. Piergiuliano Tiddia, arcivescovo metropolita di Oristano, e mons. Paolo Gibertini, vescovodi Ales - Terralba, la Madonna e il Bambino vengono incoronati con due corone d'oro, alla presenza di oltre trentamila persone giunte ai piedi del santuario. In questi ultimi anni la festa di settembre ha incrementato la sua importanza grazie all'opera del rettore del Santuario, dei rettori della parrocchia B.V. Assunta, dei Comitati, della Pro Loco e delle Amministrazioni Comunali, che hanno cercato di rendere i festeggiamenti più ordinati e ancora più prestigiosi per onorare in maniera devota Santa Mariaquas.
Il comune di Sardara con il patrocinio della Provincia del Medio Campidano e con la collaborazione della Proloco di Sardara, sono lieti di ospitarvi alla 138.ma Festa di Santa Mariaquas e all'VIII Fiera dell'Artigianato e dell'Agroalimentare
Programma della manifestazione: