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Prodotti agroalimentari
La coltivazione del riso in Italia si diffonde alla fine del XVI secolo nella zona del milanese. Da allora la risicoltura continua ad espandersi e ad assumere un peso sempre più importante per tutta l’economia nazionale. Nel 1908 nasce la Stazione sperimentale di Vercelli che avvia la selezione e l’ibridazione su vasta scala e nel 1931 nasce l’Ente Nazionale Risi, a cui viene affidato il compito di difendere i prezzi della materia prima e mettere a disposizione degli agricoltori magazzini ed essiccatori. Negli anni ’60 l’Ente Risi si dota di un avanzato centro Ricerche che possiede una delle più importanti banche del seme di riso del mondo. Negli ultimi decenni anche la risicoltura entra nell’era tecnologica con l’arrivo di trebbiatrici governate dal computer e diserbanti non inquinanti.
Oggi il riso italiano viene coltivato con il sistema della semina diretta attraverso la quale i chicchi germogliano direttamente nell’acqua della risaia, mentre un tempo la semina avveniva in un vivaio, da dove le pianticelle venivano tolte per essere poi trapiantate nel campo. Questa attività dalle veniva praticata ogni estate dalle mondine e scomparve solo tra gli anni ’50 e ’60 con l’arrivo del diserbo chimico.